Raddoppio discarica Scapigliato, Medicina democratica: “REA ritiri il progetto, la Regione lo respinga in blocco”

18maggio 2017 da Da Medicina Democratica; Rosignano

MD ha scritto alla RT i motivi della sua opposizione al progetto REA di raddoppio della discarica di Scapigliato, con aggiunta oltretutto di un biodigestore ad alto rischio ed alto impatto ambientale, e una sezione dedicata al ricevimento di rifiuti contenenti amianto.

Carta geologica del Comune di Rosignano Marittimo, particolare dell’area di Scapigliato: quest’area è un isolotto di argilla circondato da torrenti e terreni cottolosi alluvionali
Legenda della carta geologica
Cartina dei pozzi nel Comune di Rosignano Marittimo: quelli più a nord sono posizionati sulle sponde del fiume Fine

Inquinamento dell’acqua

La discarica, in attività dal lontano 1982, nata come discarica provvisoria e riservata al comprensorio, poi estesa a tutta la Toscana per convenienze bipartisan (Comune e Regione), non avrebbe mai dovuto essere autorizzata per ragioni geologiche e di pericolo per il reticolo idrico circostante ed i pozzi comunali a valle di essa, come sotto specificato:

Dalla Carta geologica del Comune di Rosignano, allegata al volume “La scienza della terra, nuovo strumento per lettura e pianificazione del territorio di Rosignano Marittimo” del CNR (Mazzanti, Squarci ed altri, 1985) si evince che l’area di Scapigliato non è un’area argillosa omogenea, ma una sorta di isolotto argilloso (fig. 1 e 2) in mezzo ad una rete alluvionale (ciottolosa e drenante) solcata dai torrenti Sanguigna, Motornino, Motorno, Ripaiolo recapitanti nel torrente Savalano (o Savolano) e da questo nel fiume Fine, ai cui lati a valle sono collocati i principali pozzi del Comune di Rosignano: Migliarino 1 e 2, Fabbriche, Pietricci 1-2-3, Steccaia, Passo Caprioli (fig. 3)

Un’area a monte di pozzi pubblici (particolarmente importanti, visto che i restanti pozzi del Comune di Rosignano, nell’area di Vada, sono attaccati dal cuneo salino e inquinati da nitrati) non avrebbe mai dovuto essere autorizzata a ospitare una discarica, e tanto più oggi, ad essere raddoppiata. Si fa notare che l’intera area della bassa val di Cecina,  compresa l’area in questione, è profondamente stressata nella risorsa idrica dalla presenza dello stabilimento Solvay.

Inquinamento atmosferico

I precedenti gestori della discarica, vennero condannati per aver causato “danno esistenziale” ai cittadini residenti nei dintorni della discarica. Il processo penale si è chiuso nel 2010, confermando nel terzo grado di giudizio la condanna a tre dirigenti di REA. Si evidenzia che, anche se nel frattempo i dirigenti sono cambiati, la situazione di grave disagio e danno per i cittadini è proseguita, con fasi alterne, ed aggravata da ripetuti incendi. Si evidenzia che il danno ai cittadini non è stato e non è solo “esistenziale”, ma anche sanitario: il biogas di discarica infatti è solitamente composto da idrogeno solforato, mercaptani, altri gas e polveri sottili, ognuna delle quali sostanze provoca patologie. L’idrogeno solforato ad esempio, il più comune, può provocare il cancro anche a basse dosi, come testimoniano studi internazionali.

Non coerenza del progetto presentato da REA con il Piano rifiuti e bonifiche della Regione Toscana

“Portare i conferimenti in discarica dall’attuale 42% a un massimo del 10% dei rifiuti urbani (al netto della quota degli scarti da RD), corrispondente a circa 237.000 t/anno complessive. Risulta evidente che centrando l’obiettivo del 70% di raccolta differenziata e realizzando gli interventi di adeguamento della capacità di recupero energetico come prima descritto si riduce radicalmente la “dipendenza del sistema regionale dalla discariche”. Così recita (è proprio il caso di usare questo verbo …) il Piano dei rifiuti e bonifiche, fin dalle premesse, approvato con  delibera n. 22 del 29 marzo 2017del Consiglio regionale.

Con questa premessa, il progetto REA per essere autorizzata a ricevere circa 480.000 tonn/anno di rifiuti è fondato solo sulla previsione/volontà politica regionale di non diminuire con la stessa celerità (si fa per dire) i rifiuti speciali. Al contrario questi ultimi possono e debbono essere i primi ad essere ridotti drasticamente ad opera delle aziende che li producono, cambiando i cicli produttivi ed ambientalizzandoli.

No al biodigestore

Si premette che un impianto di Biostabilizzazione di REA fu inaugurato a Scapigliato il 30 Novembre 2015 come “ultimo ed importante anello della catena dei RSU”, per il trattamento della frazione organica. Evidentemente non era “l’ultimo anello”, se ora si propone quanto sotto. Si è legittimati a pensare che gli investimenti effettuati (anche pubblici) non servano allo scopo dichiarato. Il nuovo impianto proposto non ha nessuna attinenza con i bisogni del territorio, come si vede dalle quantità di FORSU da trattare in progetto:

I biodigestori in generale sono impianti ad alto rischio esplosione ed incendio, come dimostra un’ampia casistica nazionale ed internazionale. E sono impianti molto “odorigeni. Nella zona di Scapigliato non è ammissibile esporre i cittadini ad ulteriori disagi e danni, né esistenziali né sanitari, dopo quelli sanzionati dal Tribunale nel 2010, come visto sopra. 

Sottoposizione alla legge Seveso 334/99, Parere preventivo del CTR (Vigili del fuoco): a pag 37 di 109 è esposto un flusso in uscita di biometano di ben 31.530.000 normalmetri cubi di biogas e biometano, con relativo stoccaggio, quantità che sottopone l’impianto alla legge Seveso 334/99 e successiva Seveso III n.105/2015 allegato 1, soglia superiore (200 nmc). Ciò prevede anche la predisposizione di un Piano di emergenza esterno all’impianto, per la protezione della popolazione e la sua informazione preventiva.

 Visto tutto quanto sopra, si chiede il respingimento in blocco del progetto, e l’avvio della chiusura in sicurezza della discarica, da concludersi entro il termine dell’AIA 159/ 2012. Da subito si chiede la soppressione dei codici CER più pericolosi, come i fanghi al cromo, i fanghi di escavo portuale e di bonifiche di siti inquinati e simili.

  • Il Tirreno 14 aprile 2010: Danni per i miasmi, la Cassazione riapre il caso di Scapigliato. “Una sentenza storica” esulta l’avvocato Nando Bartolomei, uno dei legali delle 27 parti civili che hanno vinto il terso round nell’annosa vertenza…
  • Incendio del 4.4.2014: “In seguito all’attivazione da parte del Dipartimento di Livorno, si è provveduto ad analizzare i dati meteo disponibili nella zona attorno alla discarica in località Scapigliato, dove il 4.4.2014 tra le 4:00 e le 11:00 (ora locale legale) si è sviluppato un incendio presso il lotto 6 (area W) che ha interessato una superficie di circa 600 m2.” Fonte Arpat.
  • Incendio del 13.4.14: “Nella notte fra sabato 12 e domenica 13 aprile il personale reperibile di ARPAT del Dipartimento di Livorno è stato attivato dalla sala operativa dei VV FF di Livorno, che ha segnalato la presenza di un incendio presso la discarica gestita da REA Impianti in Loc Scapigliato – Rosignano M.mo.” fonte Arpat.
  • Incendi del 28 marzo 2015 e del 21 aprile 2015. fonte La Nazione 17.9.16
  • “Danni alla salute umana causati dall’idrogeno solforato” Maria Rita D’Orsogna,1 and Thomas Chou2 1Department of Mathematics, California State University at Northridge, Los Angeles, CA 91330-8313 2Department of Biomathematics, David Geffen School of Medicine, University of California, Los Angeles, CA 90095-1766  (Dated: January 14, 2010).
  • Sito REA 30.11.15
  • http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/ 
  • Sugli incidenti in biodigestori si veda il sito http://www.ruralpini.it/Commenti04.10.12-Biogas-tedesco.htm

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