RSA Pascoli verso la chiusura, 25 ottobre la protesta”. Intervengono Renda (PRC) e Romboli (BL)

 

23ottobre 2018 da Francesco Renda, Segretario Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista

Pascoli, una svista clamorosa?

Qualcosa non torna sulla vicenda della paventata chiusura della RSA G. Pascoli. La posizione del comune è quella di chiudere la struttura a causa degli elevati costi di gestione e manutenzione: cifra dei costi, tra l’altro, contestatala dagli stessi lavoratori e che infatti si riferiva anche all’altra rsa comunale, quella di Villa Serena, non tenendo conto, ulteriormente, dei soldi versati dalle famiglie. Com’è possibile che, stante il costante invacchimento della popolazione, si renda conveniente la gestione privata e non pubblica di una struttura del genere?

La colpa è addossata dal Comune ai voucher che la Regione concede dallo scorso anno, e destinati alla compartecipazione alle spese delle famiglie per l’assistenza dai propri congiunti, da ospitare in strutture private convenzionate. Non crediamo che le cose stiano così: Sono gli stessi lavoratori a denunciare che, da più di un anno, non vengono accettate nuove quote nella residenza, che è passata da 93 a 70 ospiti, non per mancanza di domanda, ma per blocco dell’offerta!  Nogarin ha dichiarato che il problema è anche colpa della scorsa amministrazione, che aveva lasciato il Pascoli in condizioni tali da richiedere adesso spese ingentissime per la sua manutenzione. Era però prevista in quell’area la costruzione del nuovo ospedale ed il trasferimento in città degli ospiti, come da protocollo del maggio 2010. Nello scontro tra Regione e Comune di Livorno su quest’ultimo accordo le vittime sembrano essere state gli ospiti della rsa G. Pascoli. Crediamo si sia prodotta una svista clamorosa della quale la giunta dovrà rispondere politicamente e con la massima urgenza:

Esiste qualche relazione tra l’attuale blocco di nuove quote al Pascoli ed il protocollo del maggio 2010 sul nuovo ospedale? Se, al contrario, non vengono accettati nuovi ospiti, tali da garantire la sostenibilità economica della struttura, per soli motivi di inagibilità di molte parti della stessa, come mai in tutti questi anni di finanziamenti promessi e ricattati sulla città non è mai stata fatta parola sulle inderogabili necessità manutentive della struttura con la Regione? Crediamo che gli ospiti ed i 113 lavoratori e lavoratrici del Pascoli siano vittime di una gigantesca svista alla quale occorre porre rimedio il prima possibile. Solo lo scorso anno sono stati spesi 250,000 EUR per il rifacimento dell’impianto antincendio, ancora soldi buttati? Il prossimo anno sono previste le elezioni, impegnare il Comune in scelte tanto radicali a fine mandato non ci sembra la miglior eredità da lasciare alla futura amministrazione.

Da Stefano Romboli, gruppo sociale Buongiorno Livorno

Pascoli e Villa Serena: questioni da affrontare con responsabilità e innovazione

Da tempo di parla si chiudere, esternalizzare ecc. il Pascoli e Villa Serena, le residenze pubbliche e comunali sanitarie per anziani di Livorno. Già nel 2016 il Settore Politiche Sociali e Abitative del Comune di Livorno preparò un documento che preparava il terreno e dal quale si capiva bene l’indirizzo che avrebbero intrapreso. Questione di costi, di politiche sociali in mutazione (apertura del servizio al mercato e ai voucher, anche da parte della Regione Toscana) e di altro ancora. Resta il fatto che l’invecchiamento della popolazione consolida determinati bisogni e necessità. Problema non da poco, visto anche quanto incide a livello di costi nel bilancio complessivo del Comune di Livorno.

Come già scrivemmo nel 2016 la sensazione è quella dell’incapacità da parte dell’Amministrazione Comunale di Livorno di maturare una strategia complessiva alla ricerca di soluzioni, puntando a fare i conti ragionieristici per salvare i bilanci, spesso con progetti improvvisati.
Esiste una visione d’insieme, in grado di garantire la rete in un contesto complessivo di tagli, minori risorse e al contempo un aumento esponenziale delle persone a rischio? Come evitare che nella società – a cominciare dalla nostra città – sempre più persone siano escluse?
Tutto questo senza perdere di vista la questione occupazionale: sono circa 113 fra medici, operatori e animatori e ci sembra il minimo trovare soluzioni salvaguardando i posti di lavoro.

Esistono diversi modelli ed esperimenti anche in Italia. Come Buongiorno Livorno abbiamo conosciuto e studiato il Centro Sociale portato avanti dall’Amministrazione Comunale di Lastra a Signa che ospita circa 80 anziani “fragili” dal punto di vista socio-economico presso una sorta di grande condominio sociale dove vanno a vivere stabilmente. Tutto si sviluppa attorno a una nuova idea di abitare e anche di assistere, basata non sulla costrizione ma sulle libertà, sull’adattabilità, sulla partecipazione e sulla condivisione. È un modello che non sostituisce quello tradizionale delle RSA ma che può affiancarlo e ridurne la centralità e che abbatte notevolmente i costi.
È solo un esempio di innovazione, di adeguamento rispetto ai cambiamenti, per favorire la centralità dell’essere umano fino al termine della propria vita.

Post precedente: http://www.pisorno.it/rsa-pascoli-verso-la-chiusura-cgil-cisl-uil-comune-di-livorno-smantella-il-sociale-25-ottobre-la-protesta/

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