Vicenda Aamps, i comunicati di: Buongiorno Livorno/Rifondazione Comunista e Andrea Romano

7dicembre 2015

Da Buongiorno Livorno e Rifondazione Comunista

Marco Bruciati, consigliere comunale, Buongiorno Livorno
Marco Bruciati, consigliere comunale, Buongiorno Livorno
Francesco Renda segretario provinciale Rifondazione comunista Livorno
Francesco Renda segretario provinciale Rifondazione comunista Livorno

Sulla crisi di AAMPS assistiamo da giorni ad uno scambio di accuse tra PD e M5S. Noi pensiamo che tutte e due le parti abbiano delle responsabilità.

Sulla crisi di AAMPS assistiamo da giorni ad uno scambio di accuse tra PD e M5S. Noi pensiamo che tutte e due le parti abbiano delle responsabilità. Il PD è responsabile delle gestioni che hanno portato AAMPS nell’attuale condizione. Il Movimento 5 Stelle è responsabile di non aver saputo affrontare per tempo la situazione, muovendosi in modo tardivo e privo di prospettiva.

Noi però non vogliamo prendere parte a questi scambi di colpi, che servono solo la logica della propaganda. Noi vogliamo parlare delle possibili vie d’uscita dalla situazione. La nostra riflessione su una possibile soluzione del caso AAMPS parte da alcuni punti cardinali:

  • I lavoratori, sia di AAMPS che dell’indotto, devono essere tutelati;
  • i beni e servizi pubblici devono stare in mani pubbliche, a beneficio della collettività, e non essere gestiti secondo l’ottica del mero profitto privato;
  • la gestione del ciclo dei rifiuti deve tendere alla logica “rifiuti zero”, il che per Livorno significa anche essere in condizione di potere arrivare a liberarsi dell’inceneritore.

Muovendo da queste premesse, guardiamo alla situazione di AAMPS nel più ampio scenario del complesso dei servizi di pubblica utilità del nostro territorio. Le partite dell’acqua e del gas potrebbero presto finire in mano ad ACEA e a Toscana Energia, e abbiamo visto con la proposta di Iren subito rilanciata dal Pd come la fragilità della nostra azienda di igiene ambientale possa fare gola a facili appetiti privati. Il rischio più forte a cui siamo di fronte è a un arretramento del Pubblico su tutta la linea. Noi siamo convinti che gli enti locali debbano mantenere voce in capitolo nella gestione dei servizi essenziali per meglio tutelare occupazione, sostenibilità delle tariffe, salute ed economia del territorio. In altre realtà del Centro Nord esistono ottime esperienze pubbliche.

Preso quindi atto della più volte sbandierata volontà del M5S di tenere fuori AAMPS da RetiAmbiente, a questo punto ci chiediamo se si sta ragionando su eventuali aggregazioni di servizi a stretto controllo pubblico. Se qualcuno abbia preso in considerazione l’ipotesi. I tempi adesso sono quelli che sono: troppo tempo è stato perso, specie considerata la pesantezza dell’eredità delle passate amministrazioni. Ma la partita non può ancora dirsi chiusa. Certo, serve una chiara volontà politica di giocarla fino alla fine. C’è?

Da Andrea Romano:

Andrea Romano, Resistere! Azione Civica
Andrea Romano, Resistere! Azione Civica

Dopo aver ritirato il “terrificante” (cito l’assessore Lemmetti) piano industriale partorito a luglio, i vertici di Aamps hanno ora diffuso una nuova bozza, la quale non è altro che uno zibaldone formato dal vecchio piano con progetti tagliati e aggiunti alla rinfusa.

  • A pagina 6, 9 e 45 ci si continua a porre l’obiettivo del gestore unico Retiambiente, nonostante il Comune proclami da mesi una (finta?) opposizione alla privatizzazione targata PD, mentre a pag. 42 addirittura è scritto che “Aamps si farà parte attiva affinché sia affidato a Retiambiente” il servizio di riscossione della tariffa: il “prossimo conferimento di Aamps in Retiambiente” viene dato per scontato, in barba all’indirizzo opposto dato dal Consiglio comunale.
  • In modo ancor più sfacciato, a pag. 43 ci si compiace dell’aumento tariffario di 11 milioni di euro deciso a copertura dei crediti non riscossi, perché “valorizza patrimonialmente la società in vista delle perizie per il conferimento in Retiambiente”: la privatizzazione la fanno pagare a noi in bolletta! L’inceneritore è ancora considerato come “interessante opportunità commerciale” rispetto a Retiambiente, in ragione della “capacità produttiva inutilizzata”: in sostanza si progetta di bruciare sempre più rifiuti dall’area vasta.
  • A pag. 41 infatti, l’inceneritore viene magnificato per le sue “elevatissime prestazioni in termini di contenimento dell’impatto ambientale”, così come a pag. 46 viene ancora definito un “vantaggio competitivo a basso impatto ambientale”.
  • Venendo ai progetti, quello da ben 5 milioni per “efficientare” il forno è stato eliminato (ammettendo implicitamente lo spreco che rappresentava), ed al suo posto spunta qualche specchietto per le allodole come il costosissimo “museo dei rifiuti per bambini” (2.500.000 euro, pag. 67).
  • La tariffa puntuale è ancora ghettizzata a Montenero (pag. 118) con un investimento miserabile di 80.000 euro, tuttavia se prima era prevista entro il 2016 adesso è scivolata magicamente al 2019. Il porta-a-porta (PAP) viene esteso a 40.000 abitanti al costo previsto di 2.420.000 euro entro il 2018, mentre nel piano precedente l’estensione a 30.000 abitanti costava solo 400.000 euro. Quei 10.000 abitanti in più farebbero sestuplicare la spesa?
  • Cifre a casaccio, tanto è vero che, a pag. 68 si prevede solo a chiacchiere l’estensione del PAP in tutta la città entro il 2017, che a pag. 71 diventa già il 2018.

Insomma, siamo ancora al punto di partenza, con un piano incentrato su privatizzazione e inceneritore, senza la famosa strategia rifiuti-zero, la quale prevede prima di tutto l’estensione del PAP per aumentare la qualità e quantità della differenziata, risparmiando sui costi di raccolta e smaltimento, in modo da avviare quel risanamento che per Aamps è ormai un obbligo, se non vuole fallire o essere svenduta. Chissà stavolta cosa diranno i parlamentari grillini come Zolezzi, che ad agosto definì il piano “ridicolo” e a rischio criminalità, chiedendo un “piano di dismissione dell’inceneritore”. Stavolta non ci sono più scuse, l’attuale vertice Aamps deve passare l’incarico a veri esperti che rispettino gli indirizzi del Consiglio comunale.

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