I film della prima settimana della Mostra veneziana illuminano la realtà del mondo

mostra cinema veneziaAlla 72° mostra del cinema di Venezia i film in concorso, ma anche quelli fuori concorso e delle sezioni collaterali, hanno in comune il continuo riferimento alla realtà passata, presente ed addirittura futura

9settembre 2015 di Donatella Nesti, dal Lido di Venezia

Le storie, anche individuali, sono quasi sempre inserite in un contesto sociopolitico che richiama i grandi problemi e le crisi del mondo contemporaneo ed, anche quando la vicenda sembra allontanarsi dal presente, alcuni tratti ed episodi rimandano a quanto stiamo vivendo come accade in alcune pellicole iraniane, cinesi, tunisine, turche, ma anche nel cinema statunitense ed europeo.

everestSembra un filo rosso che si dipana fin dal kolossal di apertura, la folle scalata dell’Everest da parte di un gruppo di persone che per il gusto della sfida, dell’impresa ma anche del business mettono a rischio la propria vita e l’altrui.

“Everest” del regista islandese Baltasar Kormákur ha inaugurato la 72° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia raccontando l’avventura incredibile e tragica di una spedizione che, nel 1996, ha provocato la morte di otto alpinisti a causa di un’improvvisa bufera. Da quel momento l‘alpinismo ha cambiato volto: il business sfrenato di conquista della vetta per eccellenza, anche da parte di chi non avesse una perfetta preparazione, ha subito un tracollo. I personaggi del film, alcuni dei sopravvissuti erano presenti al Lido, sono interpretati da Josh Brolin, Jake Gyllenhaal, Jason Clarke ed Emily Watson, tutti atterrati a Venezia per sfilare sul tappeto rosso. La reazione del pubblico è stata piuttosto fredda come quella dei protagonisti, vedremo l’accoglienza nelle sale a fine settembre.

19758-Spotlight_1_credit_Kerry_HayesAttualissimo anche se tratta di tragici eventi risalenti a decine di anni fa il film “Spotlight” forse il migliore di quelli proiettati nei primi giorni, un’inchiesta all’ombra dell’11 Settembre che vide in prima linea dei coraggiosi giornalisti portare avanti contro tutti una clamorosa inchiesta sui preti pedofili di Boston.

Ottimo cast composto da Mark Ruffolo, Michael Keaton, Stanley Tucci. Il cardinale Bernard Law (oggi arciprete emerito della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma) quando veniva a sapere di denunce fatte dalle famiglie dei ragazzini abusati, patteggiava con i familiari un rimborso, spostava di parrocchia il religioso, per poi rimetterlo poco tempo dopo al suo posto.

film tunisino 2Chi si ricorda della primavera araba, della rivoluzione dei gelsomini, forse solo i cineasti ed in particolare la sensibilità femminile della regista del film tunisino “A’ peine l’ouvre les yeux”.

Leyla Bouzid la quale ne parla solo indirettamente attraverso la storia di Farah (Baya Medhaffer) adolescente ribelle e caparbia che canta in una band anche canzoni di protesta per la disperazione della madre sempre presente (Baya Medhaffer) e del padre lontano per lavoro. Decisa a non arrendersi la ragazza si mette nei guai con la polizia e la regista è brava a mantenere il filo del racconto alludendo senza proclami a quello che succedeva a Tunisi nel 2010.

regista iranianoAnche in Iran non si sta molto meglio se basta un’inserzione sul giornale a scatenare un tumulto.

Lo racconta il film “Wednesday,May 9 di Vahid Jallivand: un uomo chiamato “Jalal” pubblica un insolito annuncio in uno dei giornali del mattino di Teheran per donare 10.000 dollari a una persona bisognosa. L’annuncio colpisce l’attenzione di un gran numero di persone. Al termine del giorno riceve molte richieste e quindi decide di sceglierne una a caso. Tutti quelli che hanno fatto richiesta sottolineano che quella sarebbe l’unica soluzione ai loro problemi. La polizia interviene per calmare la folla e poi mandarla via. Ma due donne non rinunciano, Setareh, una diciannovenne incinta, e Leila, l’ex fidanzata di Jalal. Un escamotage per mostrare l’Iran di oggi, il maschilismo, le strane regole di un sistema che ha mille facce per negare la libertà di scelta.

film tunisino1 (1)Un libertà che manca…

nella Turchia schiacciata da terrorismo e onnipresenza della polizia nel film “Abluka” (Follia) di Emin Alper, come in Nigeria dove i bambini sono costretti a divenire sanguinari combattenti in “Beasts of no nation” di Fukunaga. L’Europa e la sua tragica storia del secolo scorso è affidata al talento visionario di Sokurov con il suo “Fracofonia”.   Il regista russo già premiato con il Leone d’oro per “Faust” ha celebrato nella sua pellicola il ruolo dell’arte, fondamentale per l’umanità per il suo essere “simbolo di identità culturale da preservare ad ogni costo”.

Dei film italiani in concorso, accolti con non troppo entusiasmo. parleremo nel prossimo articolo.

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