Le lingue felpate dei giornalisti e il referendum greco

bocca linguaCon il Referendum indetto in Grecia domenica 5 luglio, si è avuta la riprova dello stato di servilismo, filo-governativo, di gran parte dei  giornaloni in proprietà ai poteri finanziari e speculativi

8giugno 2015 di Enrico Bulleri

libertà stampaIl berlusconiano Panorama, ha sopraffatto tutti, mettendo in copertina Tsipras e Varoufakis vestiti come pagliacci e con due nasi rossi.

Dove si trancia giudizi e sentenze creando, di fatto, discredito sul popolo greco, senza approfondire nel dettaglio le responsabilità di un disastro annunciato, derivante proprio dalle politiche dissennate attuate dai governi precedenti a quello di Syriza.

stampa libertà.E’ evidente che per una categoria come quella dei giornalisti nostrani che raramente, nella storia del nostro Paese, hanno dimostrato coraggio professionale, sia difficile dotarsi adesso, in una fase di crisi voluta dell’editoria, di quel coraggio quanto mai necessario.

Se così accadesse, per strano miracolo, dovrebbero raccontare ai loro (sempre meno) lettori la verità, a cominciare dalla strutturale impossibilità della Grecia di poter mai ripagare quei debiti, anche per ammissione dello stesso FMI e riportata dai pochi giornali indipendenti (come Il Fatto Quotidiano e Il Manifesto).

Dovrebbero pure spiegare che lo stato attuale della condizione greca, ha responsabilità nazionali e complicità europee regresse, basti ricordare le falsificazione dei bilanci presentati, per l’ingresso nella moneta unica e che, quanti avrebbero dovuto controllare hanno finto di non vedere.

AusterityWars-AusterityKillsDovrebbero rivelare come la UE e la sue espressione monetaristica dell’Euro, siano intrinsecamente irriformabili e irrifondabili, di come abbiano creato 23 milioni di disoccupati nell’area europea, di come abbiano prodotto miliardi di debiti e nuove povertà nei paesi aderenti, sotto l’insegna delle politiche di austerità che sono state fallimentari fin qui in tutto e per tutto. Difficile spiegare questo a lor signori che l’austerità, se mai l’hanno vista compiere capolino nelle loro vite, sarà stata solamente in forma di non poter portare la moglie in vacanza come tutti gli anni ad Acapulco, ma solamente alle Maldive.

E’ inoltre strano come ad un Cardinal Paolo Mieli possa sfuggire un concetto così basilare di democrazia, come quello dimostrato in Grecia con il referendum. Questo, purtroppo, è il Paese nel quale, forze politiche come M5S e Lega a parte, persino in forze di sinistra radicale, vige ancora intoccabile, il semi -”Dogma” dell’impossibilità, intangibilità dell’Euro, e quindi di una sua uscita come Nazione, dalla sfera d’influenza germanica.

informazione greciaIn questo contesto, possiamo facilmente osservare come il rivendicare il diritto alla “libertà di stampa e d’informazione” possa apparire come un fatto scontato, persino superfluo.

Ma non lo è assolutamente, se consideriamo che  il debito pubblico stellare dell’Italia continua a crescere, nell’incapacità di riuscire a fare alcunché del Governo Renzi. Incapacità manifesta e sotto gli occhi di tutti una volta di più, proprio in queste settimane e mesi del precipitare della crisi greca. E’ del tutto evidente la carenza strategica e di proposta, dove l’Italia non è nemmeno più interpellata per decisioni di basso profilo, figuriamoci per questioni serie e potenzialmente definitive per l’Europa come questa, nonostante l’impatto che proprio sull’Italia potrebbe avere la “Grexit” (uscita della Grecia dall’Euro), eventualità da non sottovalutare che potrebbe profilarsi in questi giorni.

Una decisione miope, tutta ideologica, dal sapore punitivo di burocrati e banchieri  imposta anche sulle nostre teste, con l’assordante silenzio- assenso sparuto di Renzi, sotto le martingale delle giacche colorate della Merkel.

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