In più di 300 ieri al presidio in Piazza XX settembre a Pisa, avevamo dichiarato che non ci saremmo fermati e siamo stati di parola.
1aprile 2015 da Assemblea Precari della Scuola 18 febbraio, Officina – Unione degli Studenti Pisa, universitare di Sinistra per..
A distanza di un mese dal presidio dei Precari della Scuola della Toscana tenuto il 27 febbraio sotto la Torre di Pisa, siamo tornati in piazza, in un Presidio Regionale lanciato da precari della scuola (di tutte le graduatorie), studenti medi e studenti universitari e che ha visto la partecipazione del personale della scuola a tempo indeterminato e di tanti cittadini che hanno a cuore la Scuola Pubblica.
Oltre 300 persone, provenienti da tutta la regione, sono scese in piazza a Pisa per farsi sentire e dire chiaramente che la Toscana boccia senza appello la “Buona Scuola” di Renzi. Con loro anche alcuni dei sindacati della scuola (FLC-CGIL, COBAS, GILDA, ANIEF), che hanno aderito al presidio, appoggiando le ragioni della protesta e ai quali è stato chiesto, durante la partecipata assemblea pubblica che si è tenuta durante il presidio, di impegnarsi concretamente per portare avanti lotte efficaci, e di arrivare in tempi brevi all’indizione di uno sciopero unitario della scuola capace di bloccare la “Buona Scuola” di Renzi.
E in contemporanea al nostro si è tenuto un presidio a Firenze sotto l’Ufficio Scolastico Regionale, con le stesse parole d’ordine: è tutta la Toscana che boccia la “Buona Scuola”!!
Nonostante le moltissime critiche ricevute e il flop della consultazione online (l’opposto di un processo di partecipazione dal basso), i contenuti del Disegno di Legge della “Buona Scuola” che il governo Renzi vuole imporre in tempi record al Parlamento col ricatto dell’assunzione di parte dei precari, sono addirittura peggiori rispetto al progetto originario: il Preside-Padrone controllerà gli insegnanti attraverso la scelta arbitraria di chi è assunto nella propria scuola e dei “meritevoli” cui dare aumenti di stipendio.
Invece di eliminare il precariato vengono eliminati i precari che hanno mandato avanti la scuola in tutti questi anni: in 200.000 da settembre non potranno più lavorare; in particolare chi coi 36 mesi di servizio avrebbe diritto ad essere assunto. I neoassunti, scesi a 100.000, saranno lavoratori di serie B asserviti al dirigente, sottoposti a mobilità coatta e destinati a svolgere supplenze su materie diverse dalla propria. Confermati massicci finanziamenti alle Scuole Private, mentre si tagliano altri 2.000 ATA (personale amministrativo, tecnico ed ausiliario) e non si investe niente nella Scuola Pubblica.
I privati potranno finanziare le scuole, controlleranno la didattica e potranno usufruire di sgravi fiscali e lavoro minorile gratuito, attraverso un forte aumento delle ore di tirocinio. Nessuna chiarezza poi sulle modalità di abilitazione all’insegnamento: il Governo dimostra ancora indifferenza completa verso studenti universitari e aspiranti insegnanti, consegnando loro un domani che non esiste. Non sono queste le riforme che servono al mondo dell’istruzione, in grande difficoltà dopo anni di tagli di fondi e personale.
Il progetto di scuola-azienda, autoritaria e senza risorse pubbliche proposto dal Governo, ponendosi in continuità con le riforme precedenti, non risolverà, ma anzi aggraverà la situazione. E noi siamo scesi in piazza tutti uniti, perché abbiamo un’idea totalmente alternativa a quella proposta dalla “Buona Scuola” di Renzi.
Noi chiediamo un’Istruzione Pubblica di qualità: massicci finanziamenti per la Scuola Pubblica (e non per quella privata), per laboratori, didattica, ammodernamento e messa in sicurezza dell’edilizia scolastica; l’allargamento dell’organico (insegnanti e ATA) per garantire riduzione degli alunni per classe, sostegno alla disabilità e tempo pieno. Rivendichiamo un piano di assunzioni per chi ha 36 mesi di servizio adesso e li maturerà in seguito (qualunque sia la graduatoria e compresi gli ATA); lo slittamento del concorso fino a che non sarà assunto chi ha diritto; l’assunzione da graduatoria per gli abilitati e la possibilità di continuare a fare supplenze per i precari. I neoassunti devono avere i soliti diritti degli altri! La “Buona scuola” di Renzi affonda la scuola pubblica e i precari. Dobbiamo fermarla!