Stagione di siccità ma, in località ‘Le Pescine’ tonnellate di acqua potabile viene dispersa. Lettera firmata in indirizzo al Sindaco di Calci

“Sorella acqua”, sempre più rara e sempre meno “potabile”. Ad oltre quaranta giorni dalla segnalazione niente è stato fatto

20agosto 2017 da Marco Chiletti, Calci

Egr. sig. sindaco di Calci, 

come Lei sa, a fronte di problemi nei rapporti con le istituzioni, non è mia consuetudine indirizzarmi ai media, trovando più corretto rivolgermi di persona ai diretti referenti; in quest’occasione però, a quanto pare non ricettivi.

La questione riguarda la (mala) gestione dell’acquedotto pubblico, in cui Ella dovrebbe rappresentare i miei interessi di cittadino e di utente – quantunque Acque SpA, azienda appaltatrice (in monopolio) del servizio di distribuzione, continui a rivolgersi a me con l’appellativo tanto inopportuno quanto sgradito di “cliente”(!) –. D’altronde, nonostante un referendum stravinto (ma solo sulla carta, purtroppo!), grazie ad una legislazione truffaldina elaborata nel più totale disprezzo del corpo elettorale e della democrazia, anche la nostra Amministrazione Comunale trae profitto (certo, ex lege; ma anche ignobilmente) da “sorella acqua”. (Poco importa poi – per lo meno in questa sede – se, per scelta altrimenti lodevole, tali utili vengono spesi “a beneficio” della popolazione). 

  • “In data 6 luglio, in occasione del mio controllo settimanale all’acquedotto privato che rifornisce le nostre abitazioni sparse sul Monte (giudicate da Acque SpA non degne di essere direttamente approvvigionate dal servizio pubblico) mi avvidi di una dispersione d’acqua in località Le Pescine; convinto trattarsi di un problemaacqua di mia competenza, mi premurai di individuare la perdita; interruppi però le operazioni di scavo quando mi resi conto che la medesima non interessava la nostra tubazione, bensì la parallela conduttura pubblica. Provvidi ad informarne immediatamente gli uffici comunali i quali, altrettanto prontamente (come in ben più onorevoli tempi passati), inviarono in loco, per preventivo controllo, un operaio, il quale altro non poté fare se non constatare quanto asserito. Dai nostri uffici partiva pertanto subito opportuna segnalazione al Gestore”.
  • “Dopo due settimane la situazione era non solo immutata, ma anche nettamente peggiorata. Inviai perciò nuovamente espressa nota al Comune (da cui ricevetti conferma di ‘sollecito effettuato’).
  • Oggi, a quaranta giorni dalla segnalazione, dal sottosuolo continua a scaturire un torrente d’acqua (che di recente qualche volenteroso ha provveduto a deviare nel fossato per rimediare al pantano nel frattempo formatosi – in nomen omen! – a Le Pescine): tonnellate di acqua potabile scientemente dispersa; sempre più rara e sempre meno “potabile”.

D’altronde, siccome “l’acqua è pubblica”, nei bilanci di una Società per Azioni – il cui unico scopo, giova ricordarlo, è statutariamente il profitto – quanta ne viene consumata non è contabilizzata come perdita finanziaria: contenere gli investimenti nelle opere (e, di pari passo, limare sul personale) diviene perciò motivo di merito economico (ma, garantisco, anche di disprezzo sociale) per il consiglio d’amministrazione in carica. Scaricando le perdite sull’utenza, la privatizzazione dei servizi produce dunque utili artificiosi per gli azionisti.

Mentre l’Italia intera sta affrontando una stagione di siccità straordinaria (cui, però, forse dovremo cominciare ad abituarci…), mentre intere popolazioni del Sud del mondo sono scacciate dalle loro terre per la devastante aridità in cui il nostro modello di iperconsumo le ha ridotte, nell’anno record dell’“Overshoot Day” (Giorno del Sovra sfruttamento della Terra) – 2017: 2 agosto – io pavento che un giorno i nostri figli considereranno tanta indifferenza come crimine contro l’umanità e, alla pari di come oggi noi non ci capacitiamo dell’olocausto, si domanderanno assetati come i loro genitori abbiano potuto essere così volontariamente ciechi. Marco Chiletti

  • P.S.: È noto che la dispersione media degli acquedotti italiani, a causa dell’obsolescenza degli impianti e delle mancate riparazioni, si aggiri attorno al 40%; in particolare, leggo che a Calci abbiamo addirittura il 56% di perdite. Non credo davvero che ciò rappresenti un primato di cui essere orgogliosi.
  • P.P.S.: Mi si dice che si tratti di dati obsoleti (come le tubazioni?). Eppure si tratta di cifre ufficiali tratte dal sito <http://www.acqua.gov.it/index.php?id=60>. A meno che anche per l’informazione e l’aggiornamento il governo Andreotti giochi a tirare al risparmio…

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