Strage di Piazza Fontana. 12 dicembre 1969, Giorgio Cremaschi: “ricordo davvero tutto”

Il 12 dicembre 1969 una bomba faceva strage nella sede di Piazza Fontana della Banca Nazionale dell’Agricoltura, a Milano, una terribile strage. 

12dicembre 2016 da profilo facebook Giorgio Cremaschi

Tanto tempo è passato e come sempre accade i ricordi vengono adattatati, cambiati, assorbiti dal presente. Provo allora a riassumere i miei ricordi.

  • Ricordo che subito dopo la strage il potere tentò di attribuirne la responsabilità agli anarchici. Così Giuseppe Pinelli si aggiunse alle 17vittime della bomba, pochi giorni dopo quando fu suicidato nella questura di Milano. E poi Pietro Valpreda fu accusato formalmente dell’attentato e ci vollero anni e una lunga lotta di controinformazione, per smontare la falsa pista costruita dagli apparati dello stato. Apparati complici ed autori della strage assieme alla manovalanza fascista, che comunque sono riusciti fino ad ora ad impedire che ggsu quel massacro e su tanti altri successivi si facesse piena luce.
  • Ricordo che in quei giorni si stava concludendo vittoriosamente la la lotta contrattuale dei metalmeccanici, che avrebbe cambiato in meglio tutta la storia del paese, e ricordo che quelle bombe erano dirette proprio contro quella lotta e contro gli studenti e i giovani, contro tutto il paese che si era ribellato a partire dal 1968.
  • Ricordo pochi giorni dopo Piazza del Duomo strapiena proprio di quegli operai e di quegli studenti che avevano capito tutto e che erano anche per questo ai funerali delle vittime della strage.
  • Ricordo Saverio Santarelli ucciso dalla polizia a Milano un anno dopo nella manifestazione che ricordava la strage.
  • Ricordo il tentativo reazionario di organizzare allora la “maggioranza silenziosa” per fermare l’avanzata della democrazia.
  • E ricordo che la strage di Piazza Fontana diede avvio alla strategia delle bombe che accompagnò questo tentativo, fino al 1980 da Milano a Brescia a Bologna, facendo oltre 350 vittime.
  • Ricordo che lo stragismo fascista e golpista allora poteva contare su soliti appoggi internazionali, nella CIA come nella NATO.
  • Ricordo che, solo due anni prima di Piazza Fontana, queste stesse forze avevano organizzato un golpe vincente in Grecia, portando al potere un gruppo di squallidi colonnelli assassini.
  • Ricordo che queste stesse forze nel 1970 tentarono lo stesso colpo in Italia, ma che fallirono per la mancanza degli appoggi inizialmente promessi, appoggi che vennero meno per paura della reazione popolare.
  • Ricordo che queste stesse forze potevano contare su una internazionale del golpismo con solide basi nella Spagna e nel Portogallo allora ancora sotto dittatura fascista.
  • E ricordo che i governi USA, impegnati nella criminale guerra contro il Vietnam, facevano pieno uso di questa internazionale. Che ebbe il suo maggiore successo nel 1973, quando in Cile riuscì a rovesciare in un bagno di sangue il governo democratico e socialista di Salvador Allende.
  • Ricordo Pier Paolo Pasolini che poco prima di essere ucciso scrisse: “Io so, ma non ho le prove” ….

Esattamente così, sappiamo tutto, ma il potere è riuscito a cancellare tutte le prove.

  • Ricordo la strage di Piazza Fontana come l’avvio del tentativo del potere di sconfiggere il grande movimento per la giustizia e l’eguaglianza sociale che allora percorreva tutto il paese.

E se quel tentativo reazionario fu allora sconfitto da un decennio di grandi lotte popolari, ora so che il potere imparò da quella sua sconfitta. Il potere fece tesoro della sua sconfitta e capì che più che le bombe serviva usare bene la finanza. Le bombe degli anni 70 non fermarono le conquiste dei metalmeccanici, i trenta anni successivi di politiche liberiste invece le distrussero.

Anche questo ricordo e, per ora mi fermo qui. 

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