“Il lavoro che ho svolto esplora le relazioni tra gli Stati Uniti d’America e l’ALC (America Latina e Caraibi) dall’enunciazione della Dottrina Monroe (2 Dicembre 1823) ai giorni nostri”
08ottobre 2017 recenzione su Tesi laurea di Alessandro Fanetti: qui la Tesi, Siena
“Particolare rilievo lo dedico alla crescita, continua negli anni, del sentimento antistatunitense nei popoli a sud del Rio Bravo, in quanto è stato uno dei motivi principali dello sviluppo di un regionalismo antiegemonico costituito dall’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e dalla Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC).”
- Questo lavoro si apre con una spiegazione approfondita sulle modalità della continuata e sistematica spoliazione delle ricchezze ai danni del centro-sud del Continente Americano. Paesi come la Spagna e il Portogallo hanno fatto da “esempio” agli Stati Uniti su come impossessarsi delle ricchezze che questa parte di mondo aveva, ed ha, da offrire. Secoli di soprusi, sfruttamento e accaparramento delle risorse hanno fatto dell’America Latina e dei Caraibi un’area dove i movimenti rivoluzionari e liberatori da un lato e le proposte integrazioniste anti-egemoniche dall’altro si sono sviluppati in modo deciso e continuato nel tempo.
- Non a caso, il secondo capitolo lo dedico interamente all’ideale unitario anti-egemonico che si è sviluppato almeno dal Secolo XIX in avanti. Leader del calibro di Simón Bolívar (venezuelano e promotore dell’unità in funzione antimperialista) e José Martí (eroe nazionale cubano), oltre che tanti altri rivoluzionari, hanno fatto proposte inerenti l’unità dell’area a sud del Rio Bravo per contrastare la potenza statunitense e poter garantire uno sviluppo autonomo e vantaggioso per la popolazione che vi abita. L’esempio e gli ideali di queste persone hanno portato molti dei vari leader odierni a lottare ed impegnarsi per dare vita a forme di integrazione regionale escludenti gli USA e il Canada. La fine della Guerra Fredda, con la nascita di molti Governi di sinistra nel Continente (Lula in Brasile, Correa in Ecuador, Morales in Bolivia, Chàvez in Venezuela, Ortega in Nicaragua ed altri), hanno dato nuova linfa ai progetti unitari anti-egemonici che non erano riusciti a trovare sbocchi concreti in passato.
- Il terzo e il quarto capitolo li dedico, dunque, all’approfondimento delle due organizzazioni anti-egemoniche che ho citato all’inizio della recensione, ossia ALBA e CELAC. A mio avviso, queste sono le due maggiori “speranze” che questa parte di mondo ha per liberarsi da secoli di sottosviluppo e malessere della popolazione. Tali organismi possono essere infatti gli strumenti per fare dell’America Latina e dei Caraibi una parte di Continente protagonista e attore di primo piano nelle vicende regionali e mondiali.
“Il tempo ci dirà se quest’area riuscirà davvero, per la prima volta, ad emanciparsi dal giogo imperialista e seguire una propria autonoma strada di sviluppo o se tornerà ad essere il “giardino di casa” degli USA.”