Dopo il referendum adesso rischia di scatenarsi la corsa tra i lavoratori per essere inclusi nella lista dei 1080 che saranno assunti subito.
12giugno 2015 Gruppo di minoranza sindacale, Piombino
Nell’accordo il sindacato ha concesso all’Azienda la possibilità di scegliere “in modo insindacabile” i lavoratori che rientreranno, dividendoli da coloro (più di mille) che resteranno in amministrazione straordinaria. Questi ultimi non usufruiranno più del contratto di solidarietà, ma solo della cassa integrazione guadagni (CIG) vedendo così drasticamente ridotto il proprio salario.
Le voci che si levano dalla fabbrica parlano già di una ricerca disperata di ognuno per salvarsi individualmente, evitando la CIG. Se questa tendenza non venisse fermata, si arriverebbe in pochi giorni alla classica guerra tra poveri, al “mors tua vita mea”.
Cosa ancora più grave sarebbe se il sindacato si trasformasse, come qualcuno sta già dicendo, in una specie di ufficio di ri- collocamento in cui alcuni (non certo per meriti professionali) potrebbero godere di corsie privilegiate. A nostro parere il sindacato doveva far includere nell’accordo anche il criterio della oggettiva necessità, in modo da far rientrare subito in fabbrica anche quei lavoratori che per motivi economici possono sopportare meno di altri anni di cassa integrazione. In particolare chiediamo a Sindaco, Presidente della Regione e Sindacati di chiedere con forza all’azienda di priviligiare il rientro in fabbrica dei lavoratore monoreddito con figli a carico e magari il mutuo da pagare.