Verde urbano a Livorno. Dossier Lipu sulle cattive potature

Nella foto,Tamerice Terrazza Mascagni

Inquinamento dell’aria che provoca migliaia di morti all’anno per malattie respiratorie, cambiamenti climatici che causano alluvioni: gli alberi sono il migliore alleato per contrastare tutto questo, ma quanto ne siamo consapevoli?

31 marzo da Cecilia Giorgetti, Lipu. Foto Marco Dinetti

Nella foto, potature fillirea Barriera Roma
Nella foto, Tiglio via Don Aldo Mei
Nella foto,Leccio viale Italia

Il verde urbano abbellisce la città, produce ossigeno, rimuove le sostanze inquinanti, aumenta il valore dei nostri appartamenti e rappresenta un luogo di svago e relax per il benessere nostro e dei nostri bambini. Quanti più alberi con chiome folte e sviluppate abbiamo in città, tanto maggiori saranno questi “servizi ecosistemici”. Per garantire ciò esistono leggi e regolamenti ben strutturati, ma è bene che la gente sappia che spesso vengono infranti, ignorati o male interpretati, perfino dagli stessi enti che ne dovrebbero pretendere il rispetto. Questo poiché permane una scarsa cultura ecologica, legata a credenze medievali ormai superate dal progresso scientifico. Un esempio degno di nota è il Regolamento del verde urbano pubblico e privato del Comune di Livorno che all’articolo 6 vieta le potature tramite capitozzatura ed i tagli di rami con diametro superiore a cm. 10.

Il Dossier Lipu “Verde urbano: la cattiva gestione delle potature nella città di Livorno” è stato presentato alla stampa ed alla cittadinanza e mostra -con una ricca documentazione fotografica- una realtà fatta di interventi distanti dai criteri di gestione corretta, con potature drastiche che rimuovono gran parte delle chiome di alberi e siepi. Occorre sfatare la diffusa credenza che la “potatura fa bene agli alberi”: qui non si tratta di vigneti o alberi da frutto destinati alla produzione, ma di piante mature che hanno ben altri scopi. Pertanto le potature sono distruttive, indeboliscono le piante e le fanno ammalare perché dai tagli entrano funghi e parassiti, fino ad “ucciderle” nel giro di pochi mesi, come accaduto a lecci nel Viale Carducci, in Via Bengasi, a Villa Fabbricotti ed in altri posti della città. 

  • Potature del tutto inutili, pur rappresentando un costo per i cittadini che pagano le tasse, come quelle delle siepi a Barriera Roma dove fino all’anno scorso nidificava il piccolo Occhiocotto (parente della Capinera). In altri casi sono le scelte urbanistiche che continuano a consumare i terreni, progettando con una logica disattenta alle emergenze naturalistiche, come sta accadendo all’ultimo lembo di terreno aperto che resisteva presso Viale Boccaccio. In queste settimane l’Usignolo tornerà, migrando dall’Africa, e non troverà più quella che era la sua casa.
  • Sempre il Regolamento comunale vieta gli interventi di potatura nel periodo marzo-luglio, per rispettare la nidificazione dell’avifauna. Anche qui le infrazioni sono palesi, tanto che le potature sono proseguite, lo scorso anno come nel presente, anche in epoca di divieto. Ricordiamo che la distruzione di un nido è un reato penale ai sensi della Legge nazionale 157/92 mentre la Legge regionale Toscana 30/2015 vieta il deterioramento dei siti di riproduzione o di riposo degli uccelli.
  • Un addio anche ai nostri torrenti, ormai ridotti a brutti canali dove non c’è più natura, paesaggio, vegetazione. Da dubitare fortemente che gli interventi di presunta “messa in sicurezza” salveranno la città di Livorno da tragici eventi come quello che ben conosciamo. Anzi, leggendo i testi specializzati ci accorgiamo che questo approccio non fa che aumentare il rischio di alluvioni.

Per provare a fare due conti di questa scorretta gestione del verde, se assumiamo che sia stato interessato il 50% dei 10.000 alberi che potrebbero essere presenti in città, e assegnando un valore economico ornamentale prudenziale di 1000 euro ad albero, vengono fuori 5.000.000 di euro di danni al patrimonio pubblico, configurando un danno ambientale ed alla salute pubblica. Senza contare il cattivo esempio reso ai cittadini; quindi il nostro auspicio è che si cambi immediatamente rotta, rispettando e valorizzando gli alberi nel loro ruolo di utilissimi esseri viventi.

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