Rifiuti: Ato costa fa ricorso contro delibera del comune di Livorno

discatica limoncinoMentre Provincia e Comune di Livorno continuano a tacere sulla discarica a Limoncino e la sentenza 149

9aprile 2015 di Andrea Romano

Rifiuti ato costaLa perla del giorno ce la regala il consorzio dei rifiuti ATO, che con fare un po’ golpista a quanto pare tenta di sovvertire il risultato elettorale di Livorno, ricorrendo al tribunale contro una delibera del Consiglio comunale democraticamente eletto e nel pieno dei suoi poteri. Infatti il Consorzio dei rifiuti ATO Toscana Costa ha presentato ricorso contro la delibera del Consiglio Comunale di Livorno che impedisce ad AAMPS di confluire nell’Azienda Retiambiente.

Ovviamente la notizia ha del clamoroso, perché a quanto pare si cerca di impedire ad un sindaco e ad un consiglio democraticamente eletti di dar seguito ai loro programmi amministrativi, che appaiono del tutto legittimi e rispettabili. Innanzitutto va chiarito cosa sia l’ATO dei rifiuti: un ente composto dai sindaci della costa toscana (quasi tutti del PD, con un direttore che si becca uno stipendio di quasi 10.000 euro al mese) che vuole a tutti i costi che le aziende dei rifiuti della zona si uniscano tra loro nella mega-azienda Retiambiente, da privatizzare con una gara da 6 miliardi di euro.

Retiambiente è una trappola mortale che cerco da anni di evitare alla città di Livorno: come consigliere, nel 2011 votai contro la delibera sventolando lo statuto dell’azienda, secondo il quale per prendere le decisioni più importanti il consiglio di amministrazione dovrà registrare una maggioranza dei due terzi, consegnando così al privato (che vuole solo riscuotere profitti) un potere di veto assoluto su bilanci, tariffe, personale, fusioni, contratti, ecc. Le conseguenze per utenti e lavoratori sono facilmente immaginabili: tariffe ancora più alte, servizi ancora meno efficienti, tagli sociali e sacrifici ambientali.

rifiutiZeroIl nuovo Consiglio comunale, a differenza delle dichiarazioni altalenanti della Giunta e dell’AAMPS, si è per fortuna schierato inequivocabilmente contro questo diabolico percorso, ma per l’ATO dei rifiuti le elezioni evidentemente non contano niente: dobbiamo fare come dicono loro, anche se chi si era appiattito sulla loro volontà è stato cacciato via a furor di popolo.

rifiuti tracciare riciclareEppure, altri 16 comuni si sono rifiutati di entrare in Retiambiente, con 9 tra essi che hanno addirittura deciso, col benestare della Regione, di cambiare ATO unendosi ad altri territori! Livorno invece viene processata. Forse perché è un boccone troppo grande e appetitoso per rinunciarci? Forse perché i suoi amministratori non fanno parte della famiglia PD e quindi vanno isolati e sabotati?

A quanto pare all’ATO, poco importa che i fautori del mega-inceneritore, delle discariche e delle privatizzazioni siano stati cacciati via a furor di popolo alle scorse elezioni, mettendo al loro posto persone che, almeno a parole, promuovono servizi pubblici ed eco-sostenibili: o si fa come vogliono loro oppure le elezioni non hanno nessun valore!

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