In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, venerdì 25 novembre alle ore 21.00, presso il Centro Artistico Il Grattacielo di Livorno, lo spettacolo “Fin dentro la natura. Processo per stupro”.
24novembre 2016 da Dinora Mambrini
Come spiega Francesca Talozzi, ideatrice e regista dello spettacolo, “in questo lavoro vengono incrociate e messe a contrasto due drammaturgie che nascono dall’esame di due documenti storici: gli atti del processo per stupro subito nel 1612 dalla famosa pittrice Artemisia Gentileschi e il film documentario di Loredana Rotondo, trasmesso da RaiTre nel 1979, sul processo per stupro in difesa della giovane Fiorella”.
In scena sette donne: Anna Lugnani, Claudia Pavoletti, Francesca Finocchiaro, Francesca Cordì, Giulia Salutini, Giulia Panicucci, Ilaria Fierro, Lara Gallo. Sette donne che diventeranno Artemisia, Amazzoni irriverenti, Giustizie dolenti e abiteranno uno spazio privo di oggetti scenici ma animato da una scenografia incombente dove scorreranno elementi del documentario insieme ad elementi di suggestione grafica. Le scenografie sono di Martino Chiti e Nicola Buttari – Proforma Video Design, gli abiti di scena di Clara Rota e Martina Veracini, le foto e la grafica di Laura Sgherri.
Lo spettacolo “Fin dentro la natura. Processo per stupro”, che nasce da due mesi di lavoro, tenta di creare un nuovo spazio scenico lontano da tutti i segni che ormai codificano la violenza di genere.
“Abbiamo cercato di capire lo ‘stupro’ viaggiando dentro la storia e in particolare dentro due documenti processuali. Il processo in tribunale ha in sé già molto di una azione teatrale, attraverso il meccanismo degli interrogatori si generano autentiche drammaturgie e l’andamento ha in sé il passo dell’azione tragica. Ma non solo. Abbiamo scelto quei due processi, continua Francesca Talozzi, perché li consideriamo due spartiacque nella costruzione di una visione collettiva sulla violenza. Due documenti che è bene tenere nella propria memoria, che ci appartengono e che dicono ancora molto sul corpo della donna, sul suo ruolo all’interno della società, sulla protervia dittatoriale di uomini che considerano la donna un essere inferiore, sulla assoluta necessità dell’autodeterminazione per contrastare il sopruso, spesso quotidiano”.
“Nello spettacolo che presentiamo in anteprima a Livorno il 25 novembre, le storie e i processi di Artemisia e Fiorella sono posti in contemporanea, conclude Francesca Talozzi, azzardando l’ipotesi pesante che dal 1600 ad oggi ‘poco sia cambiato’.
Il linguaggio teatrale ha in sé questa inesauribile libertà: ridurre, e addirittura ribaltare, il consueto andamento cronologico dei fatti presi in esame e provare a dare vita a nuovi punti di vista, provare a svegliare le nostre coscienze, assopite fin troppo dagli innumerevoli meccanicismi di cui siamo circondati e circondate”.
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