In tanti, alla base USA di Camp Darby nella giornata nazionale contro la guerra. Video

13marzo 2016 di M.P.

Image and video hosting by TinyPicSabato 12 marzo, come da previsioni, sono state molte le realtà politiche, sindacali, associative e di movimento toscane, che si sono date appuntamento di fronte ad una delle più importanti basi USA fuori dai confini del colosso statunitense.

Una base da sempre impegnata a garantire logistica e armi su ogni fronte di guerra, oggi in piena attività per rifornire di bombe i droni che, dall’altra base USA di Sigonella (in Sicilia), planano sui cieli libici e siriani portando morte e distruzione tra le popolazioni.

Gli stessi esperti militari ammettono che il 90% delle vittime di questi aerei senza pilota sono civili. Gli oltre trecento attivisti di pace, ritrovatisi di fronte all’ingresso principale di Camp Darby hanno richiesto, attraverso moltissimi interventi, la chiusura e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base, in un momento nel quale i venti di guerra si fanno sempre più vicini, anche grazie al consenso del governo Renzi, che nasconde dietro dichiarazioni roboanti la partecipazione diretta alla guerra in Libia.

bandiera rossaIl presidio toscano è stato parte di una serie di manifestazioni che hanno attraversato tutta la penisola, mettendo in fila oltre trenta iniziative in contemporanee. Da Vicenza a Ghedi, a Bologna, Roma, Napoli, Catania, Nuoro e altre città basi militari e centri di comando della NATO sono stati investiti da una mobilitazione che fa intravedere la ripresa di un movimento contro la guerra in questi anni poco presente nello scenario politico, nonostante il montare sempre più preoccupante del militarismo e delle aggressioni militari, che vedono l’Unione Europea direttamente coinvolta sia sui fronti esterni (dall’Ucraina alla Libia) sia in quelli interni, con una guerra di bassa intensità sia contro le popolazioni autoctone attraverso le politiche di austerità imposte dalla troika europea, sia contro le masse di disperati che fuggono dalle guerre, lasciati morire nei mari o di fronte ai fili spinati delle barriere che delimitano di nuovo i confini, al fine di selezionare tra essi la mano d’opera specializzata utile alle industrie dei paesi più ricchi, per abbassare ancora di più salari e standard di vita di tutti i lavoratori.

Quella di oggi è stata una giornata importante, a livello toscano e nazionale, perché ha colto un’esigenza diffusa di repulsa alle politiche di guerra che impoveriscono le popolazioni e distruggono interi Stati, riportando da noi un clima da stato d’assedio e di morte, come dimostrato a Parigi con la stage del novembre scorso.

I prossimi appuntamenti sono il 4aprile contro l’anniversario della costituzione della NATO e una prossima manifestazione nazionale contro la guerra in Libia

 

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