Modello Piombino: finché c’è guerra c’è lavoro… o forse no! Interrogazione di “Sì Toscana a Sinistra” in Consiglio regionale

saima avadero piombino armiTraffico d’armi per l’Arabia saudita nel porto di Piombino

25novembre 2015 da “Sì Toscana a Sinistra”

Pochi giorni fa, sabato 21 novembre, nel porto di Piombino sono approdati quattro tir carichi di armi provenienti dal porto di Olbia e diretti in Arabia Saudita, mille bombe Mk83, lo stesso tipo di bombe usate per colpire la popolazione civile dello Yemen.

saima avadero.Non si tratta di un evento isolato, il passaggio di armi provenienti avviene con cadenze regolari nel porto toscano. “Tutto ciò – continuano gli esponenti del Sì – è in contrasto con la Legge italiana che vieta espressamente le esportazioni di tutti i materiali militari, e loro componenti, verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi della Carta delle Nazioni Unite. E, l’Arabia Saudita oltre ad essere responsabile di gravi e reiterate violazioni dei diritti umani, per il suo intervento militare in Yemen non ha mai ottenuto dall’Onu alcuna autorizzazione né legittimazione”. La lotta al terrorismo passa anche attraverso la limitazione dell’export degli armamenti nelle zone a rischio e l’Arabia Saudita, insieme con altri stati dell’area, è anche accusata di finanziare lo Stato Islamico/Daesh e tutta la galassia di milizie jihadiste.

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A tale proposito, “Sì Toscana a Sinistra” ha presentato in  Regione, un’interrogazione urgente per sapere se, oltre al porto di Piombino, sono interessate, riguardo al trasporto di armamenti e al loro trasferimento verso destinazioni di guerra attraverso la nostra Regione, strutture militari e/o infrastrutture civili presenti nel territorio, compreso l’aeroporto militare pisano. E, di attivarsi presso il Governo per il rispetto della Legge e il divieto di tali traffici.

Questo che segue è il testo dell’interrogazione Orale urgente presentata:

“ In merito alla movimentazione di armi nel porto di Piombino dirette in Arabia saudita”

  • Tenuto conto di quanto riportato dalla stampa locale nella giornata di domenica 22 novembre riguardante l’approdo, nella mattinata di sabato 21 novembre, nel porto di Piombino di quattro tir carichi di armi provenienti dal porto di Olbia e diretti in Arabia Saudita, luogo di destinazione delle stesse.
  • Considerato che il passaggio di armi provenienti dalla Sardegna avviene con cadenze regolari nel porto piombinese e che di norma all’arrivo vengono sorvegliate da vigilanza privata -come nel caso di sabato 21- o dalle forze dell’ordine, come in altri occasioni.
  • Considerato che nel caso di sabato 21 le navi trasportavano in totale mille bombe Mk83 prodotte dalla Rwn Italia di Domusnovas (Carbonia-Iglesias) che fa capo al colosso internazionale Rheinmetall Defense; lo stesso tipo di bombe – come denunciato dall’onorevole Mauro Pili (Unidos) – usate per colpire la popolazione civile dello Yemen, causando più di 5.700 morti di cui almeno 830 tra donne e bambini e 20mila feriti, un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di urgenti aiuti.
  • Considerato che la lotta al terrorismo passa anche attraverso la limitazione dell’export degli armamenti nelle zone a rischio.
  • Tenuto conto che la legge n. 185 del 1990 vieta espressamente le esportazioni di tutti i materiali militari, e loro componenti, verso i Paesi in stato di conflitto armato in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
  • Tenuto conto che, come sottolineato dalla Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International Italia e l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Difesa e Sicurezza (OPAL) di Brescia, l’ Arabia Saudita lo scorso 28 marzo ha formalmente annunciato alle Nazioni Unite il suo intervento militare in Yemen ma non ha mai ottenuto dall’Onu alcuna autorizzazione né legittimazione.
  • Considerato che la monarchia saudita è responsabile di gravi e reiterate violazioni dei diritti umani, un’altra condizione che – secondo la legge n. 185/1990 – dovrebbe prevenire le esportazioni di materiali militari e di armi alle forze armate saudite.
  • Considerato infine che l’Arabia Saudita, insieme a Qatar, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, è anche accusata di finanziare lo Stato Islamico/Daesh e la galassia di milizie jihadiste che si oppongono al regime di Bashir Al Assad in Siria.

Interrogano la Giunta Regionale per sapere:

  • se riguardo alla movimentazione al trasporto di armamenti, ed al loro trasferimento verso le destinazioni di guerra che sta avvenendo in questi giorni attraverso la nostra Regione, oltre al porto di Piombino sono interessate strutture militari e /o infrastrutture civili presenti nel territorio toscano, compreso l’ aeroporto militare pisano;
  • se, in considerazione della succitata legge 185/1990 e dell’utilizzo da parte dell’Arabia Saudita di tali armi in Yemen contro la popolazione civile, non si intendono intraprendere azioni per impedire l’utilizzo delle infrastrutture civili e militari per simili movimentazioni di armamenti nel territorio regionale.

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