Villa Corridi e Amianto a Livorno, la replica dei tecnici del Comune. Buongiorno Livorno: “una storia che nasce prima del 2014”

Image and video hosting by TinyPicLivorno è stato il porto d’ingresso di circa 15milioni di tonnellate di amianto proveniente da paesi terzi

20agosto 2016 da Stefano Romboli – Direttivo Buongiorno Livorno

Dal 1957 al 1995 dal porto di Livorno è transitato il 15% di tutto l’amianto importato in Italia. Questo materiale è stato usato in grande quantità nella cantieristica navale e in numerosissimi altri settori industriali e civili.

Livorno è pure la città capoluogo in Toscana con la maggiore percentuale di tubazioni d’amianto per l’acqua potabile, dopo Pisa (fonte: Autorità idrica toscana).

Image and video hosting by TinyPicIn una città già dichiarata “sito di interesse nazionale per la bonifica” avrebbe dovuto essere una priorità per le diverse amministrazioni che negli ultimi 20 anni si sono trovate a governare la città quella di realizzare un vero piano di smantellamento e di bonifica.
Livorno risulta essere la prima provincia d’Italia per casi di tumore della pleura (mesotelioma) causato dall’amianto non da ora, ma da molti anni (fonti: Archivio regionale mesoteliomi maligni e Osservatorio Nazionale Amianto).

La questione amianto dalla metà degli anni novanta è sollevata da vari comitati e soggetti che si occupano del tema salute e ambiente. Da Medicina Democratica a Vertenza Livorno (la rete a difesa della salute e ambiente a Livorno), dai Verdi ai Cittadini Ecologisti sono arrivate sollecitazioni e ammonimenti affinché si prendessero provvedimenti a fronte dell’alto rischio legato all’esposizione dell’amianto. I sindaci di centro sinistra hanno sempre fatto orecchie da mercante, certo non particolarmente sostenuti da chi doveva e poteva svolgere attività di controllo e di adeguata comunicazione.

Negli ultimi tempi l’attenzione al rischio dell’amianto sembra aumentata e la cosa di per sé è solo positiva.

Image and video hosting by TinyPicSenza entrare nel merito e nelle motivazioni che hanno portato l’Arpat a non fare segnalazioni e comunicazioni in passato (oppure se venivano fatte come mai non erano pubblicizzate e prese in considerazione?) adesso la responsabilità di inadempienze e ritardi è di chi amministra in questo momento la città. Bene quindi chiedere spiegazioni del ritardo con cui la Giunta Nogarin ha preso provvedimenti rispetto ai necessari lavori di bonifica presso la Villa Corridi, giusto per rimanere al tema che da tempo è al centro del dibattito cittadino.
Sarebbe però necessario, per chi ha il compito di raccontare i fatti e le storie cittadine, contestualizzare le situazioni e gli episodi e magari aiutarci a capire come mai fino a due anni fa ciò che riguardava la questione salute e ambiente non era al centro dell’attenzione e delle cronache locali.

Eppure, come detto, il problema è annoso e c’è sempre stato chi, invano, cercava di denunciare lo stato delle cose.

Image and video hosting by TinyPicA pensare male si farà peccato ma spesso ci si indovina e il sospetto che prima ci fosse la volontà di non disturbare il “manovratore” non può essere eliminato. Oppure magari dopo anni e anni di impegno e di attività per denunciare le nocività a Livorno e la pessima salute dei livornese si sta raccogliendo qualche frutto…
Certo è che chi governa la città adesso ha l’obbligo di fare tutto il possibile per migliorare la situazione e per non perseverare negli errori del passato (il sindaco è il primo responsabile della salute dei cittadini), quando la sottovalutazione o la negligenza su questi temi erano all’ordine del giorno: da questo punto di vista l’attuale giunta non sembra aver messo in cima alla propria agenda politica le politiche necessarie, a cominciare dall’informazione e della prevenzione. Chiediamo ancora una volta che venga fatto urgentemente.

Ma, nelle analisi e nelle narrazioni non dovrebbe mai venir meno una distribuzione logica ed equa delle responsabilità. Chi governa da due anni non può avere capi di imputazione come coloro che hanno governato per decenni e che hanno scelto di fare di Livorno un “distretto delle nocività”. Si rischia davvero di costruire capri espiatori e di far passare in secondo piano inadeguatezze e incapacità di chi adesso è chiamato a governare la città.

La replica dei tecnici del Comune sulla questione amianto a Villa Corridi

“gli uffici tecnici sono intervenuti con tempismo e nel rispetto della normativa”

Image and video hosting by TinyPicDopo il ritrovamento di schegge di amianto sulla superficie del parco giochi interno a villa Corridi nel giugno del 2015, gli uffici comunali si sono subito attivati, provvedendo all’immediata rimozione dei frammenti individuati e alla contestuale messa in sicurezza del parco di Villa Corridi attraverso la recinzione dell’area interessata (mantenendo peraltro un ampio margine di cuscinetto perimetrale rispetto al resto del parco).
Successivamente gli uffici hanno avviato le procedure per la messa a gara del lavoro di rimozione di materiali contenenti amianto a impresa specializzata, affidato a SEAL nell’aprile 2016.

Solo durante le attività di raccolta manuale dei frammenti da parte di SEAL, eseguita a partire dal’11 giugno scorso, è emerso che l’area contaminata era ben più estesa di quanto previsto inizialmente; a questo punto gli uffici comunali hanno ritenuto necessario informare l’Amministrazione che, con un ordinanza del sindaco, ha immediatamente disposto la chiusura del parco.

Tutte le operazioni sono state eseguite con celerità e nel massimo rispetto della normativa, secondo l’iter di seguito riportato nel dettaglio.

  • Gli uffici tecnici, a seguito del sopralluogo effettuato il 29 maggio 2015 da Polizia Municipale,  Protezione Civile e ARPAT per verificare la presenza di materiale composito affiorante nel parco, provvedono a recintare l’area del parco oggetto del rinvenimento quale misura preventiva.
    I risultati delle analisi effettuate da ARPAT in quell’occasione confermano, il 5 giugno, che si tratta di amianto.
  • Il settore Ambiente del Comune incarica AAMPS di provvedere alla immediata rimozione dei detriti affioranti (avvenuta il 12 giugno 2015 a seguito di ulteriore sopralluogo) e successivamente (12agosto 2015) di procedere all’analisi del terreno dell’area recintata.
    A seguito degli esiti sui campioni di terreno prelevati in cui si evidenziava la presenza di frammenti di materiale edile contenenti amianto, gli uffici comunali provvedono dunque a conservare la recinzione e impedire la fruizione dell’area interessata.
  • L’Ufficio Manutenzione Patrimonio Comunale, incaricato di provvedere alla rimozione del materiale edile rinvenuto nel sottosuolo dell’area recintata,  programma di inserire l’intervento nell’ambito dei lavori di rimozione di materiale contenente amianto in immobili comunali vari (dell’importo complessivo di 100.000 euro), finanziato a mutuo con delibera del consiglio comunale n.341 del 30/11/2015, in sede di modifica del programma triennale LL.PP.
    Con determina n.9506 del 23/12/2015 è avviata la procedura concorsuale negoziata per l’affidamento dei lavori, conclusasi con l’affidamento all’impresa Seal del 14 aprile 2016 (determina n.2530).
  • Il 7 luglio 2016 SEAL comincia le attività nel parco con una serie di sopralluoghi e la presentazione di un piano di lavoro al Dipartimento della Prevenzione della ASL 6 in cui descrive le procedure operative e di prevenzione che intende adottare per eseguire la raccolta a terra dei frammenti, nonché le ulteriori indagini necessarie a valutare l’estensione dell’area contaminata.
  • Durante l’attività di raccolta manuale dei frammenti, eseguita a partire dall’ 11luglio 2016, l’impresa SEAL rileva che la  presenza di frammenti non si limita alle aree indicate inizialmente, ma coinvolge una zona più ampia del parco, pertanto si rende necessaria una valutazione più puntuale, con indagini mirate e l’impiego anche di mini escavatore.
  • Il Sindaco, avvisato dagli uffici, dispone l’immediata chiusura del Parco (ordinanza sindacale 11.7.2016).

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Queste le azioni compiute dal Comune dopo la chiusura del parco:

  • Il 25 luglio scorso SEAL trasmette al Comune la relazione conclusiva delle attività, da cui emerge una presenza diffusa di frammenti nel sottosuolo (rilevata mediante il decorticamento del terreno) e, nel contempo,  l’assenza di fibre aerodisperse nelle zone indagate (già  rilevata mediante analisi specifiche).
  • In conseguenza della presenza diffusa di frammenti, il Dirigente del Settore Nuove Opere e Urbanizzazioni, a cui afferisce l’Ufficio  Gestione e Manutenzione Verde Pubblico,  attiva le procedure previste dal Codice dell’Ambiente in caso di eventi che siano potenzialmente in grado di contaminare un sito, ovvero ad effettuare la notifica agli Enti competenti in materia (tramite la piattaforma digitale SISBON) e avvia il processo di elaborazione di un’indagine ambientale preliminare, da sottoporre all’approvazione degli enti competenti in materia, all’esito della quale saranno decise le ulteriori azioni da intraprendere secondo quanto disposto dal Codice dell’Ambiente, fino a raggiungere il cosidetto “ripristino ambientale”.

Al momento si attendono  i risultati delle ulteriori analisi richieste ad ASL (Igiene e sanità pubblica) effettuate mercoledì 17 agosto scorso. Nel caso in cui l’esito  confermasse l’assenza di fibre aerodisperse, prima dell’avvio dell’anno scolastico 2016/17, uffici tecnici comunali e ASL adotteranno misure provvisionali atte a interdire l’accesso al parco dalle scuole. Tali misure, al momento in fase di studio, saranno adottate in modo da garantire la massima tutela dei frequentatori del parco e limitare al massimo eventuali disagi legati all’esercizio dell’attività scolastica e alla mobilità.

Il monitoraggio dell’assenza di una situazione di inquinamento da fibre aerodisperse proseguirà anche durante l’esercizio dell’attività scolastica nelle scuole ubicate all’interno del parco, per tutto l’arco temporale, al momento non definibile, che condurrà al cosidetto “ripristino ambientale”.
I lavori sarranno ovviamente effettuati nei periodi di chiusura delle scuole.

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