Domenica 27 settembre, si conclude a Livorno “IL SENSO DEL RIDICOLO”, primo festival italiano sull’umorismo, sulla comicità e sulla satira

senso del ridicolo.Grande la affluenza di pubblico registrata e, domani, domenica 27 settembre è l’ultimo giorno del festival

Livorno, 26settembre 2015 di admin. ”Il-senso del ridicolo” incontri, letture e eventi sull’umorismo, dal-24 al 27 settembre

Il senso del ridicolo.

  • Alle ore 10,30, in Piazza del Luogo Pio, Gioele Dix e il direttore del festival Stefano Bartezzaghi dialogheranno su “Un Altro che dà fastidio”. Chi è l’Altro che ci dà fastidio? E cosa c’è da ridere? La figura dell’insofferente e dell’intollerante, però, diventa spesso comica: negli sketch più tradizionali c’è quasi sempre un brontolone a cui non va bene nulla. Ne approfitta la letteratura, con autori come Italo Calvino, capaci di ambientare l’intolleranza verso gli immigrati in una paradossale fanta-comunità antecedente al Big Bang. Racconti umoristici della letteratura italiana – di Calvino ma anche di Giorgio Manganelli, Carlo Emilio Gadda, Achille Campanile… – saranno letti da Gioele Dix e commentati da Stefano Bartezzaghi, all’interno di un dialogo sulla comicità dei nostri e degli altrui fastidi.
  • Alle ore 12,30, sempre in piazza del Luogo Pio, il giornalista Enrico Mentana parlerà del ridicolo della politica. Il presidente Gronchi cadde da una sedia alla Scala e fu poi garbatamente parodiato da Tognazzi e Vianello (subito epurati  alla Rai). Sembra finito quel tempo, quello in cui la politica voleva evitare di cadere nel ridicolo, non sempre riuscendoci. Già alla fine della Prima  Repubblica i politici mostravano di starci, chiedendo a Forattini gli originali delle vignette che li riguardavano. Oggi lo stesso discorso della politica adotta tecniche da comedian: battute, smorfie, ironie e irrisioni. Probabilmente quello che la politica oggi non vuole perdere è il consenso del ridicolo.
  • Alle ore 15,30 (Piazza del Luogo Pio) Francesco Tullio Altan e Sergio Staino saranno protagonisti del secondo incontro dedicato al ridicolo della politica. La satira politica semina dubbi e basta questo per rendersi invisa a chiunque esercita un potere in modo ipocrita e oscurantista. Una classe dirigente che avesse il senso del ridicolo, e quindi sapesse ridere anche delle proprie debolezze, metterebbe in crisi noi autori satirici. Ma siamo ancora lontani da questo: in forme più o meno evidenti l’ipocrisia e i suoi corollari fondamentalisti caratterizzano ancora la maggioranza dei potenti del mondo.
  • Alle ore 16,30, al Teatro Vertigo, il Teatro Sotterraneo proporrà Homo ridens_Livorno,  una performance pensata come esperimento su campione, un test sul pubblico-cavia chiamato a reagire a determinati stimoli che attengono al riso e ai suoi meccanismi. Il progetto rivede e aggiorna i risultati delle proprie ricerche in ogni piazza e di conseguenza ne prende il nome. L’intento è quello d’indagare l’attitudine umana alla risata, misurandone i limiti e la complessità. Nel riso rinunciamo alla funzione vitale del respiro, nel riso è la parte aggressiva di noi che ci fa digrignare i denti, nel riso è l’intrattenimento del potere ma anche la rivalsa popolare. Sappiamo che la coscienza di sé permette all’uomo di vedersi dall’esterno. Sappiamo che la coscienza di sé rende l’uomo consapevole della morte. Ma cosa c’è da ridere? In scena Sara Bonaventura, Daniele Bonaiuti, Claudio Cirri, Filippo Paolasini.
  • Alle ore 18 alla Sala degli Archi si assisterà alla Conferenza buffa sul Galateo e l’Umanità di Maria Cassi. Maria Cassi, come autore, regista di se stessa e attrice approfondisce, con il suo lavoro teatrale, argomentazioni che rintraccia nell’esperienza viva di tutti i giorni. Trasforma nell’arte del far ridere senza alcuna caricatura poetiche figure irriverenti e ilari, popolari e libere, borghesi e complesse nelle loro fragili snobberie. Maria esercita i suoi racconti senza alcun sarcasmo ed è per questo che con i suoi teneri “sberleffi” disegna figure teatrali che rappresentano tutta l’umanità nella sua straordinaria comicità. La Cassi coinvolge il pubblico in un ridere emotivo, profondo, non controllabile, con un fiato comune che va oltre l’ascolto. Il tutto avviene con un linguaggio universale. Il ridere collettivo si trasforma in una terapia leggera. Il ridere che si fa comune bagaglio culturale. E quando questo viene percepito emerge chiaro l’innamoramento che tutti subiscono per Maria Cassi.
  • Il festival si concluderà alla Camera di Commercio con un incontro tra Gianni Canova e Maccio Capatonda (ore 19,30) e la proiezione film “Italiano Medio” (ore 21). Qualcuno ha detto che sembra una divinità neopagana discesa dagli impervi picchi delle montagne abruzzesi. In realtà – molto più semplicemente – Maccio Capataonda è la maschera più rappresentativa dell’italiano medio nell’era di Internet e dei new media. La sua comicità si basa su ingredienti noti (la parodia di oggetti culturali di successo, la deformazione espressionista del linguaggio, l’iperbole portata ai limiti estremi), ma amalgamati in un menu in cui è proprio la follia dell’uomo catodico a generare la risata. Tra rivisitazione degli stereotipi, satira e umorismo, l’incontro di Livorno cercherà di mettere a fuoco e di svelare come nelle sue maschere coabitino almeno 50 sfumature del riso.
Il senso del ridicolo,Ricordiamo che il festival prevede anche due mostre: alla Fortezza Vecchia, Il Vernacoliere. Ridere è libertà (dal 24 al 27 settembre) e, alla Bottega del caffè, Nessuno resterà all’asciutto, le più belle pistole ad acqua della collezione Dal Prato (dal 25 al 27 settembre).

Ma, cosa fa ridere i livonesi?

A raccontarlo sono alcuni video girati proprio in alcuni luoghi livornesi.
I clip, realizzati da Paolo Signorini e Francesca Ricci, con l’assistenza di Ismaele Perini e il montaggio dello stesso Signorini, propongono una carrellata di interviste a cittadini di ogni età che, con le loro risposte spiritose, ci restituiscono la fotografia di una città ironica e divertente, capace da sempre di ridere anche sopra ai propri difetti.

Così, accanto a chi ride per la classica scivolata su una buccia di banana (scelta, non a caso, come logo del Festival), sui film dei comici Aldo, Giovanni e Giacomo, sulle battute di Carlo Monni o su una dentiera dimenticata in un bagno pubblico, c’è anche chi ride guardandosi allo specchio, chi lo fa pensando alla vita e perfino chi non lo ricorda più. visionando i video on line sul sito del Festival:  http://ilsensodelridicolo.it/

 
 

 

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