“Me lo ha detto il fiume” Berta Caceres deve vivere

In Noi l’impegno della  WILPF

8 Marzo 2016 di Giovanna Pagani

Berta Caceres“Quando ho iniziato a combattere per il Rio Blanco, potevo sentire quello che il fiume aveva da dirmi. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma sapevo anche che avrei trionfato. Me lo ha detto il fiume”

Berta Caceres.Queste le parole di Berta. E ci toccano nel profondo ora che lei è stata assassinata.

Sì Berta ha trionfato: in Honduras con la sua tenace battaglia e quella delle comunità indigene del Rio Blanco è riuscita a bloccare la realizzazione del complesso idroelettrico Agua Zarca prevista sul Rio Gualcarque, fiume sacro per il popolo Lenca e fonte d’acqua per circa 600 famiglie che vivono nella foresta pluviale d’alta quota, compresa fra i dipartimenti di Santa Barbara e Intibucà.

L’impianto era stato approvato senza il consenso della Comunità, contravvenendo alla Dichiarazione ONU sui Diritti dei Popoli Indigeni che include l’autodeterminazione ( 2007). Fondatrice e leader del COPINH (Consiglio delle Organizzazioni Popolari e Indigene di Honduras) Berta era minacciata di morte e aveva subito persecuzioni.

Il 2 marzo l’hanno brutalmente ammazzata: di notte un commando è entrato nella casa dove si era rifugiata.

Berta Caceres,Ancora una volta ha agito quella stessa mano armata che ha già assassinato tanti attivisti ambientalisti, oppositori del massacro della terra e della repressione nei confronti dei nativi. Tutti loro dicevano no al saccheggio delle risorse naturali, agli espropri di terre, alle privatizzazioni e alla repressione dei popoli. Tra loro Chico Mendes, il difensore della foresta pluviale in Brasile, premio Global 500 dell’UNEP (agenzia ONU che si interessa di tutela dell’ambiente). Chico lottava perchè “la foresta fosse un luogo senza padroni, dove alberi e uomini potessero vivere insieme, gli uni custodi degli altri”. Verrà ammazzato all’età di 44 anni il 22 dicembre 1988.
Pure Berta Càceres aveva 44 anni e pure lei era stata insignita l’anno scorso di un prestigioso Premio: il Goldman per l’Ambiente che equivale a un Nobel alternativo. In quell’occasione, accorato il suo appello all’umanità, dopo aver ricordato la cosmogonia del suo popolo Lenca.

“Gli esseri umani sono generati dalla terra, dall’acqua e dal mais e dare la vita in modi diversi per la difesa dei fiumi equivale a dare la vita per il bene dell’umanità e del pianeta. Umanità, svegliamoci! Non c’è più tempo.
Le nostre coscienze saranno scosse per il fatto di stare unicamente a contemplare l’autodistruzione causata dalla depredazione capitalista, razzista e patriarcale.
Il fiume Guancalarque ci ha chiamati, così come tutti gli altri fiumi minacciati in tutto il mondo. Dobbiamo mobilitarci.
La Madre Terra militarizzata, recintata, avvelenata dove si violano sistematicamente i diritti elementari esige che agiamo.
Costruiamo dunque società capaci di coesistere in modo giusto, degno e per la vita. Uniamoci! E con speranza continuiamo a difendere e proteggere il sangue della terra e il suo spirito.
Dedico questo premio a tutte le ribellioni, a mia madre, al popolo Lenca, al Rio Blanco, al COPINH e ai martiri per la difesa della natura”.

La WILPF, la più antica associazione di donne per la Pace che nel 1915 ha compiuto Cento anni di attività per la Pace, il Disarmo, la Giustizia sociale, i Diritti Umani e la Natura si associa al cordoglio internazionale per Berta Càceres e chiede Giustizia. Nella lettera inviata al Presidente dell’Honduras lo esortiamo a istruire una commissione di inchiesta per trovare e punire i colpevoli, a rispettare i Diritti Umani e a respingere il progetto della diga idroelettrica contro cui Berta lottava. Al COPINH abbiamo assicurato la nostra solidarietà d’azione in campo internazionale.

Berta è stata definita la progenitrice del risveglio degli istinti ancestrali contro la distruzione della nostra Madre Terra. Facciamola vivere in noi, facendo nostra la sua lotta e attuando il suo appello.

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