Fondazione Teatro Goldoni sempre più orientata alla diffusione e valorizzazione della musica e delle arti del palcoscenico con i giovani e per i giovani
1gennaio 2016 da Maria Torrigiani ISSM “P. Mascagni”, Livorno
L’Istituto Mascagni con la sua attività didattica e concertistica di altissimo livello, i suoi alunni e i suoi insegnanti, per il quarto anno consecutivo hanno unito le proprie risorse per offrire ai livornesi un evento di qualità. In un mondo ed in una società sempre più segnati da divisioni ed incomunicabilità, abbiamo cercato di rafforzare e rendere ancora più evidente con il linguaggio universale della musica un messaggio di serenità e speranza.
La consueta scelta di brani tradizionali per questa undicesima edizione del Concerto di Capodanno è stata così arricchita da una selezione di rivisitazioni jazzistiche, con l’augurio che con i ritmi e la creatività propria di questa musica popolare ma colta, nata dai canti degli schiavi afroamericani, innestata su meravigliose pagine del repertorio classico ad opera di grandi maestri, possa aprirsi un anno di buone notizie, di lavoro e di solidarietà. Fondazione Livorno Fondazione Teatro Goldoni Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni.
Quest’anno protagonista del Concerto è l’Orchestra Jazz – composta da studenti, docenti ed ex alunni del Mascagni – diretta dal M° Mauro Grossi, jazzista che vanta una intensa carriera, capo dipartimento e docente di questo insegnamento che costituisce uno dei punti di più alto prestigio dell’Istituto. Con questo corso l’Istituto offre un itinerario di specializzazione nell’ambito del jazz, delle espressioni musicali che ne derivano, ma anche in settori particolari del mondo dello spettacolo e dei media.
L’obiettivo è di formare musicisti e compositori dalle competenze poliedriche, versatili, esperti in tecniche, stili e mansioni diverse, cui possano aprirsi opportunità anche nel mondo lavorativo dei media, dal broadcasting al jingle writing, dalla musica d’uso al balletto, fino alle musiche di scena e da film e al musical. “L’ISSM Mascagni è orgoglioso di essere per ben due volte protagonista al Goldoni, in un così breve lasso di tempo”, dichiara Stefano Guidi, direttore dell’Istituto. “E con due proposte che descrivono assai bene il profilo della scuola, che, sia con le attività didattiche sia con le iniziative concertistiche e di rassegne, affronta l’intero panorama musicale attraverso il tempo e attraverso i generi.
Dopo il bell’exploit dell’Orchestra Giovanile, apprezzatissima interprete della Cavalleria rusticana e di Zanetto, i titoli mascagnani andati in scena a dicembre, salutiamo il nuovo anno con l’Orchestra Jazz che interpreta un programma che è anch’esso paradigma di quanto la musica sia un unicum che trascorre le epoche e la letteratura.
“In programma, infatti, vi sono le rivisitazioni jazzistiche della Peer Gynt Suite di Edvar Grieg – in particolare di due brani della Suite op. 46, che l’autore stesso trasse nel 1875, insieme alla Suite op.50, dalle musiche di scena composte per l’omonimo poema drammatico di Ibsen – e di brani estratti dalla celeberrima op. 71 – Lo schiaccianoci, balletto che Pëtr Il’ič Čajkovskij compose tra il 1891 e il 1892 per il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Brani che appartengono a un repertorio classico e anche popolare, non di rado impiegati in colonne sonore cinematografiche, ma anche più volte rivisitati da interpreti e compositori, di jazz e non solo, nel corso del ‘900. Il brano Nell’antro del re della montagna, dalla Peer Gynt Suite, ad esempio, ha visto riletture da parte del gruppo metal Savatage, del gruppo hard rock Rainbow, della Electric Light Orchestra – E.L.O. e di Rick Wakerman, tastierista e compositore britannico (1949), esponente del progressive rock degli anni ’70. Qui l’arrangiamento dei brani originali di Grieg e Čajkovskij è quello a quattro mani, del 1960, di Duke Ellington (1899-1974) e di Billy Strayhorn (1915-1967), versione che ne è certamente la rivisitazione più famosa.
Il sodalizio tra il “Duca” – direttore d’orchestra, pianista, compositore – e l’allora ventiquattrenne Strayhorn – compositore, pianista, arrangiatore – durerà saldo e ininterrotto dal ’39 fino alla morte per cancro di quest’ultimo e rappresenta uno dei più interessanti e fecondi periodi della produzione di Ellington. E, ancora di Billy Strayhorn nell’arrangiamento di Michael Sweeney, l’Orchestra Jazz dell’ISSM Mascagni esegue Take the A train, del 1938, ispirato alla linea “A” della metropolitana di New York, che, a quel tempo, collegava Eastern Brooklyn a Harlem e alla parte nord di Manhattan. Pezzo di punta di Duke Ellington, col quale sovente Ella Fitzgerald apriva i suoi concerti, è un brano con molti assoli, presentazioni e ringraziamenti al microfono sulla musica che fluisce, secondo quello che è l’uso consolidato del concerto jazz.