La prima responsabile della emergenza C.I.G. è la dirigenza aziendale messa da Jindal alla gestione dello stabilimento.
27ottobre 2018 da Coordinamento Art. 1 Camping CIG, Piombino
Nella foto: “attivisti Art.1-CIG a confronto, a Roma, con Giorgio Sorial, vice capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro”
Non ha tenuto d’occhio (ho a fatto finta di chiudere gli occhi?) la situazione ore di C.I.G./ore lavorate; ha ridotto al lumicino le ore lavorate, vedi anche la preannunciata fermata del TPP; non ha messo in atto meccanismi di correzione (ferie, par). Insomma, ha risparmiato tutto il risparmiatile sulla pelle degli operai. Non è in gioco solo il salario: è in gioco tutta la logica degli investimenti siderurgici e dell’Accordo di Programma, che si basa sulla continuità degli ammortizzatori sociali.
E’ arrivata l’ ora in cui non sono più rinviabili mobilitazioni unitarie, partecipate, forti e decise nei modi. Senza sbagliare bersaglio. In primo luogo la mobilitazione si deve svolgere con forme di lotta locali nei confronti dell’Azienda, che deve impegnarsi in prima persona per trovare la soluzione, anche frugandosi le tasche; a ruota devono seguire mobilitazioni a Firenze e Roma, perché Regione e Governo sbroglino la matassa burocratica da cui deve uscire fuori la continuità degli ammortizzatori e del livello di reddito dei dipendenti (Aferpi, Piombino Logistics, GSI e indotto) senza decurtazioni ulteriori rispetto all’attuale (già decurtato del 30% circa). I lavoratori, ma anche tutta la città, non sono in grado di reggere tagli ulteriori al reddito…
“A Jindal va fatto capire che se vuole produrre acciaio (pulito) siamo con lui, ma se continua a seminare vento, raccoglierà tempesta.”