Il 2 novembre 1975, viene brutalmente assassinato Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini, scrittore, poeta, linguista, giornalista e regista è stato un attento osservatore e testimone critico del secondo novecento, delle mutazioni sociali, culturali  ed economiche intervenute a partire dalla società del dopoguerra, fino alla metà degli anni settanta.

02novembre 2014 di Silvio Lami

Libero, radicale e spregiudicato nel suo pensiero dove, l’ambizione di voler comunicare ed esprimere le due culture alla base della storia italiana (quella cattolica e quella comunista), lo videro nella condizione di dover prendere le distanze sia dalla Chiesa, come pure dal Partito Comunista

Un eretico e fustigatore del boom economico, nel suo percorso non sono mancate critiche alla borghesia, al consumismo capitalistico, ma anche al conformismo marxista che sovente, nei suoi articoli, individuava nelle lotte studentesche del 68:

“L’Italia è un paese che diventa sempre più stupido e ignorante. Vi si coltivano retoriche sempre più insopportabili. Non c’è, del resto, conformismo peggiore di quello di sinistra, soprattutto quando viene fatto proprio anche dalla destra”.

Come da costume consolidato di questo Paese, non esiste una verità sul suo omicidio, se non la poco convincente versione ufficiale che, addebita le responsabilità dell’omicidio a un “ragazzo di vita”, Pino Pelosi un diciassettenne (all’epoca), già noto alla polizia come ladro e fermato, la notte stessa, alla guida dell’auto del Pasolini che, stando alle sue dichiarazioni, avrebbe reagito a seguito di un tentativo di violenza sessuale.

Il suo corpo fu ritrovato sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, località del Comune di Roma, nel corso processuale emersero retroscena significativi ma ad oggi, nessuna chiarezza sull’esatta dinamica, sulle motivazioni e su eventuali mandanti. Ogni anno, in questa ricorrenza, sono moltissime le commemorazioni e le iniziative che si svolgono in tutta Italia, per mantenere vivo il ricordo di: Pier Paolo Pasolini.

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