Rottura trattativa CCNL operai agricoli e florovivaisti, Cisl: sciopero generale il 15 giugno

Il contratto collettivo nazionale degli operai agricoli e florovivaisti è scaduto a dicembre 2017

“Abbiamo preparato una piattaforma con proposte responsabili e concrete, pensate per un comparto che, in anni di dura crisi, ha retto molto meglio di tanti altri”

12giugno 2018 da Massimiliano Gori, FAI-Cisl Pisa-Livorno

Il rinnovo punta a veder riconoscere i giusti adeguamenti salariali, il potenziamento della bilateralità, la formazione professionale, una più circostanziata regolamentazione degli appalti, contrasto alla discriminazione di genere, l’affermazione della legalità. Tema, quest’ultimo, che assume rilievo particolare alla luce della Legge 199 contro il caporalato, in particolare su trasporto e collocamento, nonché in riferimento alla Rete del lavoro agricolo di qualità.

Perché’ ci mobilitiamo

La trattativa è stata avviata in tempi più rapidi rispetto al passato, portandoci al tavolo, per un’eventuale chiusura con le controparti, già il 23 maggio 2018. Una novità che abbiamo salutato positivamente, ma che ha dimostrato quanto poco maturi fossero i tempi per ottenere dalle parti datoriali l’attenzione che un simile rinnovo merita. In fase di trattativa, a differenza di quanto previsto, abbiamo dovuto fare i conti con proposte inaccettabili, calate dall’alto di una piattaforma che non era evidentemente la nostra. Davanti all’impossibilità di proseguire la negoziazione, abbiamo deciso con le altre organizzazioni di categoria che non restava altro da fare se non la mobilitazione.

L’orario di lavoro non si tocca

L’abolizione del limite dell’orario di lavoro giornaliero, con tutte le sue implicazioni, anche previdenziali, in un settore dall’alta frammentazione e dalle esigue dimensioni aziendali, è una richiesta che non può essere assolutamente presa in considerazione.

No al salario minimo

L’introduzione di un salario minimo nazionale, richiesta che a nostro parere espone il settore al pericolo di deregolamentazione e di depotenziamento del contratto provinciale, rischia di mettere in discussione la struttura contrattuale definita nel 1995, quella che all’inizio della trattativa tutte le parti negoziali hanno ancora ritenuto valida per l’equilibrio della centralità del Ccnl e la dignità delle diverse realtà territoriali.

Aziende plurilocalizzate

Su questa ennesima richiesta delle controparti ci siamo mostrati disponibili a ragionare per una eventuale regolamentazione, sempre nel rispetto dei contratti territoriali. Nonostante questo non abbiamo riscontrato un appropriato apprezzamento. APPALTI In tema di appalti, materia in cui il dilagare di forme improprie di esternalizzazione di manodopera sta creando notevole preoccupazione anche nei datori di lavoro, le controparti si sono limitate ad offrire poche regole, alcune già previste dalla legge, negando sia l’obbligatorietà dell’applicazione del nostro Ccnl che la comunicazione agli enti bilaterali.

 Salario, Welfare, Diritti

Vogliamo tornare presto a negoziare anche sui punti della nostra piattaforma che finora non sono stati affrontati e che invece riteniamo fondamentali: aumento salariale, nuovi strumenti di welfare, rafforzamento dei diritti individuali e sindacali. Tra l’altro su alcuni punti avevamo già raggiunto un accordo di massima, e precisamente su part-time, apprendistato, permessi straordinari (15 giorni per gli Oti in caso di matrimonio), congedi parentali (permessi frazionati), banca ore per i florovivaisti, facoltà dei Cpl di prevedere, per i florovivaisti, l’integrazione di malattia e infortunio tramite Ebat, possibilità dell’Eban di riconoscere un’indennità economica agli Oti in caso di disoccupazione – maternità facoltativa – aspettativa dovuta a malattia oncologica, tutela nei casi di violenza di genere, accordo nazionale per la nomina del Rlst, accordo sulla disciplina dei rapporti di lavoro in acquacoltura. Sciopero generale. La nostra volontà, è quella di chiudere la trattativa siglando un contratto forte, equilibrato e degno di un settore strategico per il Paese, che coinvolge 200mila aziende e oltre un milione di lavoratrici e lavoratori. Abbiamo riscontrato invece dubbi e perplessità inopportuni, che mettono a rischio il consolidamento dei diritti e della qualità del lavoro.

Per questo, abbiamo deciso di proclamare lo sciopero generale il 15 giugno Manifesteremo il nostro dissenso con assemblee e presidi sui luoghi di lavoro e davanti alle Prefetture, per continuare a difendere i diritti dei lavoratori che, con questo rinnovo, dovranno vedere riconosciuti la propria dignità e il rispetto per l’intera categoria.

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