Uno sciopero riuscito in uno scenario di una città che si è stretta nella solidarietà
25novembre 2014 di Silvio Lami, foto e video di Bazzi Giacomo
La piazza del Luogo Pio, nel quartiere della Venezia, stracolma di manifestanti come non si vedeva da tempo, dopo gli interventi delle rappresentanze RSU delle Aziende in sofferenza, l’atteso intervento del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Un discorso dialogante a 360 gradi, teso a illustrare tutti i percorsi, la vicinanza e gli impegni assunti nelle varie fasi di crisi aziendali e occupazionali dalla Regione Toscana, gli interventi in agenda sul Porto e gli stanziamenti da chiedere al Governo centrale per un piano speciale salva-Livorno.
Ma dal suo intervento emerge, anche, l’indirizzo di programma amministrativo e economico sulla città di Livorno, nella volontà della sua maggioranza regionale, all’interno del nuovo scenario Istituzionale che, come sappiamo, non trova però condivisione con chi amministra questa città (vedi ad es. la vicenda sulla nomina del presidente dell’autorità idrica toscana – Ait).
Cosa interessante nel suo intervento, il riconoscimento del fatto che, per uscire da questa condizione di depressione economica servano interventi pubblici (cioè serve più Stato) e forti stanziamenti di risorse. Il punto di divisione, con parte della piazza, resta tuttavia quello sulla scelte politiche e cioè se continuare a destinarli alle grandi opere inutili (per finanziare banche e speculazioni), o se viceversa utilizzarli su interventi mirati ad una più equa redistribuzione dei redditi, attraverso interventi capaci di garantire lavoro e reddito minimo per tutti/e, al fine di restituire fiato ad una economia nazionale, ormai stressata e che sta sprofondando nel degrado sociale.
La parte centrale e rilevante del suo intervento, non poteva essere diversamente, è stata riservato proprio ai lavoratori della TRW, di cui ha elogiato il comportamento esemplare tenuto durante questa difficile vertenza: “una battaglia forte, dura ma anche pacifica, da loro sono stato accolto e ci siamo lasciati con le lacrime agli occhi” ed in fine, la riproposizione della richiesta di ottenere il rinvio di un anno la chiusura dello stabilimento, definito inaccettabile l’atteggiamento tenuto dall’Azienda sintetizzato in “noi chiudiamo e arrivederci”.
Poteva risparmiarsi, probabilmente, il passaggio sulla retorica della resistenza partigiana e del dettato Costituzione: “l’Italia è una repubblica fonda sul lavoro”, in particolare nel giorno in cui in Parlamento, proprio il PD di Renzi, sta cercando di far passare norme che aboliscono tutele e garanzie nel mercato del lavoro: la cancellazione dell’art 18 (reintegro per discriminazione o giusta causa) e l’art. 4 (che proibisce la videosorveglianza), nell’obbiettivo di cancellare definitivamente “lo Statuto dei Lavoratori”. Cosa questa, che ovviamente, ha provocato le reazioni di contestazione con fischi e grida da parte di molti manifestanti.
Altra cosa che Rossi poteva risparmiarsi, è la caduta di stile quando nel valorizzare la sua presenza legittima sul palco, ha sottolineato l’assenza di altri: “sono qui a differenza di altri che, invece non vengono e preferiscono stare nelle loro stanze”, apprezziamo e riconosciamo al Presidente Enrico Rossi, anche nelle situazioni di crisi difficili, di averci messo sempre la faccia, una fra le molte quella dell’alluvione nella città di Carrara, ma per completezza di informazione, nel caso si riferisse al sindaco Nogarin, va ricordato, senza entrare nel merito della vicenda, che si trovava a Roma proprio per la vertenza TRW.
Tuttavia, quello di Rossi è stata una presenza significativa e un intervento importante anche per il fatto che ha confermato l’impegna delle istituzioni e in particolare della Regione toscana ad adottare risposte concrete per intervenire sullo stato di crisi della città di Livorno. Ma occorre attendere la verifica degli atti di sostanza, sulla distribuzione e destinazione delle risorse disponibili, per capire se la parte costiera toscana, cesserà finalmente di essere quel territorio marginale da sacrificare sull’altare della Città Metropolitana di Firenze.