Nelle sale a Natale “Florence” di Stephen Frears, la storia di una celebre cantante stonata

Non deve essere stato facile per una che da  piccola ha studiato per diventare soprano interpretare una cantante stonata ma  Meryl Streep, la più premiata di Hollywood, è capace di questo ed altro

18dicembre 2016 Donatella Nesti

Come lei stessa ha confessato nel presentare “Florence” alla festa del cinema di Roma non è stato facile imitare ‘una vecchia pazza’ che si credeva un soprano di coloritura ma non azzeccava le note basse facendo ridere la platea che comunque la osannava. Uscirà nelle sale a Natale il film che darà alla Streep la possibilità di aggiungere altri premi alla sua incredibile carriera ed al pubblico di passare due ore divertenti senza subire le volgarità dei vari ‘cinepanettoni’ e ‘cinepandori’.

“Florence” è la storia dell’ereditiera stonata Florence Foster Jenkins alla quale fu dedicato un altro film presentato alla Mostra di Venezia 2015, “Marguerite”  del belga Xavier Giannoli con una bravissima Catherine Frot. Il regista ha scelto un’ambientazione diversa dall’originale storia di Florence Foster Jenkins,  che in realtà aveva vissuto negli Stati Uniti negli anni quaranta. Era una donna molto ricca, appassionata di musica e di opera lirica, tuttavia totalmente inconsapevole del fatto che la sua voce fosse così terribile. Il film è suggestivamente ambientato all’inizio dell’epoca d’oro degli anni Venti non lontano da Parigi.

Nel film di Stephen Frears l’ambientazione è quella originale e la storia appare più credibile grazie anche alla bravura dei protagonisti. La storia vera di una leggendaria ereditiera di New York, benefattrice tra gli altri anche di Arturo Toscanini, è interpretata da una meravigliosa Meryl Streep che persegue ossessivamente il suo sogno di diventare un grande cantante anche se la voce della signora Jenkins è di fatto terribilmente stonata. Hugh Grant interpreta  St. Clair Bayfield, marito e manager della donna, un attore e aristocratico inglese determinato a proteggere Florence dalla dura verità, un compito che diventerà impossibile quando la moglie, sistematicamente tradita ma amata, deciderà di dare un concerto pubblico alla prestigiosa Carnegie Hall.

La mediocrità è  il seme da cui germoglia  l’humor  “dice la Streep ”ma Florence dispensa divertimento ed allegria”.

Stephen Frears pensa che Florence sia un personaggio meraviglioso ed entusiasmante:

Florence era una donna ricca, dell’alta società  e ha fatto molto per la musica durante la guerra; ha aiutato il celebre direttore d’orchestra Toscanini ed è stata una filantropa. Mi ha sempre fatto venire in mente Margaret Dumont, l’attrice e spalla comica che Groucho Marx inseguiva sempre nei suoi film, grottesca e commovente allo stesso tempo. C’erano gruppi di persone a New York che avevano fame di cultura durante gli anni terribili della guerra e lei ha contribuito a tenere alto il morale, organizzando le sue serate da dilettante”.

Il cast del film ambientato negli anni ’40 è completato da Rebecca Ferguson, Nina Arianda, John Kavanagh nei panni di Arturo Toscanini, David Haig, Christian McKay e Simon Helberg, musiche di Desplat. Interessante la notizia nel finale del film in cui si legge che la terribile registrazione della Carnegie Hall è tuttora tra le più richieste. Anche David Bowie era un ammiratore di Florence, una delle sue interpretazioni figurava nella sua personale top 25.

La morale del film è la frase finale pronunciate da Florence “si potrà dire che non so cantare ma non si potrà dire che non ho cantato” che cela un pensiero profondo: se ami  qualcosa dovresti farla, anche se non ti riesce benissimo.

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