“…tra incoerenza ed inefficacia dei percorsi di apprendimento il Miur propone tracce dal contenuto geografico e continua a penalizzare l’insegnamento della disciplina”
25giugno 2016 da Micol Medeot e Andrea Vento (Gruppo Insegnanti Geografia Autorganizzati)
L’esame di Stato 2016 ha offerto, più che mai, la possibilità di effettuare una profonda riflessione sul ruolo della geografia nel contesto dei percorsi di apprendimento e raggiungimento delle competenze chiave nel contesto della scuola secondaria di secondo grado.
Purtroppo appare chiaro ed evidente il carattere contraddittorio ed incoerente del ruolo attribuito alla geografia da parte del MIUR; se da un lato abbiamo, infatti, assistito alla scelta di eliminare l’insegnamento della geografia economica dal triennio degli Istituti Tecnici Commerciali ad indirizzo economico, non solo spostandola nel biennio ma rendendola addirittura atipica (perciò troviamo numerosi docenti di scienze naturali ad insegnare geografia economica!), dall’altro notiamo come, ancora una volta, la geografia compaia all’interno delle tracce delle prove di maturità.
Il Gruppo Insegnati di Geografia Autorganizzati rileva, in linea con quanto avvenuto ormai da diversi anni, anche per l’esame appena iniziato come il MIUR abbia addirittura proposto tre tracce che attingono dai programmi di geografia economica, anche se riguardanti ambiti interni alla disciplina tra loro differenti:
- il tema di ordine generale chiedeva di riflettere sul significato del confine, confini naturali, “muri” e reticolati, sulla costruzione di confini nella storia recente, sull’attraversamento dei confini, sulle guerre per e sui confini, sui confini superati e riaffermati;
- il saggio breve di ambito socio-economico chiedeva una riflessione sul concetto di crescita, sviluppo e progresso sociale basandosi sulla domanda se il PIL sia la misura di tutto;
- il saggio breve di ambito storico-politico chiedeva una riflessione sul valore del paesaggio italiano;
- inoltre la seconda prova in lingua inglese per i Licei Linguistici prevedeva la comprensione di un testo riguardante il calo demografico della popolazione in Europa e la necessità di invertire questo andamento per garantire una sostenibilità della sua economia.
Gli argomenti proposti in queste quattro tracce contengono conoscenze e abilità che noi docenti di geografia ritroviamo all’interno delle linee guida ministeriali al fine di effettuare una programmazione didattica consona che permetta agli studenti di raggiungere le competenze chiave geografiche che assolvono al compito di formare cittadini consapevoli, attivi e partecipi alla vita sociale. Tali linee guida, riproposte puntualmente dal “riordino Gelmini”, sono anche puntualmente contemplate dalle case editrici al fine di redigere libri di testo con contenuti adeguati e idonei alle richieste ministeriali.
Purtroppo questi argomenti vengono affrontati da alunni di quattordici/quindici anni nel primo biennio e mai più ripresi in modo approfondito e organico da nessun altra disciplina nel corso del triennio.
Il MIUR, dunque, ritiene fondamentale la conoscenza e la capacità di comprensione di argomenti di carattere geografico al fine di dimostrare, da parte degli studenti, una maturità consona al fine di affrontare in modo adeguato successivi percorsi universitari o lavorativi. La stridente incongruenza ministeriale risiede nella scelta di far affrontare tali argomenti solo all’inizio del percorso scolastico superiore con studenti, data l’età e i prerequisiti di conoscenza, non ancora pronti ad affrontare in modo critico e personalizzato tali tematiche.