Il coordinamento del Circolo Porto P.R.C. di Livorno esprime preoccupazione rispetto alla situazione che si è venuta a creare nei traffici dei ro-ro nello scalo del porto di Livorno
Livorno, 18febbraio 2016 da Rifondazione comunista, circolo Porto
In tale settore siamo passati in meno di un decennio da un solo terminalista, LTM (che nel 2008 ha movimentato 445.339 pari a 13.467.339 ton.) ad una frammentazione che ha creato una concorrenza esasperata, riducendo le tariffe portuali, fatto crescere le rese (metraggi) e il monte straordinari dei lavoratori delle imprese che eserciscono tali attività.
Con il risultato di sottrarre la ricchezza creata da porto a tutto vantaggio in primis degli armatori. Come ci insegna Marx, in tempi di crisi il capitalismo tende a sfruttare più intensamente i mercati già esistenti.
In questo quadro non comprendiamo la proposta dell’Autorità Portuale di voler attuare un “contratto di rete”.
Pur essendo d’accordo con un processo di unificazione, non vorremmo che dietro a tale strutturazione si nascondesse un tentativo di interposizione di manodopera, che minerebbe il percorso intrapreso dall’Autorità Portuale con il suo ingresso nell’Agenzia ex art. 17 volto alla costituzione di un pool unico di manodopera, che ha portato alla stabilizzazione di tale soggetto, anche se a nostro avviso rimangono delle criticità strutturali (revisione ord. 40 e attuazione ordinanza 9), almeno che tale progetto si ritenga superato o concluso.
Un’altra situazione incomprensibile è stato tutto il tourbillon creato attorno a gli accosti 14e/f/g e le rispettive aree di pertinenza; aree utilizzate per proroghe trimestrali a Seatrag, in estate passate a Grimaldi in “occupazione temporanea” contro ogni crisma di legge.
Non si comprende perché si sia scartata l’ipotesi di riconsegnare alla TDT l’utilizzo di quelle aree e banchine a fronte dell’assunzione dei lavoratori Seatrag, né tantomeno l’affidamento a Sintermar (occupazione temporanea a gogo) che avendo già una concessione per attività Ro-Ro, ai termini di legge non potrebbe avere un’altra concessione per la stesa tipologia merceologica nello stesso porto. Inoltre Seatrag è diventato il terzo art. 16 del porto di Livorno, aumentando la potenziale concorrenza nella fruizione della manodopera. Fra l’altro in questo traffico si movimenta meno dell’anno del record (2008), pur essendo raddoppiata l’offerta di aree e banchine.
L’Autorità Portuale dovrebbe svolgere la funzione di garante della concorrenza in porto, ma al contrario, l’AP livornese sta palesemente cercando di soddisfare le pretese egemoniche (in mare e sulle banchine) dell’armatore Grimaldi. Siamo ormai arrivati, da parte di questa Amministrazione, di soprassedere alle denunce fatte dai lavoratori, in merito all’utilizzo dei marittimi (di Grimaldi) per svolgere operazioni portuali come l’imbarco e lo sbarco di auto nuove sui traghetti e altro ancora.