Livorno via Grande, angolo di via del Giglio, Salvini la felpa di rito con su la scritta ”LIVORNO”, un banchetto blindato dagli agenti in divisa antisommossa, circondato da fotografi e giornalisti alla ricerca dell’effetto mediatico
22aprile 2015 di B.G.
Un centro cittadino presidiato da blindati e carico di tensione che ha dovuto subire un black out, con rallentamento del traffico, e centinaia di persone a contestarlo, presente anche uno striscione con su scritto in modo inequivocabile: “Odio il piagnisteo degli eterni innocenti, chiedo conto ad ognuno di loro, di quello fatto ma soprattutto di quello che non hanno fatto. Non avrete MAI la nostra pietà e soprattutto non siete degni di spartire le lacrime con odio, indifferenza, razzismo e fascismo.”
Proprio la felpa è stata avvertita come provocazione e sono partiti i primi fischi e slogan: “Levatela, Livorno è un’altra cosa, Livorno è antifascista”. Poi la reazione di Salvini, ultra protetto dagli agenti, che inveisce alzando il dito medio e, dando degli sfigati, a quanti gli urlavano di andarsene mentre, con il suo IPad, filmava la protesta. A seguire, ovviamente, un ricco campionario di insulti reciproci dove non è mancato il lancio di uova e pomodori, materiale che, come possiamo immaginare, non scarseggia in un mercato popolare. Il tutto si è concluso senza incidenti e in modo indolore anche se, con la bandiera leghista data alle fiamme.
In programma, per il leader leghista, era prevista una visita elettorale nel mercato di piazza Cavallotti e per il centro città ma, vista la reazione della gente ha prevalso il buon senso ed è risalito in macchina per proseguire in altre tappe il suo tour. Anche se prima di lasciare la città ha dichiarato il suo impegno per ritornare e non una, ma due tre quattro volte… al momento non è facile capire se si tratta di una promessa o di una minaccia.
Davvero un deludente avvio di campagna elettorale per la Lega Nord che, probabilmente proprio a Livorno ha puntato sull’accattivarsi i voti dei presunti delusi del M5stelle e, in particolare il bacino elettorale dell’alta astensione registratasi nei partiti della destra e centro-destra, pressoché scomparsi da questo territorio. Infatti, a parte qualche attivista di sinistra o riferibile ai centri sociali, la maggioranza delle persone che protestavano e lo fischiavano erano passanti o comunque persone che si trovavano in zona per fare acquisti nel mercato di p.zza Cavallotti, a differenza di quanto tenta di dimostrare lo stesso Salvini, che tuttavia, adesso, può avvalersi dei sui stessi filmati.
Da non dimenticare anche il flop, di 4 giorni fa, del dibattito organizzato al “Gran Duca” con Borghezio, un dibattito aperto alla città, ultra blindato dalle forze dell’ordine ma, terminato in una sorta di 4 amici al bar.
VIDEO E FOTO: