Piombino, la Cevital non riaccende altoforno e manca ancora un piano industriale. Incontro il 9 aprile al MISE

28marzo 2015 di S.L.

Il gruppo algerino Cevital cheRossi con Cevital si è impegnato a firmare il contratto definitivo a fine di maggio per rilevare la ex Lucchini, ha deciso che non utilizzerà più l’altoforno e ha riproposto il piano presentato inizialmente che prevedeva l’avvio di due forni elettrici con la ghisa liquida per realizzare un’acciaieria d’avanguardia e produrre un alto livello qualitativo.

lucchiniLa conferma è stata data a Piombino durante il convegno sull’acciaio, dove era presente per Cevital, Farid Tidjani. È una notizia che a colto tutti di sorpresa e che, nell’immediato, sta creando preoccupazione dal punto di vista di reintegro dei posti di lavoro a rischio. In merito, TIdjani ha dato  rassicurazione che in tre anni saranno recuperati tutti i 1500 posti di lavoro a rischio, utilizzando attività diversificate tra acciaieria, logistica e agroindustriale.

L’impegno dichiarato è quello di bonificare l’area dell’altoforno e dell’acciaieria e avviare le attività agroindustriali, il tutto in un tempo stimato di 6-8 mesi.

simoncini gianfranco“Oggi abbiamo ascoltato – ha dichiarato Simoncini- novità da parte di Cevital che riportano la proposta nell’alveo del progetto iniziale che prevede la realizzazione di due forni elettrici, la creazione di un polo agroalimentare e di uno per la logistica, con lo spostamento di tutta l’area siderurgica verso Ischia di Crociano per destinare le aree vicine alla città su attività meno impattanti dal punto di vista ambientale. Ovviamente prendiamo atto di questa decisione ed auspichiamo che si possa, ora, passare velocemente alla parte attuativa, anche con la definitiva firma dell’atto di acquisto. Importante sarà quindi il passaggio del 9 Aprile al Mise per conoscere puntualmente il piano industriale e i tempi di sua attuazione. Ciò anche per garantire una piena copertura sociale per i lavoratori”.

rossi a piombinoI tempi si allungano e, possiamo solo confidare nell’esito dell’incontro del 9 aprile al MISE per conoscere in concreto il piano industriale, poter capire, anche sulla base dell’entità della fideiussione che avrebbe versato Cevital, il  numero dei lavoratori che saranno riassorbiti direttamente in produzione, con quali criteri e con quale contratto. Ma, sarà anche importante essere informati sul percorso e la tempistica con cui  i lavoratori dell’indotto, in base all’accordo di programma, verranno reimpiegati nelle bonifiche ambientali annunciate.

Ricordiamo che ad aprile scadono i contratti di solidarietà e i lavoratori si troveranno in cassa integrazione e che l’indotto rischia la mobilità o la Naspi (assicurazione sociale che scatterà dal primo maggio).

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