Appunti ‘in progress’ sul Chile

Riflessioni sul paese sudamericano a circa 2 mesi dal referendum

22 Febbraio 2020, di Rodrigo Rivas

L’appuntamento del 26 aprile rappresenta un’opportunità storica che comporta grossi rischi:

  • Poiché il processo è controllato dal governo
  • Poiché tra i temi dell’Assemblea costituente non sono state ammesse diverse proposte di primaria importanza
  • Poiché anche nel caso di vittoria dell’opposizione si porrà il problema dei quorum: 2/3 per approvare ogni proposta. Perché si tratta di un quorum (di eletti, non di voti) difficilmente raggiungibile, finirebbero per prevalere le disposizioni della costituzione pinochetista. In questo contesto, la mancanza di una direzione politica riconosciuta, acquisterà un peso preponderante

Nondimeno, il punto di partenza è che il gioco è stato accettato ed è ormai iniziato

Il contesto odierno è caratterizzato da una diminuzione relativa della mobilitazione ma minore di quanto si attendeva

In particolare, hanno funzionato i comitati di quartiere in tutto il paese, per analizzare le proposte di nuova costituzione e far pesare l’opinione popolare.

Questi comitati (cabildos), sono una ramificata organizzazione dal basso che esprimono un’alternativa organizzativa reale attraverso forme conclamate di democrazia diretta

A marzo, il paese ritorna alla normalità (è l’equivalente del settembre italiano).

Dal punto di vista della mobilitazione popolare implica il ritorno dei giovani, che sono stati la forza dirompente del processo

Quindi, buona parte del futuro prossimo si deciderà a marzo

Nel movimento sembra prevalere la tesi di intensificare la mobilitazione, ma l’ala più legata ai partiti propone di sospendere la mobilitazione per togliere spazio ai provocatori

E’ il solito ricorso alla paura che, peraltro, come afferma un detto popolare, è cosa viva

Esistono prove documentali sul fatto che il governo ha effettivamente infiltrato la cosiddetta “prima linea”, e cioè la forza interna d’ordine che protegge sia i manifestanti che funzioni essenziali come i soccorsi medici

Penso che sarà un rischio che bisognerà correre

Le risposte del governo sono state di estrema violenza.

Le cifre ufficiali parlano di migliaia di persone agli arresti, qualche migliaio di feriti, centinaia di persone che hanno perso un occhio o hanno seri problemi oculari e di minorenni incarcerati, decine di violazioni

Negli ultimi giorni si è saputo che militanti della estrema destra stanno acquistando armamento sofisticato

Da considerare che, finora, la presenza delle forze armate sulle strade è stata di molto bassa intensità. La repressione è stata pressoché totalmente a carico dei carabinieri (pacos)

Si può presumere che così s’intende

  • Preservare l’unità delle forze armate
  • Dispiegare successivamente tutta la loro potenza in base all’andamento dell’Assemblea costituente
  •  
  • Poiché tutte le previsioni coincidono su una larga vittoria popolare della popolazione, gli analisti benpensanti, democristiani e progressisti, sostengono che il paese avrà tre possibilità:
  • a) un governo di unità nazionale che definisca i confini del nuovo ordinamento politico sotto il controllo dei partiti (e del governo in carica),
  • b) l’abdicazione del governo, che aprirebbe una lunga campagna elettorale che vedrebbe molto probabilmente il prevalere della Convergencia (il centrosinistra, con o senza il PC) con un probabile scatenamento delle attività sovversive di destra
  • c) “più dello stesso”, e cioè la piena continuità di un governo che continuerebbe ad essere legale ma delegittimato.

La prima ipotesi, che in questa lettura sembra quella preferibile, riporterebbe la situazione alla casella di partenza rifondando il prevalere della “classe politica” ma in un clima di riformismo più o meno significativo, capace di accogliere alcune richieste significative del movimento su pensioni, salari, educazione, salute e scuola, dando respiro ad un’ipotesi che per comodità definirei socialdemocratica.

Queste riforme non richiedono di alcuna riforma costituzionale

La loro non applicazione rivela l’insensibilità del governo in carica ma, anche, il cinismo di una classe politica che pur accettando teoricamente la loro ineluttabilità, le tengono come carte da giocare in futuro

Il cinismo deriva dal constatare che questo rimando provoca morti e sofferenze addizionali

L’intensità di questa ipotesi riformista dipenderà dalle dimensioni della vittoria elettorale e dalla capacità della mobilitazione per impedire un nuovo inciuccio gattopardesco

Le opzioni a sinistra sono molto meno chiare

Va da sé che le riforme che mirano a migliorare la vita della popolazioni non sono da trascurare e vanno accolte e approfondite anche da eventuali ipotesi politiche più avanzate

Rimangono però, alcune questioni non risolvibili in un’ipotesi puramente riformista. L’enumero in ordine sparso

  • La prima ha a che fare con ciò che i cileni chiamano potere popolare e che si riferisce a forme di esercizio permanente della sovranità popolare
  • La seconda ha a che fare col riconoscimento formale della esistenza di popoli diversi all’interno della entità statale denominata Cile. Il riferimento d’obbligo, ma non il solo, è al popolo mapuche
  • La terza ha a che fare col patriarcato. Il risveglio di un potente movimento femminista che rivendica la parità di rappresentazione (non solo di candidature) a tutti i livelli, con allegati riferiti alle altre espressioni di genere, non è compatibile neppure con un’ipotesi puramente riformista
  • La quarta si lega al buon vivere e, quindi, a tutta la tematica della natura in quanto soggetto di diritti, a partire dalla considerazione dei diritti degli animali e di tutti gli esseri viventi
  • La quinta, legata ma non confondibile, si riferisce al primato dei beni comuni come diritti inalienabili dell’insieme delle persone.

Nella pratica, si riferisce anzitutto all’acqua, alla terra e alle risorse naturali da rinazionalizzare e da considerare proprietà collettiva.

In questo capitolo s’iscrive pure il ricupero delle aziende di servizi pubblici da mettere sotto controllo pubblico attraverso formule da definire non necessariamente statali

  • La sesta è quella della trasformazione della funzione del credito in bene comune gestito, come le strade od i telefoni, attraverso formule tutte, anche queste, da inventare.

Tutto questo è ciò che va sotto lo slogan “trasformare la dignità in abitudine”

Tuttavia, queste basi programmatiche non sono un programma ma soltanto l’espressione di un profondo desiderio de trasformazione che richiede un governo (reale) ben al di là di qualsiasi ipotesi riformista

In questo senso, penso che si possa dire che queste aspirazioni rappresentano il punto attuale di maturazione di ciò che è stata l’esperienza di Unidad Popular (1970-1973).

Ricupera il valore della democrazia in quanto attributo della trasformazione e cerca le sue strade lungo una strada nuova e non esperimentata finora. “Né calco né coppia”, scrisse un peruviano negli Anni ‘30

Ergo, a 4 mesi dall’inizio della rivolta, si può affermare che in Cile è stato man mano abbozzata un’ipotesi di trasformazione che potremmo chiamare per comodità di “eco socialismo del secolo XXI”

Tuttavia, ciò che è in corso in Cile non è una rivoluzione ma una ribellione popolare

Penso che le rivoluzioni senza ribellione siano destinate inevitabilmente a burocratizzarsi, ma la distinzione tra i due epifenomeni è importante

La ribellione guarda al passato.

Vuole vendicare le umiliazioni subite.

Intende ricuperare la dignità.

Non ha bisogno di un programma

La ribellione pretende di guardare al futuro.

Ha bisogno di un programma, di un blocco di alleanze, di una direzione

La direzione non va confusa con l’idea di un partito, che ne rappresenta solo una variante peraltro largamente superata a mio parere

Parlo ovviamente del partito leninista, inteso come l’avanguardia di professionisti della rivoluzione o, più modestamente, la talpa.

Nel Cile del 2020, invece, l’avanguardia è costituita dalle masse ed i partiti, compresi quelli che pretendono essere avanguardia, non giocano per ora alcun ruolo importante

In queste condizioni, tutto lo spettro politico può diventare più un elemento di conservazione che di trasformazione. Ciò comprende a pieno la sinistra politica

Tuttavia, lo spontaneismo non è sufficiente.

La prima esigenza di lungo respiro per i rivoluzionari cileni è come trasformare questa massa di aspirazioni in un programma

Si tratta di farlo in un contesto pericoloso ed in un ambiente ostile

Ergo, il processo cileno va legato ai paesi vicini. E’ vero che oggi il Cile è la punta esperimentale di un processo di ribellione continentale (e non solo)

Lo è altrettanto che ha bisogno della solidarietà dei popoli vicini. In questo senso penso sia necessario combattere le ipotesi nazionalistiche fondate sulla sua unicità, una variante nazionalista sinonimo di sconfitta

E bisogna considerare che esiste pure la possibilità di un’altra sconfitta epocale

Il compito della politica è tracciare linee d’indirizzo possibili e intransigenti quanto basta, per sommare volontà ed affrontare nel migliore modo possibile l’acutizzarsi più che possibile dello scontro

Questo compito appartiene di diritto a coloro che abitano in Cile.

Dall’esterno, penso, al massimo possiamo cercare di contribuire con qualche riflessione e, soprattutto, dando tutto l’appoggio possibile alle voci interne amplificando la nostra capacità di trasmissione

Il settarismo, come sempre, è più che inutile, dannoso   

R. A. Rivas

Città di Castello, 21 febbraio 2020

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