In conferenza stampa i Cobas, presenti Davide Banti e Federico Giusti, per denunciare i contenuti dell’accordo tra Ato costa e Cgil Cisl Uil e Fiadel
5luglio 2015 di admim
Il Protocollo d’Intesa lascia insoluti numerosi problemi che nel corso dell’ultimo anno sono stati più volte affrontati, segno che esiste la volontà politica di Ato Regione Toscana e Anci, di continuare ad avvalersi dell’intricato e contraddittorio sistema degli appalti al ribasso (visto che si applicano contratti decisamente sfavorevoli come quelli del multiservizi e delle cooperative sociali.
Risulta essere un atto programmatico per molti aspetti generico, non definisce una volta per tutte la questione del passaggio del personale e, non poteva essere altrimenti, recepisce un principio, in ossequio alla disciplina normativa di settore di cui all’art. 202 dlgs 151/2006, in ragione del quale il personale dipendente degli attuali gestori affidatari, dei servizi di igiene ambientale, in forza da almeno 8 mesi prima dell’affidamento del servizio integrato dei rifiuti urbani, transita mantenendo titti i diritti dell’ultimo soggetto.
In sostanza si applica la disciplina del trasferimento di azienda, niente di più.
Quanto richiesto è ben altro, ossia un accordo che tenesse insieme tutto il personale dell’igiene ambientale, sia a gestione diretta che in appalto. L’effettivo contingente che transiterà presso il Gestore Unico sarà individuato dal “Documento Propedeutico al Passaggio” redatto dall’Ato e dalle OO SS che hanno siglato il Protocollo (per evitare problemi hanno escluso i sindacati da base) volto alla rilevazione del personale già in forza presso i gestori attuali.
I Cobas promettono che vigileranno su questo Documento affinché sia elaborato in applicazione dei criteri di cui all’art. 202 dlgs 152/2006 e non rappresenti, diversamente, lo strumento per aggirare la disciplina legale in danno ai lavoratori. Dal Protocollo emergerebbe anche la possibilità di consentire (previa specifica valutazione tra le parti) il passaggio anche a chi non in servizio da almeno 8 mesi prima dell’affidamento, una condizione di miglior favore che i Cobas rivendicano con forza.
In questo contesto il meccanismo di passaggio al nuovo gestore unico, esclude il personale dipendente di società che operano in regime di appalto (appaltatrici) con gli attuali affidatari, che rappresentano la maggioranza della forza lavoro nel settore dell’igiene ambientale. Questa invisibile e ricattata forza lavoro, continuerà ad operare nei predetti appalti, ove il gestore unico decida di riappaltare questi servizi ma, in futuro con i tagli della ennesima spending review numerosi posti di lavoro potrebbero essere a rischio.
La richiesta Cobas era, e resta, quella della estensione automatica al personale delle ditte appaltatrici del CCNL Federambiente o Fise, anche per questo ci hanno escluso dalla firma del protocollo di intesa. Rimane comunque, per quanto vaga, la clausola che prevede un impegno alla reinternalizzazione dei servizi oggi in appalto (occorrerà verificare se ciò accadrà realmente e quali ricadute potrà avere sui livelli occupazionali generali), sia la clausola che riconosce un diritto di priorità nelle future assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal Gestore unico al personale che ha lavorato con contratti variamente precari sul territorio dell’ATO Costa.