Unione Inquilini e la solidarietà alle famiglie sfollate, che hanno trovato un riparo provvisorio nella Torre della Cigna

La debacle delle Istituzioni Pubbliche a fronte di un problema strutturale di dimensioni gigantesche, la perdita del lavoro e della casa, come diretta conseguenza della crisi economica e dell’austerità imposta dai grandi interessi finanziari.

15 dicembre 2016 da Paolo Gangemi, Unione Inquilini Livorno

Ovvio che a fronte di un programma governativo fatto di lacrime e sangue di pura macelleria sociale, era difficile immaginare interventi legislativi utili e necessari come quello di sospendere il canone libero, consentendo il solo canone concordato, e concedere il blocco degli sfratti, per dare il tempo alle istituzioni locali di mettere in atto un Piano Casa con risorse adeguate rispetto ai problemi. Al contrario il governo Renzi nell’ultima finanziaria appena approvata, ha decimato le risorse previste per il diritto alla casa. 

“A Livorno la situazione ha retto sul fronte degli sfratti di morosità incolpevole, grazie all’istituzione tempestiva della commissione prevista dalla legge regionale 75/2012, fino al settembre 2015, quando le risorse del Piano Casa sono finite.”

La città ha subito fin dal 2010 un disastro sociale superiore a qualsiasi altra area di crisi nel paese, e non è stato d’aiuto l’atteggiamento conflittuale dell’ex Prefetta nei confronti del governo locale e tanto meno la dichiarazione della propria indisponibilità a concedere i rinvii previsti per legge, senza il consenso del padrone di casa.  Il risultato di queste politiche è noto ai livornesi: famiglie poverissime buttate in strada nonostante la presenza di malati, vecchi e minori, costretti dalla necessità a occupare strutture pubbliche e private abbandonate al degrado. Fa parte degli edifici abitati dagli sfollati anche la torre del Cigna, inopportunamente realizzata nell’area di esondazione del Cigna, e che dopo una breve e tormentata storia fatta di allagamenti e di alloggi invenduti, a seguito del fallimento della società proprietaria, è rimasta deserta per molti anni. 

Non pare semplice l’attuazione dell’ordinanza del tribunale, per le evidenti difficoltà di trovare in breve tempo una sistemazione alternativa alle famiglie occupanti, dopo essere state sfollate di casa per morosità incolpevole, e dunque a tutti gli effetti senza dimora, per questo ci auguriamo che la trattativa per l’acquisto della Torre da parte dell’Amministrazione Comunale e Bnl si concluda al più presto. Restano invece le carenze normative in materia di urbanistica, per il mancato inserimento di opportune regole di salvaguardia dell’interesse pubblico nel regolamento edilizio e urbanistico in merito ad aree e edifici lasciati per anni vuoti e inutilizzati. 

Fatichiamo a capire la logica dell’Ass. Aurigi, alfiere di un nuovo modo di governare, che finora pare non aver colto l’occasione di nuovo progetto di Piano Strutturale della città, per inserire nello strumento urbanistico alcuni articoli, (come ha già fatto Pisapia a Milano), riguardanti edifici e aree pubbliche e private abbandonate da più di 5anni, per destinarle a riutilizzo sociale, con beneficio del diritto alla casa e della necessità di ampliare i servizi in molti quartieri. Regolamenti di grande interesse che l’assessore ben conosce e che ci aspettiamo vengano adottati anche a Livorno.

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