04aprile 2016 di Beatrice Bardelli
Acqua: Bene comune? Risorsa vitale? Si certo è un diritto ma, ad Arezzo invece,
chi vuol far rispettare il referendum del 2011 che ha sancito che l’acqua deve rimanere pubblica, viene punito con il distacco dei contatori e del servizio idrico:
“Siamo giunti a un livello di scontro senza precedenti” dice il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo che stamani ha occupato per protesta la stanza del sindaco.
Oggi, alle 17.30 a Firenze, manifestazione davanti alla sede di Publiacqua, contro le privatizzazioni messe in atto dal Governo
Ci giungono notizie dal Comitato Acqua Pubblica di Arezzo che nei giorni scorsi Nuove Acque Spa, l’azienda che gestisce il servizio idrico locale, ha proceduto al distacco della fornitura di acqua per varie famiglie di cittadini che aderiscono alla Campagna di Obbedienza Civile e che, da quasi 5anni, si auto-detraggono dalle bollette la quota relativa alla remunerazione del capitale investito, abrogata dal referendum del 2011. Ricordiamo che sulla mancata applicazione di questo referendum pende ancora un ricorso al Consiglio di Stato. Nonostante questo e nonostante che negli anni scorsi il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo abbia vinto vari ricorsi di fronte ai Giudici (in 2 casi Nuove Acque Spa è stata condannata a rimborsare gli Obbedienti Civili e a pagare una penale).
L’azienda aretina, controllata nei fatti dalla multinazionale Veolia, si è resa responsabile di un gravissimo atto di forza, provvedendo a sigillare, ed in qualche caso addirittura a togliere, i contatori a vari nuclei familiari. Tra questi anche una famiglia con un bambino di 8 anni, con la febbre a 38, senz’acqua da martedì scorso.
Il Comitato aretino si è subito mobilitato per portare il massimo supporto ed aiuto possibile alle famiglie coinvolte portando taniche di acqua e mettendo a disposizione un camper per permettere alle famiglie almeno una doccia. Fortunatamente è subito scattata anche una forte azione di solidarietà da parte dei rispettivi vicini di casa. Una situazione da fronte di guerra dove il Comitato di Arezzo non è certo rimasto inerte sporgendo immediatamente denunce penali con la richiesta di riallacci immediati. In questi giorni ci si aspetta che il giudice imponga con un’ordinanza al gestore idrico di togliere i sigilli e di riallacciare l’acqua agli obbedienti. Il Comitato ha inoltre annunciato nuove azioni fin dai prossimi giorni.
- Intanto, stamattina, il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo – Organizzazione per la tutela dei cittadini ha deciso di fare un presidio – occupazione della stanza del Sindaco di Arezzo, per pretendere dal primo cittadino, responsabile per legge della salute pubblica, di agire nel pieno dei suoi poteri per far riattivare il servizio idrico agli “obbedienti” distaccati.
- Sempre oggi, nel pomeriggio, a partire dalle ore 17.30, a Firenze, ci sarà la manifestazione di fronte alla sede di Publiacqua, via Villamagna 90, davanti al CPA, contro le privatizzazioni messe in atto dal Governo.
Dalla provincia di Pisa il Forum Acqua Valdera ha condannato l’azione di Nuove Acque Spa ed ha espresso tutta la propria solidarietà al Comitato Acqua Pubblica di Arezzo e, soprattutto, agli “obbedienti” che sono stati puniti dall’azienda con la sottrazione e la privazione di un alimento essenziale alla vita degli esseri viventi come l’acqua per aver voluto far rispettare il referendum del 2011 sull’acqua pubblica, vinto grazie a 27milioni di voti favorevoli.
“Il Forum Acqua Valdera esprime la massima solidarietà e vicinanza a tutte le famiglie coinvolte in questo vergognoso atto unilaterale di Nuove Acque Spa. Un feroce attacco “locale” all’idea di acqua pubblica espressa da quasi 27milioni di italiani nel 2011, che fa il pari con gli attacchi che in queste settimane, a livello nazionale, si stanno sferrando contro la legge per la pubblicizzazione dei servizi idrici, sottoscritta nel 2007 da oltre 400mila cittadini.
L’acqua è un diritto umano, non una merce, ribadiamo ancora una volta che è inaccettabile il distacco della fornitura per qualsiasi cittadino, anche se moroso (per il quale deve comunque valere la garanzia del diritto al quantitativo minimo giornaliero necessario). Figuriamoci per chi moroso non è, e chiede semplicemente il rispetto dell’esito dei referendum, e con esso della volontà della stragrande maggioranza del popolo italiano!