Dagli algerini un miliardo per Piombino: “tempi rapidi e investimenti su infrastrutture”

Isaad Rebram, il presidente della Cevital, gruppo algerino che si appresta a rilevare la ex Lucchini di Piombino, ha chiesto tempi rapidi per ottenere le carte e procedere con gli investimenti.

5dicembre 2014 di Walter Fortini, Toscana Notizie

rossi e Isaad Rebram“Organizzeremo nella città uno sportello unico, per tutte le autorizzazioni necessarie a partire: quelle locali e regionali ma anche nazionali” rassicura e ripete il presidente della Toscana Enrico Rossi. Lo fa uscendo dallo studio del sindaco Massimo Giuliani, dove assieme all’assessore Gianfranco Simoncini, il sottosegretario Velo e il commissario dell’autorità portuale Luciano Guerrieri, ha incontrato il patron algerino per oltre tre quarti d’ora.

Il primo forno si riaccenderà in diciotto mesi, assicurano i portavoce del gruppo: il cronometro partirà ad aprile 2015, quando sarà firmato il contratto. Il secondo forno partirà sei mesi dopo. Lavorerà all’inizio con rottami: allo studio la possibilità di creare in Algeria, dove il gas costa un quinto che in Italia, un impianto per la produzione di preridotto.

Papa con operai LucchiniPiombino tornerà a produrre acciai di qualità da subito. Ma il gruppo non guarda solo indietro e ai due milioni di tonnellate di acciaio che lo stabilimento può produrre. “Investiremo sulla ricerca e lo sviluppo – racconta il consulente Farid Tidjani – è essenziale perchè Piombino non chiuda tra otto e dieci anni. E noi qui a Piombino vogliamo rimanere a lungo”. Tant’è che si punta ad una collaborazione con l’università di Pisa e il politecnico di Torino. E’ stato lui, che da trent’anni abita a Novara, a far scoprire il sito livornese, galeotto il matrimonio del figlio in Toscana. Obiettivo: farne un centro di riferimento mondiale.

Piombino dunque riparte: quattrocento milioni che il gruppo algerino investirà subito (150 destinati alla siderurgia), un miliardo a regime. Li investirà non solo sull’acciaio, ma anche sulla logistica e l’agro alimentare. “Se siamo arrivati qui è grazie alla lotta dei lavoratori e all’impegno delle istituzioni – dice Rossi – Questa vicenda ci ha fatto anche scoprire quanto importante e determinante sia il lavoro che stiamo facendo su porti e infrastrutture”.

porto piombinoL’accordo di programma firmato l’anno scorso vale 140 milioni dove metà ce li mette lo Stato, l’altra metà la Regione. Altri 130 si sono aggiunti con la partita di riconversione del porto e sono quasi tutti finanziamenti regionali. Proprio il porto ha avuto un grande ruolo nell’attrarre questi investitori stranieri e forse ne porterà anche altri. Lo conferma anche il patron algerino, che sogna di far di Piombino la stella del Mediterraneo: “Quello che da subito ci ha interessato è la prossimità al porto: la logistica ha un peso importante oggi sul costo finale del prodotto”. E tutto oggi passa da Rotterdam.

“Ora – conclude Rossi – dobbiamo mandare avanti assieme al Governo gli investimenti decisi, a partire dalla bretella di collegamento tra l’Aurelia, la città e il porto, la visione di sviluppo dell’area mediterranea legata ai paesi del Nord Africa  può rappresentare la vera svolta per l’economia, non solo di Piombino ma dell’intera Toscana”.

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