6febbraio 2018 da Associazione Evelina De Magistris-Livorno
Venerdì 9 febbraio 2018, ore 17:00, alla Bottega del Caffè (Viale Caprera 35 Livorno), un incontro da non perdere, con Ida Dominijanni, giornalista e saggista, che, in dialogo con Sandra Burchi, sociologa, affronterà il tema: “Quell’intreccio malato fra sesso denaro e potere. La parola delle donne”. Tema, questo, affrontato da anni da numerose femministe, e colpevolmente sottovalutato dalla politica “tradizionale”, e di cui parlano le donne del Gruppo del Mercoledì in un recentissimo documento, di cui riportiamo un passo:
«Nella sessualità maschile c’è sempre, in primo piano, la questione del potere. Un legame cruciale, quello tra sesso, potere e denaro che da anni abbiamo denunciato (“Sesso potere denaro” convegno dell’ottobre 2009 indetto da Maria Luisa Boccia, Ida Dominijanni, Tamar Pitch, Bianca Pomeranzi e Grazia Zuffa). Ben evidenziato nella lettura del sexygate di Berlusconi (Ida Dominijanni), oggi troppo poco nominato.» (da Sulla violenza, ancora Documento del Gruppo del Mercoledì 23 Novembre 2017)
Ida Dominijanni ne Il trucco, facendo la spola fra cronaca e filosofia e smarcandosi dagli schieramenti politici e culturali mainstream, rilancia alcuni nodi del dibattito attorno agli «scandali sessuali» troppo rapidamente archiviati, ma tuttora sul campo: la concezione della libertà in tempi di governabilità neoliberale; il rapporto fra privato e pubblico e fra penale, morale e politica alla fine del paradigma politico moderno; le trasformazioni del rapporto fra i sessi e della scommessa femminista in una società post-patriarcale; le variazioni del populismo in una sfera pubblica mediatizzata; la crisi della sovranità in epoca di «evaporazione del padre».
E intervenendo sul #metoo: «Come sempre accade, un movimento femminile transnazionale con contenuti sostanzialmente omogenei acquista pieghe e accentuazioni diverse a seconda dei contesti nazionali, e domanda perciò uno sguardo comparativo. Il mio si poserà soprattutto sulla comparazione fra Stati uniti e Italia, per una ragione precisa: molto di quanto sta accadendo nell’America trumpiana – compresa la scoperta, grazie alla presa di parola pubblica femminile, di un sistema diffuso di scambio fra sesso e potere – è stato anticipato nell’Italia berlusconiana; ma con effetti in parte simili, in parte – sembra – assai diversi. Da qui la strana sensazione di stare assistendo a un déjà vu da una parte, a qualcosa di inedito dall’altra…
…L’Italia non avrebbe dovuto restare sorpresa daI #metoo, avendo sperimentato, solo pochi anni fa, l’analogo fenomeno di una imprevista presa di parola pubblica femminile contro il “dispositivo di sessualità” dominante. Mi riferisco, ovviamente, all’esplosione del Berlusconi-gate, dovuta alla denuncia, da parte di Veronica Lario e Patrizia D’Addario (e altre dopo di loro, tra le quali Ambra Battilana, che ritroviamo oggi fra le donne che negli Usa hanno denunciato Weinstein), del sistema di scambio fra sesso, danaro e potere che vigeva nelle residenze dell’ex premier e decideva la distribuzione di lavori e di candidature alle donne nelle sue televisioni e nelle sue liste elettorali Anche allora questa presa di parola si avvalse di una parte dei media, o perché contrassegnati dalla sensibilità di opinioniste femministe o perché, più semplicemente e strumentalmente, anti-berlusconiani. Ma subì anche e soprattutto una fortissima dose di incredulità, discredito e ostracismo, non solo da parte dei media berlusconiani…» (da: Ida Dominijanni Introduzione all’incontro di Via Dogana 3: Parlano le donne parlano4gennaio2018)