Infortuni e morti sul lavoro nei porti, quando la sicurezza è solo un optional

nave oceanografica Urania del CnrLa morte del lavoratore nel porto di Livorno non è accidentale o un caso isolato

Non è sufficiente parlare genericamente di filiera della sicurezza, o di sinergie tra istituzioni preposte alla sicurezza, come fa da anni l’Inail.

28agosto di Federico Giusti cobas pisa

Certo che non possono e non devono essere sottovalutati gli interventi formativi ma, il ragionamento da fare non è solo quello della prevenzione astratta e/o teorica, compreso il coinvolgimento, troppo spesso solo formale, delle Rappresentanze Sindacali sulla Sicurezza, il cui ruolo per altro è stato progressivamente svuotato dalle continue revisioni del testo unico, vedi Dlgs 81\2008.

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Infortuni e morti sul lavoro nei porti sono anche risultato delle privatizzazioni, delle commesse e degli appalti al ribasso, degli ordini da eseguire con orari e carichi di lavoro insostenibili, di ispezioni a bardo delle navi condotte in maniera superficiale.
Si risparmia sulla sicurezza a partire dal numero degli operai addetti alla manutenzione, sulla mancanza di regole condivise e rispettate in tutto il porto: dalle ditte appaltatrici, ai lavoratori a giornata, a quanti operano nelle agenzie interinali. Troppo spesso, la sicurezza viene concepita e pensata solo per una parte dei lavoratori portuali, non per tutti gli addetti dell’indotto produttivo.

Gli infortuni e le malattie professionali nei porti sono in aumento tra vibrazioni meccaniche, radiazioni ottiche e senza che questo comporti una gestione diversa/migliore dell’organizzazione del lavoro. Il fatto è che, la sicurezza viene ridotta solo a pochi precetti, per altro smentiti quotidianamente dalle stesse pratiche imposte sul luogo di lavoro, pertanto, sentire sindacalisti parlare di “eccezionalità di infortuni e morti nei porti” fa semplicemente rabbia, ma la dice lunga sull’approccio al problema salute e sicurezza, materia da dibattere in qualche convegno o seminario formativo ma dimenticata, l’indomani, quando nella pratica accade l’esatto contrario.

sicurezza  normrIn questa situazione, anche gli scioperi rituali contro le morti sul lavoro, per quanto importanti siano, rischiano di essere inefficaci perché avulsi dall’organizzazione del lavoro, dai tempi , dagli orari, la risposta immediata giusta che stride con una pratica quotidiana arrendevole.
Negli ultimi venti anni, i governi via via succedutisi hanno accresciuto con le loro politiche la solitudine e lo sfruttamento degli addetti portuali come si legge in un bel libro di Devi Sacchetto (le fabbriche galleggianti ed Jaca Book) che ha analizzato la condizione di vita e di lavoro dei portuali

Non si tutela la nostra salute e sicurezza facendoci lavorare male, in costante situazione di pericolo e di stress e per pochi soldi. I profitti, quando si antepongano alla sicurezza, sono i primi nemici dei lavoratori ma, accade che, spesso a dimenticarlo siano proprio i sindacati\listi.

 

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