Sarà presentato martedì 7 giugno alle ore 18 presso la libreria Feltrinelli di Livorno “Quel qualcosa che non trovo”, Edizioni Il Boccale, il nuovo libro di Lamberto Giannini
5giugno 2016 di M.D.
“Il titolo del libro racchiude poco e tutto insieme perché, in realtà, contiene due libri in uno, perché uno è figlio dell’altro… da una parte un racconto autobiografico, sconnesso ma reale, o forse no… dall’altra una serie di monologhi, poesie, pensieri liberi, che si intrecciano in un percorso esistenziale, il mio”.
Questo l’incipit del volume che, discostandosi dall’approccio pedagogico di “Genitori in ascolto”, “Mettiti il giacchetto”, “La sfida educativa”, o dal taglio storico-politico di “In fondo a destra”, fornisce al lettore non tanto una riflessione critica dell’autore su temi quali la relazione genitori-figli o l’adolescenza, a lui molto cari, quanto, piuttosto, una rivelazione dello scrittore come individuo, con una propria storia personale e, forse per la prima volta, poeta e narratore.
Perché il Giannini che emerge da queste pagine non si maschera dietro uno dei tanti ruoli che è solito impersonificare, ma si sveste pirandellianamente della forma per divenire sostanza che crea nuova forma. E così, nella prima parte del testo, l’autore consente a chi legge di immergersi nelle pieghe più profonde della sua anima, permettendogli di ripercorrere, a tappe ben precise, i meandri della propria vita con le sue gioie e i suoi dolori, attraverso una lente ora nostalgica, ora esuberante, ora tragicomica, ma sempre assolutamente autentica. O forse no.
L’interessante scommessa di Giannini consiste proprio in questo, nello svelare la parte più intima di una vita, la sua, forse davvero vissuta, oppure solo immaginata, tentando il lettore nel difficile gioco dello svelamento di ciò che di vero, o di non autentico, c’è, fino a renderlo commosso partecipe degli eventi, o arguto smascheratore dell’inganno letterario.
A questa prima parte segue, poi, una sezione di poesie, monologhi e narrazioni brevi, legate a episodi reali della vita dello scrittore, a figure per lui significative, a meditazioni esistenziali o filosofiche di portata universale. Così Mida, la madre tanto amata e compianta, l’isola d’Elba, patria d’origine, Livorno, patria d’elezione, vengono tratteggiati con una delicatezza forse mai tentata prima; ma sapienti pennellate dipingono anche i volti di personaggi noti, nel contesto locale, o nazionale, come Cutolo, Nocchi, Pelagatti, Cardosi, ma anche Pantani, che rappresentano nell’immaginario collettivo icone da cui partire per riflettere sulle dinamiche della nostra società attuale, bisognosa di miti, o antimiti, a cui ispirarsi e a cui guardare per accettare, con maggiore tolleranza, le proprie naturali debolezze.
Libro potente, sentimentale, evocativo, in cui per la prima volta Giannini svela anche le proprie fragilità, mostra il suo lato di profonda sensibilità, tenta la strada della lirica o della narrazione ironica per indagare se stesso e la realtà che lo circonda con uno sguardo tra il disincantato e l’appassionato, ma mai distaccato dalle cose della vita.
Autobiografia romanzata, romanzo di vita. Quel qualcosa che non trovo è forse l’opera in cui Giannini mostra se stesso agli altri con più coraggio, ma soprattutto con la consapevolezza che rivelare un po’ di sé sia anche condividere, quindi aprirsi al lettore con la fiducia dello sguardo accogliente di chi è altro da sé ma simile.