Le Frecce Tricolore mi fanno venire in mente quando facevo l’Aviere, non avrei voluto farlo, perché odio le guerre, ma era imposto
12agosto 2015 di Luca Fiordi
Vabbè, devo dire che la leva con tutte le negatività che si portava dietro mi servì come un corso accelerato per farmi crescere, per darmi delle regole e a rendermi pronto per quello che sarebbe stata la vita in Italia… per esempio la domanda che mi facevano spesso era “chi ti raccomanda?” Ecco, così tanto per capire l’Italia e i suoi vizi; dai, comunque, devo dire che è stato un anno indimenticabile, fatto di risate, di giramenti e di “trabarcate” dal cancello, un ambiente fatto di pazzi e di brava gente, di gay e di etero e di amicizie vere, perché nella sofferenza l’uomo si vuole bene, è nella ricchezza o quando perde la ricchezza che diventa una merda, non mi chiedete come mai.
Ecco che, quando sento dire Le Frecce tricolore mi si accende sempre una lampadina e mi chiedo se queste sono l’orgoglio della Nazione. Non lo so, forse per alcuni si e per altri no.
Di sicuro la nostra pattuglia acrobatica è la migliore del mondo, certo, ma lo sono anche l’abbigliamento Italiano, il nostro olio, i nostri vini, la nostra arte, la nostra cultura, lo sono anche il Colosseo, Firenze, Venezia, la Toscana, lo sport, noi Italiani con le nostre genialità saremmo un’opera d’arte vivente.
Ma, non ce ne rendiamo conto e non le apprezziamo perché dietro a tutte queste cose, ci siamo sempre persi nei soliti “vizi” che non ci hanno mai permesso di essere per lungo tempo orgogliosi di noi stessi, creando sempre confusione e senza farci godere di quello che abbiamo e di quello che siamo.
Quali siano i “vizi” non c’è bisogno che ve lo dica, lo sapete. Ecco allora che a causa di questi “vizi” che ci saltano alla mente le classiche contestazioni del tipo: “quanto ci costano le frecce tricolore?”, chi dice tanto chi dice poco, sono coperte da alcuni sponsor… ”perché gli sponsor non danno soldi ai bisognosi?” “perché è la legge del mercato”, ”perché il mercato va male?”….e tante altre menate o giuste contestazioni, perché alcune sono menate ma invece alcune sono legittime considerazioni.