Il 16 agosto 2016, l’assalto del regime sui media e sulla stampa dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio ha preso una piega diversa con la chiusura del quotidiano Özgür Gündem su ordine del tribunale e con l’assalto della sede principale di Istanbul da parte dei corpi speciali di polizia.
25agosto 2015 da Hisyar Ozsoy Vice co-presidente di HDP responsabile degli affari esteri Deputato di Bingol
La storia di Özgür Gündem, lunga un quarto di secolo, rappresenta tutto quello che c’è da sapere sulla censura dell’informazione mlitante e della stampa sotto lo stato di emergenza, e l’illegalità nel contesto di conflitto in Turchia.
Esso rappresenta anche una tradizione della stampa dedicata e venerabile di lotta e di solidarietà per il diritto all’informazione e la libertà dalla censura.
Noi condanniamo questa offensiva contro Özgür Gündem come un messaggio deliberato che lo stile della democrazia dello stato di emergenza di Erdoğan che non promette nulla, se non giorni oscuri davanti a noi per quanto riguarda i diritti fondamentali e le libertà dei curdi e di tutti gli altri gruppi e le voci dissidenti in Turchia.
Özgür Gündem ha iniziato le pubblicazioni nel 1992, al culmine del violento conflitto nella regione curda.In questo contesto, dove la produzione la produzione ufficiale sulla questione curda era punita da un draconiano governo dello stato di emergenza (1987-2002), il quotidiano ha rappresentato la sola alternativa, pubblicazioni non ufficiali in merito alla violazione dei diritti umani e le lotte nella regione. Quindi il quotidiano è stato l’obiettivo di una incessante campagna giudiziaria e di violenza e di intimidazione dello stato paralegale. 27 membri dello staff di Özgür Gündem,inclusi giornalisti, scrittori e distributori, sono stati assassinati nei primi due anni della sua pubblicazione, per lo più in atti di esecuzioni extragiudiziali. Delle 580 edizioni pubblicate dal giornale, 486 sono state sequestrate su orine del tribunale. Editori e personale del quotidiano sono stati sistematicamente molestati per i loro reportage da centinaia di cause, da detenzioni sistematiche, arresti e frequenti perquisizioni degli uffici.
Molte edizioni del quotidiano sono state vietate nella regione governata dallo stato di emergenza, dove la violenza è stata estesa anche ai suoi lettori attraverso molestie di routine della polizia.
Nell’aprile del 1994 Özgür Gündem è stato chiuso da una sentenza del tribunale, che ha costretto i suoi editori e i suoi collaboratori a mantenere la loro lotta per il giornalismo indipendente attraverso giornali dal nome differente.il 4 aprile 2011 dopo una pausa forzata di 17 anni Özgür Gündem ha ripreso le pubblicazioni con il nome originale.Durante il “Processo di Risoluzione” concordato dal governo dell’AKP tra il 2013 ed il 2015, il giornale ha offerto a giornalisti, attivisti e intellettuali di diverso convincimento una piattaforma chiave di dibattito verso la costruzione di una soluzione sostenibile, democratica, egualitaria al conflitto curdo di lunga data del paese.
Özgür Gündem è stato soggetto a un rinnovato ciclo di violenza di stato e di oppressione negli ultimi anni, da quando Erdoğan in modo unilaterale ha posto a termine il processo di pace, e ha dichiarato una politica di conflitto del “nessun compromesso” contro i dissidenti curdi, e ha istituito un dominio completo della violenza nelle città e province curde assediate.Decine di corrispondenti del giornale sono stati posti in detenzione e arrestati dalla primavera del 2016, e i suoi editori Reyhan Capan e Eren Keskin hanno ricevuto pene detentive con l’accusa di” fare propaganda per il terrorismo”.
Quando le pressioni sul quotidiano sono aumentate un gruppo prevalentemente di giornalisti democratici turchi hanno lanciato una campagna di solidarietà per operare come “caporedattore di turno.”Al 7 agosto, quando la campagna è terminata, 56 attivisti noti pubblicamente hanno operato a rotazione come editori di Özgür Gündem.
Praticamente tutti gli attivisti sono stati puniti per il loro atto di solidarietà in molte cause intentate negli ultimi tre mesi,con la stessa accusa di “propaganda per il terrorismo”.Tra questi, l’acclamato difensore di diritti umani il prof. Sebnem Korur Fincanci, che presiede la Fondazione dei diritti umani di Turchia, il rappresentante in Turchia di Reporters without Borders Erol Önderoglu,e il matematico-giornalista Ahmet Nesin sono stati incarcerati per un breve periodo.
L’ultima offensiva contro Özgür Gündem il 16 agosto è stata giustificata con l’accusa di “svolgere propaganda per il terrorismo”.
Secondo le notizie che hanno colpito la stampa, il raid della polizia nella sede del giornale è stato dispiegato prima della comunicazione ufficiale del verdetto di chiusura temporanea, che è in violazione delle procedure del procedimento penale. Durante il raid, l’ufficio è stato saccheggiato, gli archivi sono stati distrutti, gli hard disk dei computer confiscati, e circa 40 persone sono state poste in detenzione sotto abusi fisici e verbali. Tra di loro ci sono oltre 20 persone dello staff del giornale , corrispondenti di canali media indipendenti che stavano cercando di coprire il raid, rappresentanti delle organizzazioni democratiche della società civile, e lettori che si erano recati in ufficio per solidarietà.
Questa violenza illegale della polizia è stata estesa a diversi dei suoi importanti editori ed articolisti nelle abitazioni prese di mira dalle perquisizioni: le abitazioni di Eren Keskin ex caporedattrice di Özgür Gündem.e difensore di fama mondiale dei diritti umani, Ragip Zarakolu, direttore della casa editrice Belge ed un membro di International Pen, Filiz Kocali, giornalista femminista molto nota e membro del Comitato esecutivo centrale di HDP e di Asli Erdogan, un famoso scrittore turco, editorialista e membro Consiglio Consultivo del quotidiano, sono stati perquisiti da operazioni speciali unità di polizia completamente armati.
A un mese dal fallito colpo di stato del 15 luglio, il regime di Erdoğan, ha reso chiaro che esso non concepisce alcuna via verso il ripristino della democrazia nel paese, ma una prelazione sempre più autocratica della democrazia istituzionale e della repressione militante di tutti i tipi di oppositori.In questo contesto, la indiscriminata mobilitazione delle accuse di “terrorismo” contro le organizzazioni golpiste guleniste, i giornalisti liberali, gli accademici e tutti i rappresentanti istituzionali legali dell’opposizione curda dimostrano solo una cosa: piuttosto che pacificare la minaccia militarista del paese e dunque creare le condizioni per una coesistenza pacifica e democratica del paese, per il regime di Erdogan il fallito tentativo di colpo di stato è una opportunità per ridurre al silenzio tutte le voci individuali e organizzate del dissenso democratico, in particolare il movimento politico curdo.
In questo quadro, la chiusura e l’assalto di Özgür Gündem rappresenta non solamente un altro attacco alla libertà di stampa del regime di Erdoğan del dopo fallito golpe, che di per se sarebbe stato sufficientemente allarmante. Sta trasmettendo il chiaro messaggio che questo regime di stato di emergenza sta estendendo la sua presa repressiva sui curdi, sulle loro organizzazioni, sui loro rappresentanti e amici, che non hanno nulla a vedere con i golpisti.