A Barcellona la lista «Barcelona in Comu» che appoggia la candidata sindaco, Ada Colau, ha vinto le elezioni con il 25,20% e 11 seggi su 41 del consiglio comunale.
25maggio 2015 di Paolo Ferrero
I giornali italiani nella loro solita interessata semplificazione hanno detto che si trattava di una lista di Podemos. Non è così. La lista Barcelona in Comu è stata proposta da Ada Colau che è portavoce del movimento contro gli sfratti (PAH) di Barcellona e non aderisce a nessun partito.
A questa proposta hanno aderito Izquierda Unida, Podemos, Iniciativa por Cataluna e altre formazioni politiche minori oltre alle istanze del movimento per la casa e di altri movimenti. Si tratta quindi di una iniziativa di movimento che ha riunito tutte le forze della sinistra di alternativa su una piattaforma chiara e senza lo scioglimento di nessuna di queste forze.
A questo risultato positivo si somma il risultato del CUP (sinistra radicale libertaria ed indipendentista) che ha raggiunto il 7% e 3 consiglieri.
Vi è quindi una affermazione delle forze di sinistra e di movimento che a Barcellona riusciranno probabilmente a governare la città (che data la legge elettorale spagnola possono anche essere governate con governi di minoranza). Molte delle elucubrazioni di repubblica su Podemos e sull’accordo con i socialisti mi paiono quindi informazioni piuttosto distorte, a metà tra il desiderio e la disinformazione interessata degli orfani prodiani di casa nostra.