Andrea Marini, un livornese giramondo su “nasoblu”

andrea-2Nel 2.000 lascia l’insegnamento e decide di cambiare vita…

2ottobre 2016 di Luca Stellati

Ragioniere, perito commerciale e programmatore all’istituto Piero Calamandrei di Via Marradi a Livorno, fa la vita del giovane insegnante precario, ma quando vince finalmente cattedra nel 1999, qualcosa è scattato.

Era montato in barca vela per caso, a metà degli anni ‘80, e nel 90 era riuscito a comprare il suo primo barchino in legno di 8 metri, Alga. Divideva il tempo fra lo studio, la barca ed i libri sui viaggi, ma fino ad allora si era spinto al massimo in Corsica e Sardegna, nella acque “rassicuranti” del cortile di casa.

Il suo sogno era vivere sul mare. Ma, quando rinuncia all’insegnamento (anche perché Dini aveva già falcidiato nel 1995 le speranze di lavorare 20 anni e posticipate altri e più avvincenti progetti di vita) si trova a fare i conti con le dura esigenze del sopravvivere, si arrangia con lavori saltuari, e per un momento rimpiange anche la sicurezza del posto fisso lasciato. In quegli anni, alla fine, di tempo per andare in barca ne rimane meno di prima: inizia a collaborare con scuole di vela ed associazioni sportive, in particolare con la Mediterraneo, associazione di utenti della salute mentale.

andrea-1Nel 2005 matura la decisione di prendere una barca da altura e partire per un viaggio a lungo raggio, compra e ristruttura “nasoblu”, un 12 metri con scafo in acciaio, inizialmente si associano tre amici con l’dea di fare una navigazione oceanica continuativa di 5 anni. Per un po’ si va cosi, ma dopo un paio d’anni gli inderogabili casi della vita provocano la rinuncia degli amici, ed Andrea si trova solo “ma mi sono reso conto che ormai non era più un viaggio, era diventato il mio modo di vivere…” Dopo il 2005 rientra in Italia per la prima volta in Italia nel 2007 e poi le estati successive, lavorando dal 2009 al 2013 per Mediterraneo Onlus, l’associazione per cui aveva fatto volontariato anni prima.

Io l’ho conosciuto quest’estate ed ieri gli ho estorto qualche impressione:

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERAD: Ti è capitato di fare settimane di navigazione in solitaria, come l’hai vissuta?

R: “Con una tranquillità assoluta associata ad una costante allerta, che spinge l’adrenalina al massimo, i due opposti insieme. So di prendere parte ad un gioco chiaro della natura, il mare non lo puoi ingannare, puoi conviverci se ce la fai. Ma io non sono un navigatore solitario, mi piace andare per mare con amici e con Bianca, la mia compagna.”

D: Come riesci a vivere 9 mesi all’anno nei Caraibi?

R: “Si vive con poco, non ci sono le bollette, si sta in ciabatte e pantaloncini, ogni tanto si porta in giro qualche turista e poi, dopo la morte dei mie genitori, ho alienato la casa di famiglia.”

SAMSUNG DIGIMAX A503D: Com’è la vita là?

R: “E’ più lenta ed è positivo, ma io cerco in modo particolare la relazione con le persone e la mia esperienza dice che c’è gente diversa ad ogni latitudine. Mi piace fermarmi parecchio in un luogo, trovare amici e vivere come uno di loro, a terra in genere mi muovo in bicicletta, praticamente ho girato tutta Cuba e parecchie regioni anche in “continente”. Essere lì con la barca mi da poi la possibilità di portarmi dietro la mia storia, di relazionarmi per quel che sono, senza che i diversi percorsi di vita diventino una barriera.”

D: Ho saputo che sei stato fra i promotori di “Los Correos de La mar”, cos’è?

R: “Un’associazione che organizza piccoli trasporti umanitari verso l’Africa, con sede a Las Palmas di Gran Canaria e presieduta da Marta, una ragazza del posto; vi aderiscono ogni anno una decina di barche che intraprendono le rotte oceaniche e fanno consegne volontarie”.

los-correos-de-la-marIl 17 ottobre Andrea lascia nuovamente Livorno, che il mare e la terra caraibica ti siano propizie!

Ecco qualche scatto dei luoghi e delle persone della vita di Andrea. Clicca per ingrandire o vedi in sequenza:

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