Moria di pesci alle spiaggie bianche, M5S: “regione chiarisca se i pesci erano già marci, si pubblichi il verbale di accertamento”

Presentata un’interrogazione dai consiglieri del M5S sul caso dei pesci morti a Rosignano

14settembre 2017 da Movimento 5stelle, Rosignano

Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S firmatario dell’interrogazione, fa richiesta alla Giunta di chiarire la catena di responsabilità sul mancato accertamento della cause dietro alla morte dei pesci nel fosso bianco segnala Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S firmatario dell’interrogazione.

“Se i pesci erano già marci esigiamo la pubblicazione del verbale di accertamento dove sta scritto. E il rimpallo di responsabilità tra ASL e Istituto Zooprofilattico Sperimentale per Lazio e Toscana non deve fare da diversivo. Qui c’è qualcuno che ha prelevato quei pesci e o non si è accorto che erano marci – e ci chiediamo come sia possibile trattandosi presumibilmente di biologi – o li ha lasciati marcire” continua il Cinque Stelle. Quei pesci, soprattutto perché esemplari adulti, avrebbero potuto dirci molto sull’inquinamento del fosso bianco: ad esempio se l’ammoniaca l’avevano ‘respirata’ solo in quella occasione o con una certa ricorrenza” prosegue Giannarelli che aggiunge “La perdita della loro capacità probatoria rende a nostro parere impossibile l’accertamento della magistratura, con profondo danno per la comunità di Rosignano che da tempo ha bisogno di certezze documentali e identificazione di responsabilità su quanto ruota intorno a Solvay”.

“La giunta PD-Rossi deve anche chiarire la discrepanza dei dati pubblicati da ARPAT sui campionamenti tra 29, 30 agosto e 1 settembre. Ma soprattutto deve accertare se Solvay ha fatto quanto ARPAT prescriveva 10 anni fa dopo un caso analogo, cioè la revisione di ‘procedure e i dispositivi di emergenza’ per evitare la dispersione di ammoniaca” sottolinea il vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio del Consiglio Regionale. Le Istituzioni Pubbliche hanno già dato molto a Solvay per migliorare la sostenibilità delle sue attività spesso anche in violazione delle norme europee che vietano gli aiuti di stato – puntualizza Giannarelli – come ricordato dalla nostra europarlamentare Laura Agea in un’interrogazione alla Commissione UE sull’accordo tra MISE, Regione e azienda con contributi pubblici per 11,6 milioni. Ultimo contributo di una lunga serie sulla quale i cittadini vogliono chiarezza. Ci dica la giunta regionale se ad esempio è vero quanto dichiarato dal sen. Matteoli: nel 1994 Solvay ha preso 100miliardi di lire pubbliche per modificare il sistema di produzione della soda per renderlo sostenibile? Non ci pare nel caso che sia stato un investimento dai risultati percepibili”.

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