Dall’Australia ci rimbalza la storia di una italiano, suicida che non troverà alcun trafiletto sui nostri giornali. Con youtube l’ultimo messaggio

solitudine.Dalla lontanissima Australia ci rimbalza la storia di una italiano suicida che non troverà alcun trafiletto sui nostri giornali, se non su Il Mattino di Padova, città della quale il nostro connazionale era originario.

Utilizzando gli strumenti dei social di oggi, l’uomo ha utilizzato Youtube per registrare un ultimo messaggio di commiato dalla vita, di circa venti minuti e immetterlo in rete.

6giuno 2015 di E.B.

Nel video si intravede una libreria, spAndrea Grigoletto you tubeuntare da dietro la poltrona nera da ufficio, uno stendino con forse uno zaino.

«Mi dispiace ma devo interrompere così la mia vita. Ho capito tutto e non posso accontentarmi di sopravvivere ora che ho provato come potrei finalmente vivere» Sono certamente queste le frasi che hanno maggiormente l’effetto di assestare un potente pugno nello stomaco, tra tutte quelle che riecheggiano pronunciate nel video-testamento (in due parti diverse) che il nostro connazionale ha postato alle 06:20 ora italiana, le ore 16.20 in Australia, sull’onnipresente Facebook, e su YouTube.

Ben presto sulla pagina di FB si sono accumulati i messaggi degli amici che si preoccupavano, assieme alle demenzialità degli emoticon lacrimevoli, gli immancabili cuoricini rosa, i puntini di sospensione, inevitabili e veloci inviti a non mollare, le condivisioni che si mettono agli inviti per le feste come ormai agli annunci dei nostri funerali, ecc.

Il nostro connazionale finiva di registrare le sue parole e la sua immagine, si alzava, e andava ad impiccarsi. Andrea Grigoletto, questo il suo nome, era un cinquantaduenne di Padova che da un paio di anni si era trasferito a Perth in Australia «per conoscere se stesso».

Andrea GrigolettoA Padova sono rimasti un fratello e una sorella, la madre era deceduta l’anno scorso.
L’allarme si è propagato grazie al video, e martedì scorso, si sono precipitati a casa di Andrea i paramedici dei soccorsi, una volta staccatolo dal cappio hanno cercato di rianimarlo e c’erano anche riusciti. Facendogli riprendere a battere il cuore, ma nulla potendo contro la devastazione cerebrale provocata da una irreparabilmente troppo lunga asfissia.

Lo stesso martedì alle ore 22:59 dell’Italia così è costretto a rispondere sempre su FB il fratello alle domande sempre più ansiose di sinceri amici: «Credo che non ci sia più nulla da fare».

Andrea rimane allacciato come era poche prima ad un cappio e alla sua morte, adesso alla vita di tubi e macchine, ma le speranza se ne sono andate tutte fin da quella discesa dal personale patibolo, e all’alba i medici hanno il nulla osta per staccare la spina. Sabato, ieri, si è svolta a Camin la cerimonia in memoria del nostro sensibile connazionale di 50 anni, e a Perth martedì 30 giugno, il giorno del compleanno di Andrea, avrà luogo il funerale. Sarà cremato e le ceneri saranno disperse nell’Oceano.

Un suicidio, sempre molto più triste di quasi qualunque omicidio, ma che non fa notizia, essendo così tanti gli uomini che si tolgono da sempre la vita.

Un tempo scelte avvolte nella quasi più stretta solitudine e abbandono in primis da sé stessi, adesso grazie alle meraviglie dei social network incubatori di milioni di solitudini delle masse, possibili da rendere condivisibili al mondo e a chiunque possa essere interessato per venti massimo minuti della sua giornata, nel tempo di quei mestissimi MB di parole chiarissime, che ci spiegano anche a noi che mai avremmo potuto conoscerlo, il motivo , il fattore scatenante di una scelta sempre senza ritorno.

solitudineLa telecamera puntata in diretta sul suo volto nel quale rispecchiare una “Morte in Diretta” che guardava anche noi che la stavamo vedendo, in un disturbante effetto speculare. Senza egli potere assistere agli effetti che le sue parole avrebbero potuto suscitare, ottenere o meno, in chi le stava ascoltando, guardandolo. Egli e noi annichiliti nello sprofondo nero che soltanto la virtualità sa regalare, e raggiungere. 1600 visualizzazioni, ha già totalizzato nel suo macabro score la prima parte del video, molti meno svanito probabilmente l’effetto novità tra il ludico e il tragico, hanno assistito alla seconda parte e alla sua fine.
Era un bell’uomo Andrea, ma probabilmente anche molto solo, e nel video lo vediamo nella tristezza suprema della sua vita con indosso un auricolare, la maglia sportiva grigia a collo alto; nel video Andrea parla, e parla, e parla, non potrebbe fare altro.

La prima frase che ci dice è:

«Nell’antichità gli anziani sapevano quando era il momento di morire. Io non ho questa capacità, sto valutando dei modi», subito chiedendo ad amici e nemici di non doversi sentire in colpa. «Ho deciso di fermarmi perché sono stanco di fare questa vita vegetale. Stanco di vedere gente che si distrugge l’un l’altro, stanco di vedere sogni infranti». I suoi per primi.

C’è, tanto per cambiare in queste storie di uomini distrutti, una donna, strumento formidabile per rottamazione di sensibilità e bisogni come aspirazioni, ovviamente molto giovane, un legame che Andrea descrive potente: «come l’aria, il fuoco, l’acqua».

religione, MedjugorjeMa la storia non è ovviamente proseguita. «E’ duro capire che non potrei mai condividere la vita con questa persona», spiega «preferisco uscire di scena e lasciarla libera di commettere i propri errori. E vedo che li sta già commettendo. Ma chi sono io per dire a lei: così non si fa?». Il finale è un commiato di ringraziamenti per i familiari uno a uno, gli amici, e di ricordo e ringraziamento afflitto persino per «quelli che si sono detti amici ma invece mi hanno ferito profondamente». E la frase definitiva: «Devo solo trovare il momento giusto per passare oltre e vedere cosa c’è nell’aldilà». E il momento giusto è stato colto appena mezz’ora dopo.
Vi è anche un accenno ad una meditazione di questo gesto da oltre un anno, e di essersi per questo rivolto a presumibilmente e non è una novità, a inutili specialisti. Non sono infatti serviti. Si era rivolto quindi anche alla religione, Medjugorje era diventata una meta cara, recandovici in pellegrinaggio per un paio di volte.

Nel video, assieme ai saluti per le persone più care, vi è anche in una qualche maniera una forma di attenzione per il popolo del web sconosciuto, al quale è rivolto questo passaggio: «Abbiamo passato venti minuti insieme nell’ultima parte della mia vita». Sicuramente tanti like condivisi con molti estranei e un già nessuno ovvero sé stesso, avvolto nell’oblio senza fine della morte.

Alla fine, sicuramente rimarranno però l’immensa tristezza e il pianto di tutti coloro che gli sono stati vicino, cercando di aiutarlo e (im)possibilmente, salvarlo:

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