Impressioni dal “L’Urgenza”, il festival di teatro Collinarea

In quel bel posto che è Lari, si è svolto in questi giorni il festival di teatro Collinarea “L’Urgenza”, giunto oramai alla diciottesima edizione. Dal 23 al 30 Luglio, per una settimana, il borgo e il castello sono stati animati da artisti e compagnie e da spettacoli di vario genere. Un programma sorprendente, ricco ed articolato, incentrato su temi sociali e di attualità

collinarea20162agosto 2016 di Serena Campani

Noi di pisorno.it siamo andati la serata del 28 di Luglio. Al costo di soli 12 euro (10 euro per i soci Coop), avremmo potuto assistere a tutti gli spettacoli in programma. Ne abbiamo visti tre: “Orti insorti” di e con Elena Guerrini, “La guerra dei somari”, di e con Fabrizio Saccomanno, e “Il generale” di Emanuele Aldovrandi.

orti insortiNella suggestiva cornice del castello, con una vista mozzafiato, proprio all’ora del tramonto, è andata in scena Elena Guerrini, brillante, simpatica, solare, con uno spettacolo tratto dal libro Orti insorti, di Stampa Alternativa, del 2009. Ricordando Nonno Pompilio di Manciano, la Gina e molti altri ancora, abbiamo fatto un viaggio nelle nostre tradizioni contadine, alla ricerca di quelle radici che ci legano alla terra e alla cultura popolare. Tra detti, stornelli, canzoni, con giochi di parole raffinati e godibili, con un linguaggio maremmano, arricchito da un buffo siparietto in latino sui nomi scientifici delle piante, Elena Guerrini ha intrattenuto il pubblico interessato e partecipe per circa un’ora, coinvolgendolo con domande e battute divertenti. Con la cifra dell’ironia,  con la dolcezza evocata della memoria dei nonni, che sono da molti considerati “persone casa”, lo spettacolo porta a riflettere su temi ambientali, ecologici, sul riuso e il non-spreco. Ad un certo punto la dimensione locale diventa mondiale, lo sguardo si sposta dalla nostra Toscana ad altri mondi e si apre un’invettiva dai forti toni contro la Monsanto e la questione –attualissima- dei semi OGM e dei fertilizzanti e diserbanti chimici. Al termine della rappresentazione l’artista ha offerto al pubblico un assaggio della tradizionale merenda fatta di pane vino e zucchero. Golosissima! “Chi ha la salvia si salvia…”. Lunga vita a questo bello spettacolo.

GUERRA DEI SOMARISubito di fila, in una stanza del castello, abbiamo visto “La guerra dei somari” uno studio di Fabrizio Saccomanno, artista Salentino. Anche qui si parte da una memoria personale, la storia del nonno morto sul fronte greco nella primavera del ’41, per trattare “la guerra dei ciucci” l’inutile bagno di sangue che volle Mussolini con la “campagna di Grecia”. In un viaggio tra montagne e mare, tra ricordi e analisi delle fonti storiche, come le preziose lettere dal fronte e documenti poco leggibili –ahimè-, Fabrizio Saccomanno, con la sua potente presenza scenica e la sua voce calda e accogliente, ha coinvolto emotivamente il pubblico, tenendo viva la tensione fino al colpo di scena, la coincidenza di un incontro che lega presente e passato, e dà l’occasione per parlare di migranti e delle terribili morti in mare, sui barconi della speranza. Alla fine le luci si spengono. Al flebile lume di una candela rossa, accompagnato da un musicista con la chitarra,  Fabrizio recita una poesia in Salentino,  quasi una litania. È un momento di forte tensione emotiva, che si libera nel lungo applauso finale, necessario, di un pubblico che ha vissuto un’esperienza che lo ha migliorato.

IL GENERALEInfine siamo scesi dal castello e siamo andati nel piccolo teatro di Lari, dove è andato in scena il primo studio di Emanuele Aldovrandi intitolato “Il Generale”, con Ludovico Fededegni , Ciro Masella  e Stefania Medri. Uno spettacolo contro la guerra, dai tono forti, paradossali. A tratti ironico, ma di un’ironia aspra, tagliente, che punta dritta all’obiettivo, lo spettacolo, mediante il generale matto, pazzo, folle, parodia di un uomo di guerra ma al contempo di un pacifismo esasperato e malsano, affronta tematiche attuali e drammatiche con toni sprezzanti che lasciano lo spettatore con un’inquietudine fastidiosa. Il pubblico ha molto gradito, applaudendo a lungo i bravissimi attori e il regista. A me più di tutti è piaciuta lei, Stefania Medri, bella ma semplice, appassionata nel suo ruolo altamente drammatico.

Un plauso particolare a tutti gli artisti che, pur di non far morire questo bel festival di quel teatro “sommerso” che molto ha da dare al teatro italiano, hanno accettato di partecipare  una tantum gratuitamente, perché è venuto a mancare il contributo del Teatro Nazionale della Toscana. Tra il morire e il resistere ha vinto l’amore per l’arte e per la cultura: “Ma ecco che gli artisti decidono di partecipare gratuitamente pur di non farlo morire. Gli artisti, sempre loro.” E da qui il titolo L’Urgenza. L’Urgenza di non mollare, di non cedere di fronte al Sistema.

Inoltre alcuni degli spettacoli in cartellone, in particolare “La guerra dei somari” e “Orti Insorti”, oltre all’indubbio valore artistico, culturale e sociale, hanno anche rilevante valenza formativa e per questo motivo, da docente, auspico che la scuola, nei suoi vari ordini e gradi, si apra sempre di più a questo tipo di esperienze. Il teatro proposto a Collinarea, infatti, affronta tematiche con modalità comunicative capaci di sviluppare sensibilità che la didattica tradizionale non sempre riesce a far germogliare.

P.s. si ringrazia la poetella Gabriella Rago per la segnalazione dell’evento.

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.collinarea.it  le fotografie sono prese dalla pagina facebook di In Lari di Andrea Casini

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