Prosegue, la rassegna promossa dalla Cineteca di Bologna, “Il cinema ritrovato”
15febbraio 2015 di admin
Che, dopo “Il bandito Giuliano” ripropone in sala, nella nuova copia restaurata digitalmente, anche il film che Rosi girò subito dopo , ovvero “Le mani sulla città”. Vincitore del Leone d’oro alla Mostra di Venezia del 1963, “Le mani sulla città” è un film estremamente attuale trattando il tema della collusione fra malaffare, in questo caso l’abusivismo edilizio, e la politica.
Un argomento scottante con cui in Italia tuttora ci troviamo a fare i conti, come dimostra anche l’interesse suscitato al Festival di Berlino dalla serie televisiva “1992” che racconta il periodo di mani pulite. Il film è un caposaldo del grande cinema di denuncia che negli anni ’60 e ’70 dette al cinema italiano uno spessore civile mai più ritrovato.
Roberto Saviano, che della lotta al malaffare ne ha fatto un ragione di vita, ha speso parole importanti per il film del regista napoletano, da lui intervistato poco prima della sua morte avvenuta solo un mese fa, il 10 gennaio 2015:
“Accade che un regista di novantuno anni non smetta di essere necessario: non perché vecchio maestro di grandi opere che pretendono d’esser celebrate, ma perché il suo metodo, inchiesta-racconto-bellezza, il suo modo di raccontare suggerisce ancora come osservare la realtà se la si vuol smontare e comprendere. Ecco perché un film di Francesco Rosi parla allo spettatore come se fosse un film del presente…..Se non avessi visto “Le mani sulla città” mi sarebbe stato impossibile scrivere quello che ho scritto: ho imparato lo sguardo sulle cose da quel film. Senza il quale, tutto ciò che io e altri della mia generazione abbiamo fatto, non avrebbe potuto esserci”.