Oltre 70 mila cittadini hanno firmato la petizione di Libera e Gruppo Abele per chiedere una buona legge sul reddito minimo o di cittadinanza. La mobilitazione scende in piazza:
Libera e Gruppo promuovono insieme alle realtà sociali e studentesche il 6 giugno la giornata nazionale della dignità e per il reddito. In oltre 150 piazze, dal Nord al Sud, saranno organizzati banchetti per raccogliere le firme per l’istituzione il reddito minimo o reddito di cittadinanza contro la povertà e le diseguaglianze e per contrastare le mafie.
4giugno 2015 di admin
A Donoratico, dalle ore 9 alle 12 davanti alla Coop, raccolta di firme organizzata dal Presidio “Rossella Casini” di Libera Castagneto Carducci/San Vincenzo
Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano.
Per questo in Italia è necessario avere una misura come il reddito minimo o di cittadinanza.
Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta. Libera e Gruppo Abele lanciano un richiesta chiara: il Parlamento approvi subito una buona legge per il reddito minimo o di cittadinanza per contrastare povertà, diseguaglianze e mafie. L’appello ha già ottenuto l’adesione di tutti i gruppi parlamentari del M5S, di Sel, di Area Riformista del Pd e di altri parlamentari del gruppo misto.
Il reddito minimo o di cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati. Il reddito minimo o di cittadinanza – per Libera e Gruppo Abele – è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi. È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”.