Comune di Livorno a cinque stelle: il decentramento dopo undici mesi.

fanucchi massimo

Il ruolo dei cittadini e della partecipazione occupa un posto strategico nel documento programmatico del Sindaco e nel programma elettorale del M5S livornese. Valutiamo come stanno le cose undici mesi dopo.

20aprile 2015 di Massimo Fanucchi.

SINDACO Filippo NogarinSenza rimpiangere il vecchio sistema delle circoscrizioni della nostra città – è scritto a pag. 3 del programma del Sindaco di Livorno – occorre ancor di più (dare) risposte alle necessità del territorio; dobbiamo quindi puntare ad una nuova forma di decentramento che sappia valorizzare la volontà della cittadinanza che vuole dare un contributo fattivo e volontario per i beni comuni”.

A – Dopo undici mesi di governo, la nuova forma di decentramento è ancora priva di forma e non ci risultano studi o approfondimenti in proposito.

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“Sulla scorta del Regolamento degli Istituti ed Organismi della Partecipazione – è scritto sempre a pag. 3 – si dovranno andare ad individuare formule attraverso le quali la cittadinanza possa effettuare scelte, sulla base del Bilancio Partecipato, piuttosto che essere coinvolta in percorsi partecipativi ogni qualvolta vengono prese decisioni che hanno un impatto sulla vita dei cittadini. Queste “agorà” necessiteranno di luoghi fisici che potranno essere anche individuati nelle strutture delle vecchie circoscrizioni, ai fini di scongiurare una progressiva disgregazione sociale e del tessuto cittadino”.

B – Il bilancio (che in base al programma del Sindaco avrebbe dovuto essere partecipato dai cittadini) è stato approvato nella seduta del 23 dicembre 2014 in un silenzio assordante, senza che nessun assessore o consigliere comunale della maggioranza rispondesse alle osservazioni dei consiglieri di opposizione, che nell’occasione uscirono dall’aula per protesta.

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Un fatto di una gravità senza precedenti, da cui sorge una domanda: se non viene rispettato il ruolo fondamentale delle opposizioni, che ne sarà del ruolo dei singoli cittadini? Le sedi delle ex circoscrizioni 3 e 4 non si è capito bene che fine faranno, mentre i nuovi luoghi fisici per le “agorà” si trovano nel Tartaro, insieme a “Crono” (il Titano del tempo). Con queste premesse il decentramento rischia di fare la fine “del nuovo patto fondativo e delle regole di ingaggio per il welfare nella città di Livorno” – previsto nella tabella a pag. 39 del programma elettorale 5S – che avrebbe dovuto concludersi nei primi 90 giorni di mandato, con tanto di provvedimenti e/o delibere di giunta approvati (entro i primi 100 giorni secondo le previsioni). Come è noto, al posto del nuovo patto per il Welfare c’è stato il taglio dei servizi sociali, cosa che non è avvenuta, tanto per rimanere entro i 20 Km., a Pisa.

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Più sotto, a pag. 4 del programma del Sindaco, si chiarisce che cosa s’intende per “Bilancio Partecipato”: “I cittadini aventi diritto a decidere, in merito al bilancio partecipato, andranno individuati tra i soggetti operanti sul territorio e, più in generale, tra i residenti dei diversi quartieri, coinvolti in quelli che saranno dei nuovi organismi di partecipazione”. Inoltre, scorrendo qualche rigo, dove si parla di Politiche Partecipate, si trova scritto anche quanto segue: “Resoconto semestrale delle attività della Giunta: ogni sei mesi la Giunta dovrà incontrare i cittadini in assemblee pubbliche, per illustrare lo stato di avanzamento del programma”.

C – I soggetti operanti sul territorio non sono stati individuati, e dei nuovi organismi di partecipazione non c’è traccia.

I cittadini interessati attendono da cinque mesi le assemblee pubbliche nelle quali la giunta comunale dovrà illustrare lo stato di avanzamento del programma. Il tempo dei cittadini sulla terra e quello del Sindaco non coincidono. Nogarin ha trovato invece il tempo per farsi immortalare sorridente, in compagnia di De Maio, con un cartello che chiedeva al sindaco di Pisa di dimettersi: atto da vero gentleman, accompagnato da un elevato senso delle istituzioni.

Recall

Sempre a pag. 4 del programma del Sindaco, dove si parla di Referendum propositivo senza quorum, è scomparso, insieme alle circoscrizioni, ogni riferimento allo sbandierato istituto del “Recall”, previsto nel programma elettorale dei M5S livornese, di cui ci siamo già occupati in una precedente nota che potrete trovare nel link a fondo pagina. L’inserimento di questo innovativo istituto nello Statuto del comune avrebbe consentito ai livornesi, mediante una preventiva raccolta di firme, di promuovere un referendum senza quorum per rispedire a casa sindaco e assessori.

“Le stesse cariche del sindaco e degli assessori – è infatti scritto a pag. 40 del programma elettorale del M5S livornese – devono poter essere revocate attraverso la previsione nello Statuto dell’istituto del Recall, previsto dalla proposta di legge di iniziativa popolare Quorum Zero”.

D – L’istituto del “Recall” è uno strumento democratico postmoderno e innovativo, ma a quanto pare, bello da utilizzare in campagna elettorale e quando i 5S sono all’opposizione.

Non è applicabile ai fedelissimi come Filippo Nogarin, “usi obbedir tacendo” all’accoppiata Grillo-Casaleggio per non perdere due stelle e retrocedere al grado di capitano, come il troppo autonomo sindaco di Parma: Capitan Pizza.

Gli altri comuni:

Mentre al Comune di Livorno il tempo scorre lento e la lunga esperienza del decentramento (una volta tra le più avanzate in Italia) può essere sospesa a divinis, molte altre amministrazioni sono corse celermente ai ripari, individuando prontamente altri organismi dedicati all’ascolto ed al recepimento delle istanze del territorio, anche per non disperdere l’eredità dell’esperienza, dei contatti e delle conoscenze maturate dalle circoscrizioni. Ai nuovi organismi sono state date denominazioni diverse: Consigli di Quartiere, Consigli Territoriali di Partecipazione, Consulte territoriali, Consulte di Quartiere, Consigli di Zona, Comitati di Quartiere… A tal proposito, occorre evidenziare che le modifiche apportate al T.U. delle Leggi sull’ordinamento degli enti locali prevedono che i comuni al di sotto dei 250.000 abitanti possano dotarsi di nuovi organismi di partecipazione nel rispetto, tra l’altro, delle seguenti condizioni: le cariche di consigliere e presidente debbono essere gratuite; i nuovi organismi debbono essere nominati in date differite rispetto a quella stabilita per le elezioni amministrative e debbono avere compiti esclusivamente consultivi e propositivi.

Pisa:

pisa consiglio comunale

Dopo la soppressione delle Circoscrizioni, il comune di Pisa ha creato in loro sostituzione sei Consigli Territoriali di Partecipazione. La composizione di tali consigli viene determinata in base ai risultati elettorali conseguiti dalle varie liste nelle elezioni amministrative, con una ripartizione proporzionale dei seggi tra le diverse liste presenti o non presenti in Consiglio, e calcolata sui risultati da esse ottenute in ciascuna delle sei zone. Una soluzione che dovrebbe piacere molto al movimento cinque stelle, se non temesse di confrontarsi con organismi nei quali i suoi rappresentanti non avrebbero la maggioranza dei seggi.

Conclusione:

porta a mareL’esperienza del processo partecipativo “Il futuro è dietro la Porta (a Mare)” è senza dubbio positiva e in linea con quanto prevede la Legge Regionale 46/2013 sulla partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali. A questa esperienza è auspicabile che ne seguano altre, ma la promozione di queste iniziative non esaurisce la partecipazione popolare alle scelte politico-amministrative del comune.

E la partecipazione non può limitarsi alla definizione di progetti mirati, solo quando lo decidono gli organi del comune.

Post precedente: Il licenziamento del Sindaco con referendum senza quorum una promessa elettorale del M5stelle

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