Dopo aver visto il toccante docu-film di Gianfranco Rosi “Fuocoammare”, premiato con l’Orso d’Oro all’ultimo Festival del Cinema di Berlino, sulle tragiche vicende legate alle traversate del Canale di Sicilia da parte dei profughi provenienti dalla Libia, ho contattato un mio ex studente di Lampedusa che ha frequentato l’istituto “G. Matteotti” di Pisa per complimentarmi, come peraltro avevo fatto altre volte, per il grande spirito umanitario degli abitanti dell’isola delle Pelagie
4marzo 2016 di Andrea Vento, Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati. Inviare le adesioni all’appello a: gigamail2014@gmail.com
Con notevole sorpresa mi sono sentito rispondere che ancora non erano riusciti a vedere il film in quanto da circa 15 anni è stato chiuso l’unico cinema, peraltro all’aperto, presente in tutta l’isola ma che tuttavia si stavano organizzando in qualche modo per fare la proiezione.
Sono rimasto amareggiato dalla situazione di abbandono culturale in cui lo stato italiano relega i cittadini delle isole minori e dei piccoli centri localizzati in contesti territoriali marginali ove la presenza di sale cinematografiche e librerie sono demandati completamente al mercato e laddove non vi sia un ritorno economico adeguato scompaiono inesorabilmente.
La situazione, a mio avviso è ancora più grave per quanto riguarda Lampedusa, avamposto meridionale dell’Unione Europea, che esposta ad un flusso ininterrotto di profughi si è distinta per la grande generosità e accoglienza nei confronti di uomini e donne disperati in fuga da guerre, catastrofi climatiche e dittature spietate. In particolare un particolare encomio a mio avviso va riconosciuto alla sindaca Giusi Nicolini che già all’indomani della carneficina del 3 ottobre 2014 denunciò con sdegno l’insensibilità dell’Unione Europea affermando che non era accettabile che i profughi “arrivassero a nuoto sul suolo comunitario a richiedere asilo politico” avanzando la proposta di immediata apertura di canali umanitari per evitare altre stragi e drammatiche sofferenze ai profughi, preda di trafficanti di uomini privi di alcun scrupolo.
Anche in considerazione del fatto che proprio in questi giorni la proposta di Giusi Nicolini ha trovato finalmente attuazione, accogliendo i primi 93profughi siriani attraverso un canale umanitario, grazie all’opera meritoria della Comunità di S.Egidio e non certo dello stato italiano e tantomeno dell’Unione Europea che sta mostrando il suo lato peggiore nella vicenda dell’accoglienza dei profughi, lanciamo come Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati un appello al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al Ministro della Cultura, Dario Franceschini, affinché a Lampedusa venga aperto quanto prima un cinema- teatro in una struttura stabile al coperto che offra ai suoi residenti la possibilità di fruire durante tutto l’anno di uno spazio culturale adeguato.
La parità di accesso alla cultura è un diritto sancito dalla nostra Costituzione e laddove il mercato e la libera impresa non sono in grado di offrirla è dovere dello stato garantirne parità di accesso a tutti i suoi cittadini, a maggior ragione per i lampedusani che si sono distinti in questi anni per l’incessante opera meritoria di salvare e accogliere esseri umani disperati dopo aver attraversato odissee inenarrabili.
Sarebbe paradossale che agli abitanti di Lampedusa arrivasse prima il Nobel per la Pace, a cui sono candidati nel 2016, che la riapertura di un cinema.
Inviare le adesioni all’appello a: Giga (Insegnanti Geografia) blog “appello per l’apertura di un cinema-teatro a Lampedusa/