Porto 2000: quando la volontà dei cittadini non conta niente.

29Luglio 2014 Dal Gruppo Consiliare Movimento 5 stelle

Giuliano GallantiIl Comitato Portuale, guidato dal Presidente dell’Autorità Portuale Giuliano Gallanti, ha deciso di svendere le quote di Porto di Livorno 2000 in possesso di AP, seguendo le linee guida indicate dall’advisor KPMG, che non prendono mai in considerazione la possibilità di rinnovo della convenzione e non tengono in nessun conto di come il Piano Regolatore Portuale sia in dirittura d’arrivo e di quante nuove possibilità di azione questo possa dare alla società.

La decisione presa è in netto contrasto con quanto espresso dal Consiglio Comunale di Livorno in data 25/07/2014 in cui l’organo rappresentante la volontà dei cittadini ha deliberato un atto di indirizzo chiaro volto a mantenere la governance pubblica della Porto di Livorno 2000. Tale posizione è stata espressa nei vari atti di indirizzo non solo dal gruppo di maggioranza del Movimento 5 Stelle, ma anche dai gruppi di opposizione Buongiorno Livorno e Partito Democratico.

L’Autorità Portuale è un ente pubblico e come tale, il suo presidente deve rispondere al buon funzionamento della res publica. Egli è nominato dallo Stato a gestire ed amministrare in nome e per conto dei cittadini un bene pubblico. E non può disporre a proprio piacimento, come fosse il socio di maggioranza di una azienda privata, di un bene che non è suo ma è di tutti.

Il Presidente Gallanti, a meno che non ne emergano altri, ha ricevuto UN SOLO atto di indirizzo proveniente da un ente pubblico ed è appunto quello discusso, votato e approvato all’UNANIMITA’ dal Consiglio Comunale di Livorno che prevede il mantenimento della governance pubblica della Porto di Livorno 2000.

porto2000Oppure dobbiamo pensare che vi siano stati altri atti di indirizzo da enti pubblici diversi dal Consiglio Comunale di Livorno? O peggio ancora che vi siano stati atti di indirizzo privati? Il presidente Giuliano Gallanti deve delle risposte non a noi, ma all’intera cittadinanza livornese, che, pro-quota, contribuisce al suo stipendio annuale di amministratore pubblico.

La decisione del Comitato Portuale è resa ancora più grave dalla posizione del Presidente della Camera di Commercio, Sergio Costalli che ha sostenuto di volere procedere per parte sua alla dismissione delle quote in possesso della Camera di Commercio. Egli addirittura punta a far scendere la quota pubblica ben sotto il 50% almeno fino al 33%.

E’ doveroso ricordare che l’istituto delle Camere di Commercio in Italia ha carattere pubblicistico e non privatistico. Il loro presidente e i suoi consiglieri sono nominati dal Presidente della Giunta Regionale e pertanto, diventano, all momento della nomina, amministratori di un bene pubblico con tutto ciò che ne consegue. Anche al Presidente Sergio Costalli chiediamo: ha ricevuto altri atti di indirizzo di rappresentanti dei cittadini di segno opposto rispetto a quanto deciso dal Consiglio Comunale di Livorno? O peggio l’amministratore pubblico ha preferito adottare atti di indirizzo privati?

porto piombinoI lavoratori sono preoccupati e noi lo siamo con loro. Non è mai capitato che una privatizzazione porti benefici alla collettività! I privati puntano al profitto e se per ottenerlo devono “ridurre i costi”, “ottimizzare il personale” o altro, i primi a pagare il prezzo più alto saranno proprio i lavoratori che verranno mandati a casa oppure che saranno sottoposti al ricatto di accettare condizioni salariali e lavorative peggiori.

La gestione pubblica, altre sì, non ha come interesse primario il mero profitto ma il benessere comune e pertanto il reddito viene redistribuito equamente anche grazie ad una forte azione di controllo da parte della politica.

Il bene pubblico è tale se, e solo se, chi lo amministra lo fa nel nome e per conto della comunità, altrimenti è una appropriazione lobbistica di un bene creato con le tasse degli onesti cittadini.

Loro non molleranno mai, noi neppure.

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