Manutenzione dei territori. La tragedia di Genova riscopre l’utilità delle ex Province

“Da anni chiediamo, isolati,  la cancellazione della Legge Del Rio quella che creava gli Enti Locali di secondo livello cancellando di fatto le Province. Eravamo facili profeti a difendere Enti che assorbivano meno dell’1% della spesa di tutta la Pubblica amministrazione, Enti che avevano in gestione la manutenzione del territorio e ancora oggi gestiscono 130mila km.”

19agosto 2018 da (SGB)

Ma i tagli al personale e alle  risorse hanno paralizzato perfino le attività residue rimaste a carico delle ex Province. Il Ministero delle Infrastrutture Del Rio e il Pd dovrebbero spiegare la ragione della cancellazione delle Province, la sola motivazione che troviamo è quella di volere accelerare lo smantellamento della Carta Costituzionale poi sonoramente bocciata dal voto degli Italiani. 
Serve, e perfino al Governo ne prendono atto, il «monitoraggio» straordinario «dello stato di conservazione e manutenzione delle opere viarie e dighe». Ma discorso analogo andrebbe fatto per le strade, per gli assetti idrogeologici, abbiamo praticamente gettato 30 anni dove con politiche di privatizzazione si sono prodotti benefici agli azionisti di aziende costruite con soldi pubblici, quindi di tutti\e, con lo Stato che si è disinteressato e ha perso strumenti di controllo e programmazione del proprio territorio.

Ora si scopre la vera emergenza, quella della manutenzione dei territori, di individuare con celerità gli interventi urgenti, di raccogliere le segnalazioni valutando con attenzione contenuti, risposte e soluzioni. 
Al di là della tempistica, occorrono pochissime settimane per raccogliere dati ed elementi, nel frattempo si potrebbero costruire le basi finanziarie (dove troviamo i soldi? qualche proposta potremmo anche averla andando a colpire i privilegi di chi ha lucrato per anni sui processi di smantellamento dei settori pubblici) e legislative degli interventi necessari.
Ma proprio in queste ore vengono al pettine i nodi troppe volte occultati, le Province devono gestire oltre 130mila km di strade, 30mila ponti e viadotti ma hanno poco personale avendo perso oltre il 50% degli organici e con fondi per investimenti e manutenzioni stradale passati da 1,2 miliardi a 700 milioni di euro annui.
Sono questi i disastri del Governo Pd, avere dimenticato le funzioni delle Province provando solo a smantellarle per raggiungere gli obiettivi di controriforma istituzionale. Un paese che del turismo fa il suo vanto dovrebbe predisporre gli interventi atti a rendere sicuro il passaggio e la permanenza sul suo territorio, non sono incombenze solo delle Province ma dello stato, da qui bisogna ripartire. A dirla tutta, perfino il vecchio Ministro Del Rio si era accorto della mostruosità delle loro decisioni e avevano stanziato, nel 2017, 1,6 miliardi di euro per la manutenzione e la sicurezza delle strade, avevano percepito l’importanza del problema provando a mettere una toppa senza tornare indietro (ossia cancellando la legge che ha smantellato le Province).

Non solo le Province  l’Anas devono essere messi in condizione di operare, mancano  fondi, esperti, tecnici e ispettori senza i quali non si predispongono interventi, controlli e manutenzione, si arriva alla chiusura di una strada o di un viadotto, di un cavalcavia o di una diga solo in casi eccezionali. sovente dopo una “disgrazia”.
Poco si può fare rispetto all’usura del tempo, basti pensare che supera i 62 anni di età la vita dei ponti autostradali, le dighe sono bisognose di interventi, sembra quasi che dal secolo scorso si faccia ben poco in materia di prevenzione e monitoraggio e ancor meno per la sostituzione di infrastrutture.

Guarda caso, proprio con l’avvento delle Privatizzazioni, iniziano i problemi più gravi, non che lo Stato o le partecipazioni pubbliche siano da assolvere (dalle convenzioni con i privati ai decreti legislativi, dalle leggi di stabilità ai tagli agli Enti Locali, di molto e di più avremmo da scrivere e su cui riflettere). E’ tuttavia evidente che da 18\20 anni ad oggi la situazione è decisamente peggiorata e la strage di Genova ricorda alla politica le autentiche priorità da inserire nell’agenda del Governo.

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