4giugno 2016 di G.B.
Storie di ordinaria gestione delle risorse umane: il richiamo del responsabile addetto alla cassa che rassicura sulla spesa di un panino della pausa colazione non pagato:
“non si fallisce per un euro e venti di un panino”
…ma, in 15 giorni arriva il licenziamento. Si tratta di un fatto irrisorio, per ammissione dovuto a distrazione e, quanto rende maggiormente inaccettabile questo provvedimento estremo, è dovuta al fatto che la dipendente in oggetto, ad oggi, non aveva mai ricevuto alcun addebito disciplinare e/o rimprovero.
Vogliamo sperare che ci sia un ripensamento ragionevole da parte della dirigenza Conad, anche perché abbiamo avvertito da parte di tutti i dipendenti un disagio concreto e crescente verso questa nuova gestione insediatatisi da circa due anni.
Tuttavia non possiamo evidenziare come questi fatti, caratterizzati sempre più spesso da atteggiamenti di arbitraria arroganza, da parte di aziende che ritengono ormai legittimo gestire il personale con sistemi di continuo ricatto e minacce, siano il frutto di un clima generale inaccettabile, prodotto dalle nuove normative in materi di mercato del lavoro.
La libertà di licenziamento introdotta in Italia (che a fatica tentano di introdurre anche in Francia), di fatto fa pendere la bilancia della giustizia tutta dalla parte del soggetto già forte oggettivamente, cioè del datore di lavoro, il quale oggi può contare anche sul fatto che, nonostante il dipendente dimostri l’illegittimità del provvedimento, non si vedrò garantito il reintegro, ma solo un inadeguato indennizzo.
Queste dinamiche e comportamenti ormai non sono più eccezioni, come testimoniano gli ultimi licenziamenti “senza giusta causa” e spesso verso dipendenti attivi sindacalmente, sarebbe pertanto opportuno che la politica torni sui passi per riprendere mano alla legislazione sul lavoro, diversamente i sindacati in modo unitario (come in Francia) dovrebbero avvertire il dovere di riaprire il conflitto sociale, per tornare a regolamentare quanto in questo ultimo ventennio è stato destrutturato… diversamente verrebbe leggittimato l’interrogativo, che in molti si pongono, sul fatto se ancora svolgono la Loro funzione storica.
Questo che segue è il comunicato delle lavoratrici Conad
In sciopero contro l’ingiusto licenziamento della collega Daniela. Presidio dalla mattina fuori dal negozio:
“Non c’è più pace nel supermercato Conad di via Baroni a Livorno. Siamo dipendenti che da ben 13 anni hanno contribuito all’andamento e alla crescita del punto vendita, ma da due anni non abbiamo più serenità nello svolgere il nostro lavoro. Un negozio fatto di intese e fiducia con i clienti, conoscendo gusti e preferenze di ognuno di loro essendo un negozio rionale. Siamo le solite commesse che ogni giorno contribuiscono all’apertura e chiusura del negozio, il ricevimento merci, la gestione di ogni reparto, assumendoci responsabilità di tutto pur essendo semplici commesse addette alla sola vendita ma che con coscienza e per piacere di fare il proprio lavoro hanno sempre fatto ciò che c’era da fare.
“Purtroppo per noi dalla nuova gestione il clima è drasticamente cambiato. Pressioni psicologiche, lettere di contestazione disciplinare per futili motivi, il ribadire in ogni momento chi è che comanda, il restringimento delle ore per poter svolgere il proprio lavoro, fare tre ordini in 10minuti anche se le nostre mansioni non lo prevedono, sempre con la tensione di non riuscire a farlo e di essere quindi rimproverati, e molto altro”.
Il gestore ha deciso che si deve far così perché è lui che decide, non importa se giusto o sbagliato, non se ne parla”. Si fa e basta.
“La prepotenza ora è andata oltre. Due richiami disciplinari in 10 giorni a due lavoratrici per futili motivi, l’ultimo dei quali finito con un licenziamento ai danni di una dipendente che ha sempre messo l’impegno del lavoro al primo posto, una persona su cui poter sempre contare quando ce n’era bisogno e soprattutto che mai aveva ricevuto prima sanzioni disciplinari. Tutto questo per un morso a un panino da 50 grammi, che ha mangiato durante la mattinata con tanto di scontrino della bilancia tenuto da parte dalla stessa, che per distrazione non ha immediatamente pagato, ma appena accorta della dimenticanza e presentando lo scontrino per poter pagare, il gestore stesso ha bloccato la dipendente dicendole che un piccolo panino “non avrebbe mandato in fallimento l’azienda”. Ma a sorpresa, dopo 5 giorni, la sospensione, seguita poi dal licenziamento. Forse l’assunzione da pochi mesi di due parenti dello stesso responsabile lo ha spinto a volersi liberare di altri dipendenti storici con pretesti vergognosi. Ma noi non ci stiamo! Oggi scioperiamo perché siamo con te Daniela!”
Lavoratrici e lavoratori Conad via baroni Livorno